Messina, futuro nebuloso: adesso si riparta da ‘Mister Miracolo’ Ezio Raciti

E adesso chiamatelo “Mister Miracolo”. Una provocazione, chiaro, ma Ezio Raciti ha dimostrato con i fatti, una seconda volta, di saper porre rimedio a una situazione che sembrava disperata, mantenendo il calcio professionistico in riva allo Stretto. Lo scorso anno la salvezza arrivò nel finale della regular season contro il Taranto, quest’anno è stata più sofferta, ai play out con la Gelbison, ma la sostanza non cambia: il Messina, ancora una volta, sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato di Serie C.

Il presidente Sciotto ha annunciato il suo disimpegno, dunque servirà una nuova società in grado di garantire stabilità a un progetto che in questi anni troppe volte ha zoppicato. Si resta chiaramente in attesa di novità, ma la cosa più logica da fare sarebbe quantomeno quella di garantire una continuità tecnica. E allora si riparta da mister Raciti, che con il suo gruppo ha conquistato una salvezza che sembrava inimmaginabile solo qualche mese fa. Chiaro che in mancanza di una società è difficile programmare, ma è chiaro anche che ripartire un’altra volta da zero, sul piano tecnico, presenta tante, forse troppe incognite.

Il lavoro di Raciti, del suo staff e del ds Logiudice, anche lui artefice di questa impresa, è sotto gli occhi di tutti. Una squadra rafforzata a dovere nel mese di gennaio, quando si è intervenuto sulle criticità portando in squadra esperienza e tecnica. Rinforzi mirati che, alla lunga, hanno saputo rivelarsi decisivi in campo e anche fuori dal campo. Una squadra che ha fatto gruppo e che anche nei momenti di difficoltà non si è mai disunita.

“Vorrei ricordare – ha sottolineato proprio il tecnico a fine stagione – che nel girone di ritorno abbiamo fatto 30 punti, dopo gli 11 fatti nel girone d’andata. Meglio di noi hanno fatto solo Catanzaro con 40 e Crotone con 32. Abbiamo affrontato la Gelbison che ha dimostrato di essere una squadra viva. Questa è una salvezza meritata, figlia dei nostri sacrifici, ne abbiamo fatti tanti. Sono orgoglioso di avere avuto il piacere di allenare questo gruppo. Io, lo staff e i giocatori siamo un tutt’uno, siamo riusciti a fare un gruppo importante”.

Un rapporto schietto e sincero quello di mister Raciti con i suoi calciatori. E non sono frasi di circostanza. Per capirlo basta guardare l’abbraccio e il bacio con Nino Ragusa (quasi come un padre con un figlio) nella conferenza post-Gelbison, ma anche gli abbracci dispensati in campo ai suoi calciatori, a uno a uno. E forse su tutti spicca quello commosso al portiere Ermanno Fumagalli (foto), altro autentico leader di un gruppo che ha saputo prendersi ciò che rincorreva, ciò per cui era stato fatto un patto.

La riconferma del tecnico, però, è tutt’altro che scontata e lo ha fatto intendere lui stesso: “Non abbiamo un progetto a lunga scadenza. Sono stato chiamato dal presidente con l’obiettivo di salvare il Messina. Ci sono riuscito per la seconda volta, ed è la terza volta che mi riesce in questa categoria di salvare squadre quasi disperate. Il percorso dice che in 60 partite ho fatto 90 punti con squadre che lottavano per non retrocedere. È un bottino abbastanza importante, ma quello che sarà il futuro dipende dalla società”.

Già, la società. Al momento il futuro appare abbastanza incerto e nebuloso. I tifosi messinesi non hanno però dubbi e sul piano tecnico vogliono ripartire dall’uomo che ha regalato due salvezze quasi insperate alla piazza. Le sue parole suonano come un monito, ma anche come la volontà di poter guidare la squadra dall’inizio: “Io l’unico consiglio che potrei dare è di non disperdere questa squadra, di mantenere questo gruppo, perché è un gruppo fatto da uomini veri”.

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Di Noto Luca