Ospite del “A tu per tu Instagram di Goalsicilia” è l’attaccante del Marsala, Pietro Balistreri. CLICCA QUI per il video.
PRESENTE “Mi sto allenando tutti i giorni dal lunedì al sabato. È dura stare senza calcio”.
TUTELE PER GIOCATORI DILETTANTI “Questo è il nostro lavoro e anche durante l’emergenza cerchiamo di tenere un profilo da professionisti. Sono in contatto con tutti i capitani di Serie D, abbiamo chiesto tutela e riforme. L’Aic sta cercando di tutelarci, il nostro è un lavoro a tutti gli effetti. La pandemia ha portato alla luce tanti problemi che prima si cercava di insabbiare. Ci sono tanti presidente e dirigenti che non fanno gli uomini con i calciatori, società che già prima dell’emergenza erano in ritardo di 3 mesi nei pagamenti: in D facciamo sei allenamenti a settimana più la partita, facciamo trasferte di mille chilometri, siamo dilettanti solo come status, eppure la tutela, rispetto alla C, è cento gradini sotto. Chi gioca in D, vive con i soldi del calcio e se trovi una società inadempiente puoi rivendicare i soldi tramite vertenza solo a fine anno. L’anno prossimo sarà ancora peggio, riformiamo o sarà meglio non ripartire”.
RIFORME “Per iscriversi all’anno successivo devi aver pagato gli stipendi almeno fino a febbraio e avere una liberatoria da tutti i giocatori della rosa, così si darebbe credibilità al sistema. Bisogna privilegiare le società virtuose, il calcio, anche in Serie D, è una cosa seria”.
MARSALA “Da capitano ci ho sempre messo la faccia anche a discapito mio, non parlo da quattro mesi ma adesso è giusto fare chiarezza. Sono stato messo fuori rosa il primo di febbraio a mercato chiuso dopo un anno e mezzo in cui davo l’anima per questo club e senza che nessuno mi desse una motivazione o si prendesse la responsabilità della scelta che fosse tecnica o societaria. Mi sono trovato in una situazione surreale ma sono stato in silenzio per rispetto della piazza, dei tifosi e della squadra. Quello che mi dispiace è che si siano insinuati problemi di spogliatoio, tutto falso, io ho sempre dimostrato, senza chiacchiere ma con i fatti e con i gol, attaccamento alla maglia e lo dimostra anche il fatto che a Palermo, nella mia città, nel mio stadio, segnando sono andato a festeggiare con i tifosi azzurri. A dicembre mi era stato detto che, nonostante qualche ritardo nei pagamenti, non c’erano problemi, invece nel giro di venti giorni si è verificato il contrario”.
RIENTRO IN SQUADRA “Voglio sottolineare che nonostante tutto, prima dello scoppiare dell’emergenza, ero pronto a rientrare in rosa. Non ho intenzione di fare polemiche, dico tutto ciò a fin di bene, perché da capitano è giusto anche sottolineare che in questi mesi, nessuno della società si è fatto sentire con i giocatori. La città Marsala non merita tutto questo. Io posso camminare a testa alta e soprattutto spero che questa società, dopo gli errori di quest’anno, possa rimediare e rilanciare per il prossimo anno”.
RETROSCENA DI MERCATO “Avevo richieste da tanti club di Serie D che lottavano per vincere il campionato e anche di un club di Serie C, se tu società non puoi mantenere un giocatore, perché non mi lasci andare? Io ho rifiutato offerte sia in estate che a dicembre e gennaio per restare a Marsala, ho dato credibilità a tutta la società. Acr Messina? Confermo i contatti. Acireale? Una società composta da gente competente e due grandi figure come ds e allenatore. A inizio mercato mi hanno cercato”.
PALERMO “Dico la verità, ho rifiutato tutte le società che mi hanno cercato, se fosse nato un discorso approfondito con il Palermo, sarebbe stata l’unica squadra per cui avrei lasciato Marsala, sarebbe stato un sogno. Bisogna fare i complimenti alla società perché sono ripartiti da zero e non hanno sbagliato niente, vincere non è mai semplice. Mirri sta facendo bene, in società ognuno ha il suo compito e le sue competenze. Spero il prossimo anno faccia una grande squadra per la Serie C, mettere un club così in D è stato un oltraggio”.
FUTURO “Fino al 30 giugno sono un tesserato del Marsala e avrò sempre rispetto di questo club e dei miei tifosi. Ho 34 anni ma ho ancora una voglia matta di giocare e migliorare, ho ancora voglia di confrontarmi in grandi ambienti. Mi sono sempre allenato ma ora mi alleno ancor più di prima, fare il calciatore non vuol dire farsi i selfie o le foto con la faccia bagnata per far vedere che sei sudato, io sono abituato a mettermi sempre in discussione, questo lavoro o lo fai bene o non lo fai”.
CAMPIONATO “Con i play off che sono praticamente inutili, bisogna dare merito al grande campionato del Savoia o i giochi sarebbero stati chiusi già dopo i primi mesi. L’Fc Messina è un altro club che quest’anno ha dimostrato con i fatti di saper fare bene. Sarebbe giusto che le società virtuose siano ripescate”.
ESORDIO IN SERIE A “Avevo fatto tutta la trafila nel Palermo, dai giovanissimi alla prima squadra. Mi allenavo in pianta stabile con un Palermo che ha fatto sognare la città, in un gruppo di Campioni del Mondo come Grosso, Toni, Barzagli, Zaccardo o come Corini, gente di un’umiltà incredibile. Ho esordito in A a Siena e poi ho giocato in casa al Barbera contro l’Udinese, io mi riscaldavo che stavo per entrare e mio fratello faceva il raccattapalle, grandi emozioni. Poi ho giocato anche in Coppa Italia contro il Milan, club di cui sono simpatizzante (ride ndr)”.
POI TANTA SERIE C “Nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare sempre in piazze importanti, Perugia dove ho vinto il campionato, Ternana, Gubbio, Reggina, Campobasso, Pisa, e Taranto che è una piazza fantastica. Qualche piccola soddisfazione in carriera me la sono tolta, sono sempre stato duro a mollare”.
PLAY OUT IN C TRA REGGINA-MESSINA “Maggio era il mio mese, giocavo sempre per obiettivi importanti e qualche gol importante l’ho fatto. Il 30 maggio del 2015 non è stata una partita qualunque, era il derby della vita, c’era una città e un onore da difendere, due piazze che hanno risposto alla grande. A dicembre di quell’anno avevo quasi firmato per il Messina, poi non ho trovato l’accordo per l’alloggio, si è fatta viva la Reggina che mi ha strappato ai giallorossi il 31 gennaio, in un’ora. A distanza di cinque mesi il mio gol ha deciso il derby salvezza. Per quattro volte sono stato vicino al Messina ma non sono mai riuscito a firmare: è sempre stata una piazza che mi ha intrigato e spero che possa tornare presto ai livelli che merita”.