Maxi processo in Serie A: coinvolti i massimi esponenti del calcio italiano | Il giudice ha emesso sentenza

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Tribunale (Youtube) www.goalsicilia.it

Tornano alla ribalta i caos legati al calcio italiano e una querelle che ha portato allo scontro, anche legale, alcuni dirigenti.

Nel corso della storia del calcio italiano, alcune vicende extracalcistiche hanno minato la credibilità di questo sport, rivelando pratiche illegali e accordi occulti. Uno dei primi scandali di rilievo fu il Totonero del 1980, in cui giocatori e dirigenti furono coinvolti in un sistema di scommesse clandestine. L’inchiesta portò alla retrocessione di società come Milan e Lazio in Serie B e a squalifiche per numerosi calciatori, tra cui campioni celebri. Questo episodio scoperchiò una realtà fatta di connivenze e interessi economici che andavano oltre il semplice spirito competitivo.

Anni dopo, un nuovo terremoto colpì il calcio italiano con l’inchiesta sul calcioscommesse nel 2011, che coinvolse decine di squadre, soprattutto di Serie B e Lega Pro, ma anche alcune di Serie A. Si scoprì che alcune partite erano state manipolate per favorire guadagni illeciti tramite le scommesse. L’indagine, condotta dalla magistratura e dalla FIGC, portò a sanzioni pesanti, tra cui penalizzazioni in classifica e squalifiche per allenatori e giocatori. Anche questa vicenda evidenziò l’esistenza di un sistema opaco, in cui il risultato sportivo diventava secondario rispetto agli interessi economici.

Nel 2006, il calcio italiano fu travolto dal più grande scandalo della sua storia: Calciopoli. L’inchiesta rivelò un sistema di influenze e manipolazioni arbitrali orchestrato da dirigenti di alcune delle principali squadre di Serie A. Le intercettazioni telefoniche svelarono il tentativo di condizionare designazioni arbitrali e risultati delle partite, alterando il regolare svolgimento del campionato.

Le conseguenze di Calciopoli furono devastanti: la Juventus fu retrocessa in Serie B e privata di due scudetti, mentre altre squadre, come Milan, Lazio e Fiorentina, subirono penalizzazioni. L’episodio lasciò un segno indelebile sulla reputazione del calcio italiano, costringendo il sistema sportivo a ripensare le sue regole per prevenire futuri scandali.

La querela per Moggi

Poco tempo fa ospite di Sportitalia, Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus e protagonista della vicenda Calciopoli ha fatto alcune dichiarazioni che sono state oggetti di discussione e hanno generato una querela da parte di Gianfelice Facchetti, figlio dello storico ex vicepresidente interista.

Questo uno stralcio delle parole di Moggi: “Quello che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora: le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la richiesta ad un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, quindi sta zitto Zanetti, è meglio per te ed è meglio per l’Inter”.

Luciano Moggi (LaPresse) Goalsicilia

Moggi aveva ragione

Nel processo per la querela, Moggi è stato assolto perché il fatto non sussiste. Infatti, l’ex dirigente, ha portato a processo le prove di ciò che aveva detto ed effettivamente tutto questo è stato evidenziato dalla sentenza di assoluzione del giudice.

Sono state infatti prodotte dalla difesa alcune intercettazioni, mai entrate nell’inchiesta Calciopoli per scelta di chi indagava, che effettivamente rispecchiano quanto detto dall’ex juventino  nei confronti dei dirigenti dell’Inter. Per questo per lui è arrivata l’assoluzione.