Ospite di “Area C”, il portiere del Messina, Ermanno Fumagalli, commenta così la convocazione sua e di suo figlio nel match di sabato scorso contro la Casertana:
“Lo abbiamo saputo insieme, alla fine, per via delle defezioni dell’ultimo minuto. L’emozione più grande l’ho avvertita dopo la partita, quando ho realizzato cosa era successo e non nascondo che qualche lacrimuccia è scesa”.
“Giocare con mio figlio? L’ho detto sempre come uno scherzo che avrei lasciato il campo in quel momento. Ci sto riuscendo per vie traverse, sarà il campo a decidere quando, come e perché smetterò. Ma finire con mio figlio in campo sarebbe un sogno ancora più grande”.
“Sono un papà molto esigente. Jacopo si è inserito bene in squadra, i ragazzi gli hanno dato una mano dal primo giorno e sta capendo veramente il valore del sacrificio. Non posso che ringraziare tutti i miei compagni perché lo stanno trattando come bisogna trattare i giovani che arrivano dal settore giovanile”.
Anche il figlio Jacopo Fumagalli ha commentato così quanto accaduto:
“Da quando sono piccolo andavo a vedere tutte le sue partite ogni domenica. Vivere la prima partita insieme è stata un’emozione talmente forte che non nego di essere scoppiato in lacrime anche io”.
“Il giorno della partita non ci siamo neanche parlati. Anzi, sotto il tunnel ci siamo incrociati ma non ci siamo neanche guardati. Papà era in camera con Nino Ragusa, io in camera con altri due ragazzi”.
“Papà? Come lo vedete in campo è anche in casa. È molto protettivo. È meglio il papà, non lo dico perché è mio padre, ma secondo me è uno dei portieri più forti della categoria”.