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Messina, si cerca una strada alternativa


Il Messina continua a navigare in acque tempestose, con il futuro della società che appare sempre più incerto. Dei fondi promessi da AAD Invest non vi è ancora traccia, e la situazione rischia di precipitare giorno dopo giorno. Nonostante le rassicurazioni su conti sbloccati e finanziamenti in arrivo, la realtà dei fatti è ben diversa, alimentando la frustrazione di tifosi e addetti ai lavori.

La questione ruota intorno ai due soci attualmente coinvolti nella proprietà del club: il nuovo, Stefano Alaimo, e il vecchio, Pietro Sciotto. Quest’ultimo ha dichiarato di non volersi assumere ulteriori responsabilità, rifiutando di esercitare la clausola rescissoria dell’accordo di cessione firmato il 2 gennaio. Di conseguenza, rimarrà con il 20% delle quote societarie, ma senza fornire indicazioni chiare sulle sue intenzioni future. Una posizione che lo pone in una situazione delicata: pur non avendo più il controllo operativo del club, la sua presenza potrebbe influenzare le sorti della società in una fase così critica.

Le istituzioni locali stanno cercando una mediazione, come confermato dall’assessore allo Sport, Massimo Finocchiaro, che ha ammesso l’esistenza di interlocuzioni per individuare eventuali imprenditori pronti a rilevare il club. Tuttavia, la priorità resta quella di convincere AAD Invest a lasciare il controllo del Messina, viste le evidenti difficoltà nel rispettare gli impegni economici.

Nel frattempo, la situazione si fa sempre più complicata. Venerdì è attesa una penalizzazione tra quattro e sei punti a causa del mancato versamento di contributi federali, mentre altre scadenze incombono, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del club.

Ad esprimersi sulla crisi del Messina è stato anche il presidente del Trapani, Valerio Antonini, che ha escluso un suo coinvolgimento diretto nella proprietà del club, ma ha offerto la propria disponibilità per trovare una soluzione che eviti il fallimento. «Non si può essere proprietari di due squadre nello stesso campionato – ha dichiarato a TeleSud – ma da siciliano d’adozione mi sto impegnando per aiutare il Messina a salvarsi. Una città da 220mila abitanti con uno stadio da 40mila posti non può finire in Eccellenza. Se nessuno si farà avanti, sono pronto a sedermi a un tavolo per trovare una soluzione che consenta di terminare la stagione e ripartire dignitosamente dalla Serie D con una nuova proprietà».

Le parole di Antonini danno una flebile speranza, ma l’emergenza è adesso. Senza un’iniezione immediata di capitali, il Messina rischia di sprofondare in un baratro senza ritorno.

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Redazione