Il tecnico del Mazara, Riccardo Abbenante, presenta così la sfida contro l’Unione Sportiva Mazara 46:
“Abbiamo lavorato su quello in cui crediamo, penso che domani si potrà vedere qualcosina in più, senza tralasciare la questione risultato perché dopo domenica scorsa sarebbe bello portare a casa un bel traguardo, quello del passaggio del turno”.
“Le vittorie aiutano a lavorare meglio? È normale, la psicologia del calciatore funziona così. Io mi ricordo che quando ero un calciatore se perdevo volevo smettere. Quando vincevo invece mi sentivo euforico e non vedevo l’ora che arrivasse il martedì. È stata una buona settimana di lavoro, abbiamo terminato il ritiro e dalla prossima settimana cominceremo con la settimana tipo del campionato”.
“Una squadra di calcio dopo il ritiro trova la condizione gara dopo gara. È normale anche che serve capire il quantitativo di lavoro fatto da ogni singola squadra. Noi abbiamo lavorato tanto, penso che la squadra vera si possa cominciare a vedere almeno dopo tre o quattro partite”.
“Per il Mazara deve essere un campionato spero importante. Abbiamo tanti giovani e io confido in loro, gente che ha voglia di farsi notare per cercare di arrivare a un sogno. Spero nei nostri giovani di qualità, se fanno bene per loro potrà essere un trampolino di lancio”.
“Le chances di qualificazione ci sono per tutti. Loro hanno un’ottima squadra e l’ho già detto, il 3-1 sarebbe stato un altro tipo di risultato perché sarebbero stati costretti ad aggredirci. Noi faremo la nostra partita, quella che piace a me. Vogliamo attaccarli alti per non farli giocare. Non c’è motivo di speculare sul risultato. Contro qualsiasi avversario devi avere lo stesso tipo di mentalità, poi le situazioni fanno la gara, il calcio è situazionale, sarà il campo stesso a dirci che tipo di partita sarà”.
“Mi auguro che questo campo si possa riempire. Noi abbiamo bisogno dei tifosi, il calcio minore in generale ha bisogno dei tifosi. Adesso nell’epoca delle tv ci sono gare di interesse superiore, ma ricordo che quando ero ragazzino la gente non vedeva l’ora di finire di mangiare per andare allo stadio e sostenere la squadra della propria città. E per tutta la città era una festa. Mi auguro che il calcio minore possa crescere, per farlo ha bisogno dei tifosi”.