Marsala, Chianetta a GS.it: “Vi racconto la nostra stagione, delusioni e momenti esaltanti. Io il prossimo anno…”

Ci eravamo sentiti la scorsa settimana ma con la promessa di riaggiornarci ad obiettivo raggiunto e così è stato. Abbiamo fatto un bilancio complessivo con Ignazio Chianetta, uno dei principali artefici della promozione del Marsala in D. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, come stai?

“Mai stato così bene negli ultimi otto mesi (ride, ndr)”.

L’anno scorso solo mezza al Paceco, adesso prima vittoria in Eccellenza, che si prova?

“Diciamo che sono molto fortunato, porto fortuna, un amuleto (ride, ndr). In tanti dicono così e va bene”.

Ancora c’è gente che non apprezza completamente il tuo lavoro?

“Eh vabbè, la squadra era forte ed è giusto così. Ogni cosa che si fa, ogni commento maligno o meno che ti arriva, bisogna sempre prendere tutto con filosofia. Sicuramente la fortuna è importante, chi vince ne ha sempre almeno un pizzico, ma credo che un bel lavoro è stato fatto da parte mia e dello staff”.

Hai gestito u gruppo di giocatori forti, qual è stata la cosa più difficile?

“Per allenare una squadra forte, soprattutto se non sei stato un grande calciatore, devi avere sempre il polso della situazione. Ovviamente bisogna assumersi delle responsabilità importanti, come giudicare, criticare ed eventualmente rimproverare. Ovviamente al Sekkoum della situazione non posso insegnare a stoppare un pallone, ma devo toccare altre corde. È come una battaglia navale, la flotta ce l’hai ma devi essere bravo ad assemblarla e così vinci la partita”.

Non credo sia stato facile lasciare in panchina di volta in volta gente che avrebbe fatto il titolare ovunque…

“Forse la bravura è questa. Quando chiami in causa uno di questi ragazzi per 5 minuti o per un tempo, potrebbe tranquillamente mandarti a fancu*o. Partendo dal presupposto che tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile, è bello vedere che poi hanno sempre dato il massimo. Ecco forse qua c’è stato un pizzico di fortuna, l’avere dei giocatori, oltre che calcisticamente validi, con un grande spessore umano”.

Hai vinto il campionato con la squadra della tua città, la soddisfazione vale doppio?

“Quando faccio qualcosa, la faccio con criterio e raziocinio, ovviamente posso anche sbagliare. Era una mia scommessa e anche un banco di prova per me, se lo fai nella tua città è ancora più difficile. Qua ci sono stati allenatore come Morgia e Pergolizzi, giusto per citarne un paio, io di fatto sono un illustre sconosciuto reduce da mezzo campionato di Eccellenza anche se qualcosa avevo già vinto tra Prima categoria e Promozione. C’era tanto scetticismo nei miei confronti, se le cose non fossero andate per il verso giusto non sarebbe stato facile. Sono stato criticato, ma quando domenica sera scendendo dal pullman c’erano tanti tifosi ad accoglierci e ci hanno applaudito, dimentichi tutte le difficoltà”.

Che sensazioni hai provato tornando in città e trovando tutti quei tifosi ad acclamarvi?

“Domenica abbiamo sentito il loro calore durante tutta la giornata. C’era già un bel gruppo al raduno di mattina prima della partenza per Canicattì, al ‘Bordonaro’ tanti nostri supporters e al ritorno altri grandi applausi. Ti devo dire che è stata un’emozione grandissima che difficilmente dimenticherò nella vita”.

Scegli un momento della stagione che porterai dentro…

“Il periodo pre natalizio, dalla gara col Mussomeli alle tre settimane successive. Il momento più brutto della stagione, ma si è visto il vero gruppo ed è uscita la forza di questa squadra che si è ricompattata ed è ripartita alla grande. Tanto che nel ritorno abbiamo fatto 12 vittorie, due pari ed una sconfitta”.

Partiamo dal presupposto che tutti i calciatori sono stati bravi, ma a chi daresti la foto copertina?

“Un ragazzo che ha giocato pochissimo, ma è stato la vera anima di questo gruppo e sono felice che tu me l’abbia chiesto. Mi riferisco a Blandino, classe 1998, probabilmente è l’artefice dell’amalgama di questo gruppo. Si metteva a disposizione per qualsiasi cosa, aveva sempre un consiglio o un sorriso per tutti. Pur essendo giovanissimo è il classico elemento che fa la differenza in uno spogliatoio”.

La scorsa settimana mi hai detto che quella con il Canicattì poteva essere l’ultima sulla panchina del Marsala. Tra l’altro anche il presidente ha espresso poche certezze sul proprio futuro. Oggi che mi dici?

“Dvo dire che mi sono arrivati tanti attestati d’affetto che non mi aspettavo. Ad inizio stagione ci siamo dati un anno per capire se il lavoro che avevamo iniziato fosse giusto o meno e abbiamo vinto il campionato. Adesso occorre un confronto con la società per analizzare il tutto e capire come affrontare il futuro. Ovviamente siamo a disposizione della società. Il presidente rimarrà assolutamente, dopo questa splendida vittoria è giusto che rappresenti questa squadra anche in D. Io non avrei problemi ad accettare una riconferma, ma bisogna sedersi e parlare di futuro”.

Il succo è che rimetti il tuo mandato nelle mani della società…

“Non mi piace propormi. Se la società riterrà che ho lavorato bene io sono qui. Se ci saranno scelte diverse non è assolutamente un problema”.

È presto per dirlo, ma che campionato vorrà fare il Marsala?

“Il Marsala per blasone e piazza deve fare un campionato importante. Magari una stagione di transizione da medio alta classifica, non dico puntando subito a vincere ma sicuramente facendo una bella figura. Questa squadra con tre o quattro innesti potrà dire la sua anche in D”.

Quindi è plausibile che l’ossatura di questo Marsala sia riconfermata?

“Assolutamente sì. Se ci sarò io in panchina sarà una mia richiesta. Oh ricordiamoci che in questa squadra c’è gente come  Sekkoum, Testa, Keba, Candiano, Montalbano, Giardina, Noto, Parisi giusto per citare qualcuno, tutti ragazzi che conoscono bene la D. Poi sinceramente non noto tanta differenza tra Serie D ed Eccellenza, sono davvero convinto che con tre o quattro pedine questa rosa potrà dire la sua anche il prossimo anno”.

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Dario Li Vigni