Milazzo, Rufini a GS.it: “Questa squadra ha carattere e mentalità. A fine campionato tireremo le somme”

48

“Nessuna squadra e nessun allenatore va in campo con l’obiettivo minore ma solo per vincere. Dobb

“Nessuna squadra e nessun allenatore va in campo con l’obiettivo minore ma solo per vincere. Dobbiamo pensare di vincere domenica dopo domenica, a cominciare dalla gara col Pistunina. L’identità ci porterà in futuro a capire quale sarà l’obiettivo. A fine campionato tireremo le somme”. Il Milazzo, da quando in panchina è subentrato Danilo Rufini, ha cambiato marcia fino ad assestarsi nelle zone nobili del girone B di Eccellenza. Ai microfoni di Goalsicilia.it però, il tecnico non si sbilancia più di tanto. 

Domenica contro lo Scordia è arrivata una vittoria di cuore.

“E’ stata una vittoria di una squadra che non molla mai e che crede in quello che fa. E’ anche una vittoria del coraggio perchè ad un certo punto, in inferiorità numerica, ho buttato dentro cinque attaccanti rischiando di prendere imbarcate in contropiede. Alla fine l’obiettivo è fare di tutto per vincere e siamo stati premiati dalla grande determinazione e dal sacrificio che ci hanno messo i ragazzi. Ribaltare contro una squadra forte come lo Scordia e in un campo pesante non è facile. Se mettiamo anche che in sette giorni e per due volte abbiamo ribaltato il risultato, sia a Belpasso, sia domenica, questo denota come abbiamo sia un’idendità di gioco sia un grande carattere e mentalità”.

Diciamo che la squadra comincia a rispecchiare il carettere dell’allenatore…

“Ci sto provando, io da parte mia conosco solo tre vocaboli, umiltà, sacrificio e lavoro. Poi c’è l’equilibrio che deve portarci a non buttarci giù nei momenti difficili e non esaltarci nei momenti positivi. Sono cinque vittorie in sei partite da quando sono qui. Ho trovato un gruppo di giocatori affamati che ha voglia di lavorare che si è messo subito a disposizione e ha creduto subito nelle idee che ho proposto. C’è voglia di mettere in campo quello che proviamo in settimana, fin ora i risultati ci stanno dando ragione ma ancora non abbiamo fatto nulla. Questo deve essere solo un punto di partenza”. 

Su cosa ha dovuto lavorare particolarmente da quando è subentrato in panchina?

“Ho trovato una squadra un po’ abbattuta mentalmente. E abbiamo lavorato soprattutto sull’intensità di gioco. Ormai il calcio moderno è fatto di idee ma principalmente sui ritmi. Abbiamo lavorato sulle giocate però è normale che la differenza l’ha fatta il lavoro sulla testa dei giocatori. Il gruppo è valido e con le direttive giuste e con un nuovo modo di vedere le cose sono riuscito a coinvolgerli. Il merito è sempre della squadra, io posso indicare la via ma poi in campo ci vanno i giocatori”.

Come è nata la trattativa che l’ha portata a Milazzo?

“Questo bisogna chiederlo ai dirigenti. Io avevo altre situazioni, poi è arrivata questa chiamata. Questo è il sesto anno che alleno, ho conquistato due promozioni fino alla Serie D e vinto una coppa in Abbruzzo. Sono uno che si mette in gioco e quando mi ha chiamato il presidente ho accettato subito con entusiasmo. Da calciatore sono venuto qui tante volte e ho trovato un ambiente nuovo. Da quando sono qui ho visto almeno 30 dvd con tutte le squadre per farmi un’idea del campionato”.

Per lei non è la prima esperienza in Sicilia…

“Ho fatto bene sia a Gela e Vittoria dove ho vinto un campionato con entrambe le squadre ma anche a Siracusa nonostante i play off persi ai rigori a Cosenza. Sono tre posti importanti per me. E’ normale, ho conosciuto e sposato una gelese, quindi Gela è una spanna sopra le altre. A Siracusa ci torno spesso in vacanza dopo averci giocato perchè è un posto bellissimo con gente calorossissima. Ma la Sicilia è bella tutta”.