Modica, Rigoli: “Una squadra al mondo a cui non direi mai di no è questa. La ‘mia’ città merita qualcosa di…”

Terzo posto in classifica con 30 punti conquistati fin qui, a quattro lunghezze dalla vetta. A tracciare un bilancio della prima parte di stagione del Modica è mister Pino Rigoli. Queste le sue parole a Goalsicilia.it

Mister, un campionato equilibrato fin qui, ma alla fine secondo te chi sarà a spuntarla?

“La discriminante di questo campionato, è la costanza. Credo che sia un’Eccellenza, quella del nostro girone, equilibrata verso l’alto, con un nucleo di squadre, noi compresi, che hanno credenziali, che hanno esperienza, che hanno giovani molto interessanti e ambizioni importanti. Alla fine, a fare la differenza saranno i dettagli, quelle gare che rimedi anche quando sembravano ormai incanalate o quelle che ti porti a casa, ottimizzando ogni opportunità. Il girone d’andata ha dimostrato che non ci sono partite ‘sicure’. Noi, ad esempio, abbiamo vinto, perso e pareggiato negli scontri diretti con chi ci precede e con chi ci segue a ridosso ma abbiamo anche lasciato punti alle ultime due in classifica, a dimostrazione, appunto, che niente è scritto. E come noi anche Igea, Taormina e Siracusa. D’altronde, a dimostrazione dell’equilibrio che c’è, nessuno è imbattuto e sono solo 5 i punti che separano la prima e la quarta. Ripeto, la costanza e la regolarità potranno essere determinanti nella seconda metà del campionato. Igea, Taormina, Modica e Siracusa, in rigoroso ordine di classifica sinora, se la giocheranno sino alla fine”.

Che voto dai alla tua squadra dopo questo girone d’andata?

“Non mi piace dare i voti. Rischiano di ‘immiserire’ giocoforza – proprio perché numeri aridi – analisi che invece devono essere più profonde. Abbiamo reso un po’ al di sotto delle nostre potenzialità ma non ci mancano certo le attenuanti. Qualche volte, ci s’è messa pure la sorte a girarci le spalle come in casa della Nebros o contro il Palazzolo ed altre siamo stati noi a farci male come nello scontro dell’ultima contro l’Igea o, sempre in casa, contro la RoccAcquadolcese. Ci sta. Modica sta ritornando nell’eccellenza del calcio dilettantistico e lo sta facendo forte di una società giovane e competente, fatta di gente ambiziosa che non sperpera e che, invece, investe con criterio. Se proprio devo riassumere tutto con un voto, dico 6.5 ma, ripeto, è un’analisi che deve andare oltre. Siamo stati insomma, come quello studente bravo ma che ‘può fare di più’… Ecco, nel girone di ritorno, dobbiamo fare di più”.

Adesso grande attesa per il girone di ritorno. La novità si chiama mister Rigoli in panchina. Qual è la prima cosa su cui stai lavorando e cosa ti aspetti di diverso?

“È una novità anche per me! Inattesa, non considerata e inaspettata. Però, alla fine, se c’è una squadra al mondo a cui non direi mai di no, è il Modica. Ho un rapporto affettivo troppo forte con questa città, con la sua gente, con i tifosi, con il ricordo di gente che sta nel mio cuore e nella mia mente come Antonio Aurnia e Zio Pietro. Avevo iniziato come ‘direttore’ e mi ritrovo a svolgere il mio ‘mestiere’ di allenatore, provando a fare un po’ il manager all’inglese con una squadra che abbiamo costruito. Sto lavorando a concetti semplici e spero efficaci. Ad esempio, fare acquisire a ognuno dei ragazzi la consapevolezza di quanto siano forti e delle potenzialità che hanno. Trasmettendo la mia esperienza ed il mio volere tattico. Poi, sono tornato a lavorare con Saro Marangio in modo da fare connubio tra la parte atletica e quella tattica, trasportandomi un po’ indietro nel tempo. Modica è nel mio cuore per mille ragioni. E rossoblù sono le mie giornate. Non si tratta di aspettarsi qualcosa di diverso. Si tratta di avere consapevolezza, torno a dire, che si può fare qualcosa di diverso. E di molto ma molto importante. Perché la ‘mia’ Città lo merita…”.

Che ruolo può recitare la tua squadra?

“Da protagonista, sino alla fine, giocando ogni partita come se non ci fosse un domani, mettendo dentro qualità ‘pesanti’ e le nostre capacità non indifferenti. Vogliamo giocarcela tutta, sino al 16 aprile, il giorno dell’ultima di campionato. Ma per recitare quel ruolo, quello del protagonista, dobbiamo continuare sul solco della compattezza e ripetere quello che abbiamo fatto una stagione fa, riuscendo in quello che nessuno, alla fine del girone di andata, pensava potessimo fare. Ma per arrivare laddove vogliamo, dobbiamo lavorare, lavorare e lavorare! Ogni giorno e con professionalità. La società, ha creato un assetto di pregio e non ha lesinato alcuno sforzo. Adesso sta a me, ai miei collaboratori e ai ragazzi, intestarci e recitare il ruolo che Modica merita”.

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Damiani Vittorio