Milazzo, Ferrara a GS.it: “Ripartiamo da zero ma con giocatori di categoria. Vorremmo riportare qui la serie D”

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“Ripartiamo proprio da zero, come si suol dire dai timbri. Ricostruire una squadra non è mai f

“Ripartiamo proprio da zero, come si suol dire dai timbri. Ricostruire una squadra non è mai facile ma questo non mi spaventa”. Dopo le esperienze con Sant’Agata e Camaro, Pasquale Ferrara si rimette in discussione. Nella prossima stagione, infatti, il tecnico guiderà il Milazzo, nato per volontà del presidente Velardo, dalle ceneri del Pistunina. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:

Mister, cosa ti ha spinto a dire di sì alla proposta del neonato Milazzo?

“Ho accettato quest’incarico con grande entusiasmo. Credo di avere un’esperienza tale per riuscire a costruire una squadra per come mi ha chiesto la società. Vorrei fare tornare il tifo organizzato allo stadio, spero che i tifosi si organizzino”.

Partiamo subito da quelli che saranno gli obiettivi…

“L’obiettivo è quello di finire nella parte sinistra della classifica, vorrei puntare ai play off. Questo deve essere il traguardo che mi prefiggo io come tecnico, così come la famiglia Velardo che ha tenuto con il Pistunina una società molto seria per oltre cinquant’anni”.

Con quali stimoli affronterai quest’avventura?

“Gli stimoli sono quelli di una piazza importante come Milazzo. Si tratta di una città di grande prestigio che, calcisticamente, non può restare fuori dal massimo torneo dilettantistico. Alla fine degli anni ’90 sono stato qui come allenatore in seconda di Pasquale Marino, quando lui iniziò ad allenare, anzi faceva l’allenatore-giocatore. Conosco la passionalità della piazza, credo che in Sicilia sia una di quelle più ambite e più belle al di là del paesaggio e del turismo”.

Capitolo calciomercato, state cercando gente di categoria…

“Bisogna sempre considerare che stiamo veramente ripartendo da zero. Dal Pistunina restano Ancione e Caldore, difensore campano che si sposerà a Milazzo con una ragazza di qui. Voglio prendere elementi importanti, di categoria. E attorno a loro metterò tanti giovani, ragazzi che sono cresciuti con me e che saranno lo zoccolo duro”.

Tanti nomi accostati al Milazzo, si parla anche di Inferrera e Dall’Oglio…

“Dall’Oglio potrà essere disponibile da ottobre, quando si riprenderà dall’infortunio al crociato. Inferrera ci piace, così come anche Tricamo, Tonino Longo e Matteo Serio. Sono profili che stiamo cercando. La base deve comunque essere il lavoro, questo ci deve trascinare a dare sempre quel qualcosa in più. Io voglio arrivare al risultato attraverso il gioco”.

Quando comincerete ad allenarvi?

“Inizieremo una sorta di pre-preparazione lunedì 23 luglio. Voglio vedere all’opera gli juniores degli anni ’99, 2000 e 2001. Faremo una seduta al giorno, facendo delle selezioni. Poi si inizierà con le doppie sedute, con tutti gli altri, da lunedì 30 luglio, andando avanti fino a metà agosto”.

Cosa cercherai nei giocatori che prenderete?

“Se a Camaro il pallone pesava 500 grammi, a Milazzo pesa quattro volte tanto. Per i calciatori ci vogliono dei requisiti specifici, gente che abbia personalità e carattere”.

Tra l’altro negli anni scorsi il Milazzo ha assaporato il professionismo con la Lega Pro. Pensi che a lungo termine si potrebbe ambire a un ritorno in quelle categorie?

“Questa società, col Pistunina, ha sempre fatto calcio a Messina. Se sono venuti qui, vuol dire che vogliono coinvolgere le persone giuste e degli sponsor importanti. A Milazzo c’è la Raffineria, bisogna toccare le corde giuste tramite l’amministrazione comunale. Se il sindaco e l’assessore allo Sport hanno avuto il piacere di ospitare questa società, significa che vogliono aprire gli orizzonti e guardano lontano”.

E nei prossimi mesi cosa farete per coinvolgere la piazza?

“Intanto cerchiamo di ricreare l’entusiasmo giusto e ottenere buoni risultati. Questo servirebbe anche a coinvolgere, nell’hinterland, altri soggetti. Non esiste il magnate di turno, una persona sola non può fare miracoli. Dobbiamo cercare intanto di riportare qui la serie D, che credo sia, per una piazza come Milazzo, la categoria minima, una base”.

Quindi ti sei posto degli obiettivi…

“Per il professionismo ci sarebbe da fare qualche passo in più. Intanto vediamo se riusciamo a centrare la serie D nell’arco di uno o due anni”.

Molte squadre hanno cominciato a muoversi anche sul mercato. Quali pensi possano essere le più accreditate per i piani alti o le possibili sorprese?

“Mi piace molto il Marina di Ragusa, squadra che ha vinto il campionato e la Coppa Italia di Promozione. Hanno mantenuto l’ossatura dello scorso anno ed erano già una bella squadra. Il Paternò si è arricchito con l’esperienza di Vittorio Strianese che sta costruendo un’ottima squadra. Il Giarre ha fatto diversi movimenti di mercato. Le ultime due mi sembrano quelle che partono con i favori del pronostico. Non sappiamo ancora in quale categoria sarà il Sant’Agata, se sarà ripescato o meno. Se non sarà ripescato, per qualità e budget, sarà la squadra regina del torneo. In ogni caso sarebbe un vero peccato, per serietà e investimenti, se non dovessero essere ripescati in serie D”.

In Italia sempre più società, anche ad alti livelli, rischiano il fallimento. Cosa pensi sul fatto che qui in Sicilia ci siano due gironi di Eccellenza?

“Serve più credibilità, bisogna lavorare in quella direzione. Non capisco perché in altre regioni, come in Puglia o da altre parti, c’è un solo girone, mentre qui ce ne sono due. L’anno scorso, quando ero al Camaro, ho visto situazioni incredibili. Il calcio è veramente malato”.