Messina, Raciti: “C’è la voglia di fare bene. Avellino squadra forte, ma il campo è la nostra arena”-CONFERENZA
Il tecnico del Messina, Ezio Raciti, ha presen
Il tecnico del Messina, Ezio Raciti, ha presentato così in conferenza stampa la sfida contro l’Avellino. Queste le sue dichiarazioni.
PERCORSO “Questo è un nuovo percorso, iniziato due partite fa. Uno step diverso e si respira positività, la voglia di fare bene. Forse quest’aria fa bene sotto tutti gli aspetti. Poi i risultati ti dànno una mano a lavorare meglio e a trovare energie positive. Bisogna comunque dare atto ai ragazzi che oltre alla volontà hanno anche qualità, dimostrando che possono giocarsela con tutti. I contenuti tecnici ci sono stati, a prescindere da modulo e uomini. Bisogna lavorare sulle cose positive”.
INDISPONIBILI E RECUPERATI “Filì non farà parte dei convocati, così com’è fuori Napoletano. Fazzi invece è dentro, ha recuperato la condizione”.
PROGETTO E MERCATO “Per quello che è il progetto squadra abbiamo le idee chiare con il direttore e il presidente Sciotto. Ancora una volta lui ha dato disponibilità per potenziare la squadra, poi le dinamiche di mercato sono sempre difficili, bisogna trovare il giocatore giusto e motivato. Ci è capitato di contattare qualcuno che si guardava attorno e sperava in qualcosa di meglio, già quello non fa al caso nostro, perché se non sposa il progetto e non conosce il blasone di questa città e squadra, non può darci una mano”.
SCELTE “Le scelte? Bisogna pescare da quello che hai a disposizione, mettendo in campo una squadra che possa essere la giusta contrapposizione agli avversari, senza mai perdere la nostra fisionomia. Dobbiamo avere un’identità, lavorare su quella. Poi dentro uno, fuori un altro. Tutti devono far parte di questa fisionomia”.
ATTEGGIAMENTO “L’atteggiamento di una partita è dettato dai momenti della stessa partita. Le dinamiche di una gara ti portano a interpretarla in un modo o nell’altro. Ai ragazzi ho cercato di trasmettere la necessità di essere compatti e determinati. Il risultato è importante ai fini della classifica, quando non puoi vincere è importante non perdere. Non possiamo permetterci di andare all’arma bianca concedendo praterie nelle ripartenze”.
AVELLINO “L’Avellino è una squadra forte, che si è potenziata con giocatori provenienti addirittura dalla Serie B. Hanno un allenatore che conosce bene il campionato ed è uno dei migliori della categoria. Poi hanno un giocatore che l’anno scorso abbiamo avuto qui e che in questo momento forse è il loro valore aggiunto. È una squadra da prendere con le pinze, penso che anche loro non verranno qui convinti di fare un sol boccone dell’avversario. Sarà una partita maschia, fisica, noi siamo pronti a lottare su ogni pallone, centimetro su centimetro”.
ESTERNI “In organico abbiamo quattro esterni: abbiamo Kragl, Grillo, Iannone e Napoletano, siamo abbastanza coperti, anche Versienti può essere impiegato da esterno. Abbiamo necessità di intervenire come priorità in altri settori, ma monitoriamo anche il centrocampo e il tridente offensivo, per poter aggiungere ancora qualcosa alla squadra”.
IDENTITA‘ “Bisogna aspettare la chiusura del mercato per avere l’identità definitiva in termini di numeri e di uomini. Ma a prescindere da quello, l’identità di squadra dobbiamo averla. Possono cambiare le caratteristiche, un esterno di difesa può essere più bloccato, un altro più propositivo. Ci sono tante cose che ti daranno una mano a fare la scelta che speri sia quella giusta”.
TIFOSI “I tifosi sono venuti anche a Viterbo, sono stati molto collaborativi con il gruppo squadra, tifando e cantando per tutta la gara, così come hanno fatto giovedì. Ci chiedono disperatamente di salvare il Messina, anche questo indica una maturità da parte del tifoso. L’importante è il risultato finale, la salvezza. Bisogna sposare tutti assieme lo stesso progetto, i tifosi hanno fatto un passo avanti. Il Messina è dei messinesi, è dei tifosi, sono loro che negli anni faranno la storia, non è mai un calciatore o un allenatore. Noi stiamo custodendo un bene prezioso, dobbiamo fare tutto per salvaguardarlo e restituirlo nella stessa categoria a fine anno”.
MORALE “Alla ripresa degli allenamenti ho detto ai ragazzi che in un primo momento bisognava tirare su il morale perché si veniva da un periodo brutto, dove anche i calciatori erano mortificati dai risultati. Oggi bisogna lavorare in modo non diverso, ma con una prospettiva più ampia, mantenendo gli equilibri. Non ci possiamo esaltare o deprimere, né durante le settimane, né durante le partite. Sotto questo aspetto è stato determinante anche l’apporto del mental coach, che giornalmente lavora con i ragazzi”.
TERRENO DI GIOCO “Ho parlato con l’addetto al campo, lui mi diceva che è in buone condizioni e si è ripreso. Poi dipende anche dalle condizioni atmosferiche, se piove tanto è normale che il campo si allenti. Per noi però cambia poco, vogliamo fare una gara fisica, di combattimento, lottando palla su palla. Per noi il campo è un’arena, contro qualsiasi avversario dobbiamo dare il massimo e consapevoli di questo dobbiamo uscire dal campo. Noi faremo il massimo delle nostre possibilità. Sappiamo che affrontiamo una squadra forte, a fine gara vedremo cosa saremo riusciti a ottenere. Muovere la classifica è importante, dà continuità ai risultati”.
MOMENTO DEGLI AVVERSARI “A volte si vede il bicchiere solo mezzo pieno o mezzo vuoto. L’Avellino viene sì da due pareggi, ma anche da otto risultati utili consecutivi. Se analizziamo questo, sappiamo di affrontare una squadra in salute. Sappiamo che incontriamo una squadra forte nei singoli, che il loro tecnico conosce la categoria e fa giocare bene la squadra. Sono tutte delle finali, abbiamo fatto le prime due, ci hanno dato la possibilità e il diritto di fare la terza. Dobbiamo affrontarla come una finale, in una gara secca può succedere di tutto. Dobbiamo mettere tutte le condizioni per poter fare risultato”.
IMPOSTAZIONE TATTICA “A Viterbo avevamo la difficoltà che prendevamo troppe palle filtranti con i due mediani e ho fatto la scelta di mettere un uomo davanti la difesa. Ci siamo messi a tre in mezzo al campo e tre davanti. Non ho messo Konate avanti. Noi dobbiamo essere propositivi, mettendo un centrocampista lì magari si perde qualcosa in fase di possesso. È più facile chiedere a uno degli attaccanti magari di sporcare la prima giocata, di schermare il loro play. E poi così in fase di possesso abbiamo un uomo in più”.