Messina, Yeboah a GS.it: ‘’Sono arrivato coi barconi, ora sono felice. Sogno? Voglio portare qui anche mia moglie’’

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A Messina è uno degli ultimi arrivati, ma sembra già essere entrato nel cuore

A Messina è uno degli ultimi arrivati, ma sembra già essere entrato nel cuore di tutti i tifosi giallorossi. L’attaccante David Yeboah, ghanese classe ’95, è stato prelevato a dicembre dopo qualche mese in cui ha indossato la maglia del Roccella. E con la squadra siciliana ha già segnato sette reti (record personale da quando è in Italia), in nove presenze. Ai microfoni di Goalsicilia.it, l’attaccante ha raccontato la propria storia, tra pallone e vita privata, svelando anche quelli che sono i suoi sogni.

David, quando sei arrivato in Italia?

“Sono arrivato quasi cinque anni fa, ad aprile saranno cinque anni che sono qui. Come tutti gli africani, è un sogno venire qua in Italia a giocare. E così ho fatto questo viaggio. Sono arrivato con i barconi, è un viaggio un po’ particolare. Ma non mi è mai piaciuto parlare di questo, purtroppo non sono bei ricordi”.

Giocavi a calcio anche in Ghana?

“In Africa giocavo in una scuola calcio, ma anche per strada. Giù non ci sono le possibilità che ci sono qui, quindi era più difficile giocare”.

In Italia, poi, hai già giocato per diverse squadre…

“In Italia sono stato tesserato per la prima volta dal Savoia nel 2013/14, poi ho giocato con le maglie di Catanzaro, Turris, Taranto, Gelbison, Ercolanese e Roccella prima di arrivare a Messina”.

Come ti ha scovato il Savoia, la squadra che ti ha tesserato per prima?

“Giocavo per strada a Napoli, un procuratore mi ha visto e mi ha portato alla Juve Stabia per fare un provino. Il problema erano i documenti, la Juve Stabia era in serie B e non mi ha potuto tesserare. Dopodiché mi ha portato al Savoia e lì mi hanno dato una mano per avere questi documenti. Quindi da lì ho cominciato a giocare”.

Questo procuratore cura ancora i tuoi interessi?

“No, con lui non ci sentiamo più da un po’. Abbiamo preso strade diverse e adesso è un altro procuratore a seguirmi”.

Che tipo di giocatore sei?

“Sono un attaccante veloce. Mi ritengo bravo negli uno contro uno e sono abbastanza forte fisicamente queste sono le mie caratteristiche”.

Parli abbastanza bene l’italiano, l’hai studiato da qualche parte?

“In realtà no, non l’ho mai studiato. L’ho imparato così, in maniera naturale. Quando sono arrivato, nessuno parlava inglese (la lingua che si parla correntemente in Ghana, ndr), quindi l’ho dovuto imparare per forza. Adesso sto parlando meglio”.

Hai cominciato la stagione al Roccella, cosa ti ha spinto ad andare via da lì?

“Ero partito bene, mister Mimmo Giampà mi conosceva bene e mi ha voluto fortemente. Quando mi ha chiamato, ho subito accettato. A dicembre le cose sono cambiate, abbiamo preso altre decisioni. Lì ero il più pagato e da me si aspettavano tanto. In quindici partite ho fatto solo quattro gol, il mister era contento di me, ma la società non lo era altrettanto”.

Come è nata la trattativa per portarti a Messina?

“Il direttore del Messina mi ha cercato insistentemente, ma inizialmente gli avevo detto che a Roccella stavo bene e non avevo intenzione di muovermi. Dopo qualche giorno le cose sono cambiate, la società mi ha fatto capire che non era contenta. Io ho riparlato con il direttore Lamazza e abbiamo trovato l’accordo”.

Sei contento della scelta che hai fatto a dicembre?

“Dire che sono contento sarebbe riduttivo. In realtà sono molto contento, sono arrivato in una squadra con ottimi giocatori, tutti molto esperti, come Ragosta, Rosafio, Cocuzza, Migliorini e tutti gli altri. Mi sto trovando benissimo e anche l’allenatore mi sta dando una grossa mano. E se riesco a seguirlo so che potrò togliermi grosse soddisfazioni”.

Hai avuto difficoltà a inserirti in questo gruppo?

“No, mi sono inserito subito anche perché è un gruppo formato da bravi uomini prima che grandi calciatori. Tutti mi hanno dato una mano e sono contento di stare con loro. Ho un buon rapporto anche col mister, che mi sta insegnando tante cose. È una bravissima persona e un grande allenatore.”.

A Messina stai segnando tanto. Proprio il mister è uno che predilige il gioco offensivo…

“Questo è proprio uno dei motivi per cui sto segnando di più rispetto a tutte le altre squadre in cui ho giocato. Il mister lavora tantissimo sugli schemi d’attacco e questo mi sta aiutando tanto”.

Come ti trovi in città? Ti sei ambientato subito?

“Assolutamente sì. È una città tranquilla e mi piace molto come città, anche perché qui si può stare soltanto bene. Anche la società non ci fa mancare assolutamente nulla”.

E che tipo di rapporto avete invece con i tifosi?

“Sono molto calorosi, ma si dimostrano sempre vicini alla squadra ci fanno sentire la loro passione. Si può quasi dire che anche loro facciano parte di questo gruppo”.

Adesso avete scalato diverse posizioni in classifica. Quali sono gli obiettivi da qui a fine stagione?

“Noi vogliamo vincere tutte le partite. Dovremo giocare sempre come se fosse una finale, anche perché vogliamo fare di tutto per arrivare ai play off. Se quelli che stanno sopra di noi continueranno a vincere, allora pazienza, ma noi daremo tutto per vincere le partite che ci aspettano”.

Quali sono invece i tuoi obiettivi a livello personale?

“Mi piacerebbe segnare in tutte le partite (ride, ndr). D’altronde a quale attaccante non piacerebbe far gol in ogni partita? Spero comunque di riuscirci”.

Il calendario adesso vi mette di fronte a due trasferte difficili, prima con la capolista Troina e poi sul campo della Vibonese…

“Saranno partite difficili. Noi siamo comunque molto carichi e sappiamo che non sarà una passeggiata. Andremo su questi campi per provare a vincere. In ogni caso al momento dobbiamo pensare soltanto al Troina, dopo domenica invece ci concentreremo sulla Vibonese”.

Ti piacerebbe continuare anche l’anno prossimo con la maglia del Messina?

“Certamente, però è ancora presto. Io cercherò di fare bene, poi se la società sarà contenta di me ne parleremo a fine stagione”.

Chi è il tuo idolo?

“Quando ero bambino mi piaceva tantissimo Ronaldinho, anche se adesso non gioca più. Inoltre seguo molto Hazard e Pedro perché sono giocatori che hanno il mio stesso ruolo”.

Cosa ti manca del Ghana? Sei mai tornato lì?

“Ovviamente la famiglia mi manca molto. Fortunatamente ci sono tornato alla fine di ogni campionato e anche a dicembre, quando il mister mi ha dato qualche giorno in più per poter stare con la famiglia. Adesso tornerò lì a fine campionato”.

Da quante persone è composta la tua famiglia?

“Oltre ai miei genitori, ho anche una sorella e due fratelli. E poi sono anche sposato, mia moglie è lì in Ghana e non abbiamo ancora bambini”.

Ti piacerebbe portare tua moglie qui in Italia?

“Io sto facendo tutto il possibile, ma è un po’ difficile. Come sappiamo ci sono molte lungaggini burocratiche e per questo ancora non sta qui. Però mi piacerebbe averla qui al mio fianco al più presto, non vedo l’ora”.

Qual è invece il tuo sogno calcistico?

“Mi piacerebbe arrivare più in alto possibile e magari giocare anche in serie A. Anche il Messina è una squadra che non c’entra nulla con queste categorie e spero che ritrovi presto le categorie che più gli appartengono”.