Mazara, Brucculeri a GS.it: ‘’Qui mi sento a casa, non do voti ma questa squadra ha un’anima. Bilancio…’’

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Considerato dagli addetti ai lavori, e non solo, un lusso per la categoria, sta guidando il suo Mazara con risultati più che soddisfacenti. Ci riferiamo a Totò Brucculeri, tecnico dei canarini, con cui abbiamo fatto il punto della situazione. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, circa un mese fa in tanti vi davano già per morti e a te in bilico. Che ne pensi?

 “Nel calcio, come nella vita, le critiche ci stanno ma devono essere costruttive. L’importante è sempre trarre il massimo dalle critiche a fin di bene e cestinare quelle fatte con cattiveria inutile”.

Quindi quelle che hai ricevuto ti sono state utili o erano gratuite?

“Fare calcio è diventato particolare: se vinci sei bravo, se perdi sei scarso, non esistono vie di mezzo. Le sconfitte e le vittorie sono frutto però di ingredienti messi insieme, bisogna sempre valutare prima di fare qualche critica quali sono questi ingredienti”.

Avete subito tre sconfitte in questo girone d’andata. Quale ti è pesata di più?

“Sono state tre sconfitte meritate volendo. Oggettivamente arrivate per nostre disattenzioni, non perché gli avversari ci abbiano messo sotto. Sono state partite perse che considero salutari, sia per la mia crescita che per quella dei giocatori”.

Che voto dai a questo girone d’andata?

“Non mi piace dare voti. Penso che siamo arrivati al giro di boa facendo un buon lavoro. Io sono soddisfatto, perché ho un gruppo di lavoro importante, con ragazzi disponibili al sacrificio. Creando uno spogliatoio forte, che ha un’anima, di conseguenza crescono anche gli aspetti più tecnici. Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo continuare a lavorare sodo”.

Hai trovato una squadra che era abituata a lavorare in un certo modo con mister Modica. È stato difficile far capire le tue idee?

“Abbiamo due tipologie di gioco diverso. L’anno scorso facevano un bel calcio, da categorie superiori no? Mister Modica merita un plauso, sta dimostrando anche in D che è un allenatore importante che ha le sue idee”.

Insomma hai trovato una squadra importante…

“Ribadisco che l’anno scorso questa squadra ha fatto un girone di ritorno molto importante, se avesse avuto lo stesso andazzo anche all’andata, si sarebbe giocata la promozione. Il cambio della gestione ha influito tanto, dall’arrivo del presidente Franzone si è fatto ordine e anche il campo ne ha ricevuto i benefici”.

Dopo la partita con l’Alcamo, l’ultima prima della sosta, hai dichiarato di avere una rosa ristretta…

“Sì, mi riferisco proprio dal punto di vista numerico. La società sta cercando di accontentarmi, per aumentare i giocatori a disposizione ma soprattutto per portare positività all’interno dello spogliatoio. Non prenderemo qualcuno tanto per prenderlo. Abbiamo fatto e stiamo facendo un mercato intelligente, provando a prendere qualche giocatore che possa darci una mano in quei ruoli in cui siamo un po’ scoperti”.

Avete preso un gran portiere come Dolenti, avendo già Keita che è molto bravo. Il dualismo è positivo?

“Dolenti è un valore aggiunto. Keita è giovanissimo, è un ’97 e sta migliorando giorno dopo giorno. Penso che sia di grande prospettiva, ne sentiremo parlare. Ha dimostrato di accettare il ruolo di secondo, è il primo tifoso dei propri compagni”.

Siete a cinque punti dal primo posto…

“Sinceramente quando sono stato lassù non mi è mai girata la testa. Più piani salgo, più sto meglio. Anzi, quando sto in basso mi sento soffocare…”.

Qual è la squadra che ti ha impressionato maggiormente finora?

“Devo fare i complimenti a quelle squadre che ai nastri di partenza non si pensava facessero un girone d’andata così importante. Mi riferisco al Cus Palermo, al Caccamo e alla Parmonval, ma ovviamente lo stesso Dattilo sta avendo una continuità impressionante. Tutti i rispettivi tecnici meritano complimenti. Io non sono un allenatore che si nasconde dietro un dito per lamentarsi, accampando alibi. Mi piace dire sempre la verità a testa alta”.

A cosa ti riferisci?

“Il rispetto nella vita bisogna guadagnarselo, non bisogna chiederlo. Chi lo chiede, anche attraverso la stampa, fa parte della categoria dei deboli e non potrà mai essere un vincente”.

Stai bene a Mazara?

“È la mia città, sto benissimo. Qui ho vinto, prendendomi tante belle soddisfazioni. Penso di essere stimato dal pubblico e dalla città, ricevendo anche qualche critica ma va bene così”.

Ti aspetti una vicinanza maggiore da parte dei tifosi gialloblù?

“Sinceramente non ho mai elemosinato nulla, tantomeno chiederei qualcosa del genere.  Ovvio che a me farebbe piacere vedere il Nino Vaccara pieno, ci sarebbe una base motivazionale importante in ogni partita”.

L’obiettivo nel ritorno è raddoppiare i 28 punti già fatti?

“L’importante è raggiungere quel punteggio che ci farà mantenere la categoria. Quando ci arriveremo, si potranno cominciare a guardare altri obiettivi”.

Al rientro farete visita al Castelbuono…

“Una squadra giovane che gioca con grande entusiasmo. Ha un allenatore che è un grande motivatore che finora sta facendo cose egregie. Tutti meritano grande rispetto, quindi non sarà un match facile”.

C’è un sassolino che ti vuoi togliere dalla scarpa?

“Non ho sassolini, c’è qualche pietruzza che raccolgo sul sintetico, qualche pezzettino di gomma che però non mi dà fastidio, anzi pulisco con grande serenità. Io i sassolini li tolgo faccia a faccia, non sono il tipo che scrive su internet o sui giornali, se ho una cosa da dire la dico personalmente”.

Coppa Italia, si può dire che avete già un piede in finale?

“Sono già passato da questa strada, conosco come funziona. Bisogna stare molto attenti ai dettagli, anche perché toglie tante energie non solo fisiche ma soprattutto mentali. Certamente la vittoria nella semifinale d’andata è stata importante, ma ancora nulla è stato fatto. Ci sono ancora più di 90 minuti da giocare e nel calcio le insidie sono dietro l’angolo”.

Anche perché il Licata non è di certo una squadretta…

“Appunto. Ha calciatori importanti, che hanno già giocato anche in categorie superiori. Adesso ha cambiato allenatore e troverà nuove motivazioni”.

Ti aspettavi l’esonero di Galfano?

“Io dico sempre che nel calcio l’allenatore è un uomo solo con la valigia in mano”.