Messina, Raciti: “Abbiamo meritato questa salvezza. Avevo detto a Ragusa che adesso toccava a lui…”

Il tecnico del Messina, Ezio Raciti, commenta così il successo contro la Gelbison e la salvezza in Serie C:

“Un risultato molto sofferto. Avrei preferito un finale uguale ma preparato in modo diverso. Prima della partita dicevo che l’anno scorso un messinese, capitano, Peppe Rizzo, che non aveva fatto neanche un gol, ha segnato col Taranto e ci ha salvato. Quest’anno ho detto ad Antonio che adesso toccava a lui, messinese e capitano. Il suo primo gol è il gol più importante del campionato. Devo dire grazie a questi ragazzi e al pubblico che ha dimostrato di essere da categoria superiore. La Serie C sta stretta al Messina, hanno dimostrato il calore e l’amore che hanno per questa maglia”.

A questo punto Raciti chiama accanto a sé proprio Nino Ragusa. Un bacio, un abbraccio tra i due e si prosegue:

“Non credo che Ragusa debba dimostrare niente a nessuno, il suo curriculum parla per lui. È stato determinante nel momento più importante. La cosa fondamentale fatta a gennaio è stata quella di scegliere giocatori importanti, ma soprattutto uomini veri, con attributi incredibili. Nino è uno di quelli che ha guidato lo spogliatoio, ha preso per mano i compagni. Tante volte, ingiustamente, non è stato gratificato per come meritava. È giusto dare i meriti a chi ci ha messo la faccia, Nino lo ha fatto in prima persona”.

“Vorrei ricordare che nel girone di ritorno abbiamo fatto 30 punti, dopo gli 11 fatti nel girone d’andata. Meglio di noi hanno fatto solo Catanzaro con 40 e Crotone con 32. Abbiamo affrontato la Gelbison che ha dimostrato di essere una squadra viva. Questa è una salvezza meritata, figlia dei nostri sacrifici, ne abbiamo fatti tanti. Sono orgoglioso di avere avuto il piacere di allenare questo gruppo. Io, lo staff e i giocatori siamo un tutt’uno, siamo riusciti a fare un gruppo importante”.

“Dopo il campionato si azzera tutto, queste sono gare dove conta l’esperienza, conta il fatto di gestire l’emotività, conta la condizione atletica. È stata una doppia sfida difficile in tutto, nel prepararla, nel viverla e nel vincerla”.

“Non abbiamo un progetto a lunga scadenza. Sono stato chiamato dal presidente con l’obiettivo di salvare il Messina. Ci sono riuscito per la seconda volta, ed è la terza volta che mi riesce in questa categoria di salvare squadre quasi disperate. Il percorso dice che in 60 partite ho fatto 90 punti con squadre che lottavano per non retrocedere. È un bottino abbastanza importante, ma quello che sarà il futuro dipende dalla società. Io l’unico consiglio che potrei dare è di non disperdere questa squadra, di mantenere questo gruppo, perché è un gruppo fatto da uomini veri”.

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