Emanuele Monaco, di fatto ex bandiera del Rosolini, ha spiegato: “Sguardo avanti, testa e cuore indietro. Perché anche le cose meravigliose hanno una fine, ma la meraviglia di averle vissute, rimane. Il foglio è bianco e riuscire a riassumere 17 anni non è semplice.
Sin da bambino vestire la maglia della squadra della mia città è stato il sogno coltivato con mio padre accanto, e la sua passione a guidarmi. Diciassette anni dopo la prima volta, penso sia arrivato il momento di sfilarmi la maglia granata per guardare avanti e sorridere di quanto rimane dietro. Diciassette anni. Diciassette.
Anni di battaglie, di sofferenza, di gioia, di passione. Tutti passati con quella maglia cucita addosso. Tutti portando avanti quel sogno cullato con mio papà. Anche nei momenti più bui. Anche dopo quel sabato mattina in cui mi ha lasciato, spingendomi, 24 ore, a scendere in campo. Per quella maglia. Per quel Rosolini amato alla follia da entrambi.
Oggi mi guardo intorno e ogni cosa mi ricorda lo straordinario cammino fatto insieme. Gli anni da ragazzino dentro una famiglia che è cresciuta con me. Le promozioni e le salvezze insperate. I dolori e i denti stretti pur dare una mano. Le guerre infinite e lo spogliatoio vissuto come una casa.
Una casa condivisa con persone magnifiche. Amici che mi sono ancora accanto e angeli che sento vicini dall’alto. Troppo il dolore per la scomparsa dello Zio Saro, di Antonio Malandrino e Peppe Rizza. Troppa la gratitudine per aver condiviso un pezzo di strada con loro.
Una strada e un’avventura condivisa con quanti hanno tenuto a cuore le sorti del Rosolini calcio, con i “Fedelissimi Granata” e ovviamente, con il mio Presidente. Il Presidente. Pietro Errante è l’uomo che la passione ha spinto oltre ogni logica. Un uomo e un padre che ha guidato la famiglia del Rosolini calcio anche quando nessuno ci credeva.
Anche quando la barca sembrava alla deriva. Insieme abbiamo ribaltato esiti che sembravano scritti, vinto sfide che sembravano fuori portata, lottato fino all’ultima goccia di sudore. Ognuno a suo modo.
Nell’ultimo anno è stata scritta la storia del calcio rosolinese e, nonostante il supporto di tanti che ci hanno sostenuto e seguito, sentire cattive dicerie su di me, sulla mia squadra e su chi ha sempre dato tutto per il Rosolini, ha fatto male.
Non è stata una decisione semplice ma credo sia giunto il momento di dire basta e cercare nuovi stimoli, nuovi obiettivi. Purtroppo, lontani da Rosolini. Questi colori li sento cuciti addosso in modo così forte che sarebbe impossibile continuare con distacco.
Negli ultimi anni, essere il capitano del Rosolini è stata per me la chiusura di quel cerchio aperto con mio papà e portato avanti con tanti sacrifici. Adesso, è arrivato il momento di sfilarmi la maglia del Rosolini. Prima però, lasciate che ringrazi questa maglia per tutto quello che mi ha dato. È stato un onore Rosolini. Grazie di tutto. Il vostro Capitano, Emanuele.