Minaccia l’arbitro: squalifica per l’allenatore | Fuori dal calcio per 4 anni
Mano pesante del Giudice Sportivo dopo i gravi episodi che hanno coinvolto il tecnico ed il direttore di gara.
Nel mondo del calcio, i rapporti tra allenatori e arbitri sono spesso molto tesi. Le decisioni arbitrali, essendo soggette all’interpretazione umana, possono generare dissapori e forti reazioni da parte degli allenatori, specialmente in momenti critici di una partita. Gli allenatori sentono una grande responsabilità nei confronti delle loro squadre e dei tifosi, e vedono spesso nelle scelte arbitrali un fattore determinante per il risultato finale. La pressione delle aspettative, unita all’adrenalina del momento, può portare ad accesi confronti in campo e fuori.
Durante le partite, le liti tra allenatori e arbitri sono diventate quasi frequenti, con gli allenatori che esprimono dissenso per presunti falli, fuorigioco o rigori non concessi. In molti casi, questi scontri verbali avvengono per difendere i giocatori e mantenere alta la motivazione della squadra, ma l’eccesso di emozione e tensione può sfociare in comportamenti inappropriati. Gli arbitri, di contro, devono mantenere la calma e l’autorità, ma non sempre riescono a evitare il confronto diretto. Questo comportamento rischia però di influenzare anche la disciplina sportiva generale, se diventa troppo frequente e privo di conseguenze.
Negli ultimi anni, ci sono stati casi di squalifiche severe per allenatori che hanno avuto scontri verbali o fisici con gli arbitri. Ad esempio, José Mourinho è stato sospeso per diverse giornate dopo aver avuto un’accesa discussione con l’arbitro durante una partita importante. Le sanzioni hanno lo scopo di mantenere il rispetto per la figura dell’arbitro e dare un segnale chiaro di disapprovazione verso questi atteggiamenti. Queste sospensioni prolungate colpiscono non solo l’allenatore ma anche la squadra, che deve affrontare partite senza la guida del proprio tecnico.
Un altro caso eclatante è stato quello di Diego Simeone, squalificato per vari turni in seguito a una serie di proteste eccessive nei confronti degli arbitri. Queste situazioni mettono in luce quanto sia delicato il ruolo dell’allenatore: da un lato, deve trasmettere passione e carisma, dall’altro deve rispettare i limiti e le regole imposte dal sistema sportivo. Squalifiche come queste dimostrano quanto sia importante mantenere un comportamento corretto in campo, anche in momenti di tensione, per preservare la credibilità e l’integrità dello sport.
Squalifiche esemplari
Di lunghe squalifiche nel mondo del calcio ne abbiamo viste tante, da Cantona fermato per 8 mesi per un calcio ad un tifoso, a Paolo Di Canio che venne sospeso per 11 gare per avere spinto un arbitro.
Stesso destino per Patrice Evra, che prima di una gara di Coppa con un calcio atterrò un tifoso e ricevette ben 7 mesi di squalifica. Difficilmente per la violenza si è arrivati a squalifiche annuali, solitamente succede per doping o calcioscommesse.
Aggressione all’arbitro e 4 anni di squalifica
Pochi giorni fa il Giudice Sportivo ha squalifica fino al 31 ottobre 2028 un allenatore. Si tratta del tecnico del San Sebastiano, Prima Categoria Campania. Nel secondo tempo il mister è stato espulso dall’arbitro per proteste, dicendogliene di tutti i colori.
Al termine della gara, al rientro negli spogliatoi, l’allenatore ha minacciato anche di morte il giovane fischietto colpendolo con calci e ginocchiate sulla coscia nonostante un dirigente abbia tentato di fare da paciere.