Marsala, Tripoli a GS.it: “Bella piazza, presupposti per fare bene anche in futuro. Sul mio passato…“
“Ho fatto una vita giocando fuori”. Un siciliano del nord, Pietro Trip
“Ho fatto una vita giocando fuori”. Un siciliano del nord, Pietro Tripoli, attaccante di caratura nazionale, con tantissime presenze e gol tra Serie C e soprattutto Serie B, in estate è tornato nella sua terra d’origine sposando il progetto Marsala. Abbiamo ripercorso i passi della sua carriera parlando anche di presente, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Perché ti chiamano “Zanzara”?
“Questo soprannome è nato a Varese, lì sono stato cinque anni, abbiamo fatto bene vincendo campionati su campionati. Ero la ‘Zanzara’ perché rompevo i co***oni a tutti (ride ndr), andavo a duemila, pungevo sempre. Che spettacolo i tifosi che cantavano ‘la zanzara Tripoli’…”.
A Varese avete sfiorato la Serie A…
“Siamo arrivati quarti in B e abbiamo perso la semifinale play off, l’anno dopo abbiamo perso la finale invece contro la Sampdoria”.
La Serie A è un motivo che ritorna quando ti prese il Parma…
“Sono passato dal Varese al Parma ma poi fui girato in prestito ad Ascoli. Era il Parma che poi è fallito quindi non ho avuto l’occasione di tornare per esordire in A”.
Esordire in Serie A sarebbe stato il coronamento della carriera…
“È il sogno di ogni bambino giocare in A, però ho fatto una carriera di cui sono fiero, tutto quello che ho avuto non me l’ha mai regalato nessuno e sono contento”.
Qual è il momento più bello?
“A Varese ho vinto due campionati, poi ho vinto campionati anche a Vercelli e Ascoli, di annate belle ne ho vissute. A livello personale, ad Ascoli forse: ho finalmente giocato nel mio ruolo, da seconda punta, e ho fatto 11 gol. Il 4-3-3 di oggi ormai è un 4-5-1 quindi giocando esterno non hai mai occasione di fare tanti gol”.
Chi è il giocatore più forte con cui hai giocato?
“Ce ne sono tanti. Neto Pereira però era fortissimo, il classico giocatore che poteva andare in Serie A e starci per tanti anni ma per un motivo o per un altro, neanche lui ci è riuscito. Poi ho giocato con Buzzegoli, davvero forte”.
Sappiamo che hai un grande rapporto con mister Lucarelli…
“Gli piaccio come giocatore, mi ha voluto fortemente. Per lui da Ascoli sono andato a giocare alla Pistoiese. C’è rispetto e stima reciproca. Ho altri allenatori che sento sempre e tengo nel cuore, vedi Rosario Pergolizzi L’ho avuto alla Primavera del Palermo, poi cinque partite ad Ascoli, ancora adesso ci sentiamo e posso solo parlarne bene”.
Sei cresciuto nel settore giovanile del Palermo però dopo non hai mai più giocato in Sicilia…
“Volutamente”.
Nessuno profeta in patria?
“Ecco, i proverbi non sbagliano mai (ride ndr). Ho sempre preferito giocare al nord, ho sempre avuto il desiderio di giocare ad alti livelli ed il Nord dava più possibilità, più conoscenze e più squadre. Al Sud vuoi o non vuoi, parecchie squadre partono e non sai mai se arrivano alla fine, mentre su è tutto più organizzato e si gioca molto più a calcio rispetto che qui. Qua però la passione dei tifosi fa la differenza, gli stadi si riempiono sempre mentre da Roma in su alle volte non gliene frega niente”.
Eppure nel 2015 sei stato vicino al Catania…
“Ci sono stati i contatti ma non si fece nulla, rimasi ad Ascoli. Dispiace perché è una piazza importante in cui avrei voluto giocare”.
Lucarelli, nelle sue esperienze in Sicilia, non ti ha mai cercato?
“Mi ha cercato quando era a Messina perché faceva un modulo adatto alle mie caratteristiche. Quando era a Catania mi ha chiamato dicendomi che avrebbe cambiato modulo, passando al 3-5-2, e preferiva due attaccanti di peso ma che tra di noi non sarebbe cambiato nulla”.
Adesso Marsala. Com’è nata questa trattativa?
“Dopo tanti anni mi sono risentito col mio ex procuratore, Umberto Calaiò, di cui ho sempre avuto grande stima. Lui mi ha portato a Varese e mi ha sempre spinto verso il Nord. Poi le vie si sono divise ma siamo rimasti sempre rimasti in grandi rapporti. In estate mi ha chiamato dicendomi che era qui a Marsala, che c’era gente di cui ci si poteva fidare e mi ha convinto. Marsala è una bella piazza, una bella città, si sta veramente bene. Ringrazio tanto Umberto e anche Domenico Cottone, spero a breve gli diano la carica che secondo me merita”.
Sei pentito di essere tornato nella tua terra?
“Ci sono stati dei piccoli problemini organizzativi ma stanno andando piano piano sistemandosi. Si può buttare una buona base per una grande squadra l’anno prossimo. Sono felice della scelta”.
Venite da un periodo super positivo…
“Sono tre vittorie consecutive, sette partite che non perdiamo. Le cose si stanno risolvendo, si stanno vedendo i risultati da quando Vincenzo (Giannusa, ndr) gestisce la squadra. Non avevo dubbi, speriamo di continuare così”.
Mister Giannusa sembrava dover fare solo il traghettatore per una partita e invece…
“È una sorpresa per la gente che non lo conosceva. Noi che l’abbiamo vissuto, prima come secondo allenatore e ora come tecnico in prima, non avevamo dubbi. È bravo, preparato, si fa rispettare. Ha il polso della situazione e sinceramente ci voleva una persona così per dare una svolta alla stagione”.