Marina di Ragusa, Utro a GS.it: “Canicattì squadra molto forte, ma le finali si giocano per vincere…”

In campionato stanno sorprendendo tutti, con la vetta della classifica occupata nonostante lo status di matricola. In Coppa Italia di Eccellenza non sono stati da meno, centrando la finale (in programma domani a Biancavilla contro il Canicattì, ndr) e avendo quindi la possibilità di accedere al tabellone nazionale che garantisce alla vincitrice del trofeo l’automatica promozione in serie D. Il Marina di Ragusa si sta rivelando, e confermando, una solida realtà nel panorama calcistico siciliano. Ne abbiamo parlato con il tecnico rossoblu, Salvatore Utro. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:

Mister, già lo scorso anno avete centrato la vittoria di campionato e Coppa Italia. Puntate a fare il bis?

“Vincere non è mai facile. L’anno scorso la squadra era stata costruita per vincere il campionato. La Coppa è stata la ciliegina sulla torta perché avevo un organico che mi ha permesso di arrivare fino in fondo a tutte le competizioni. Il campionato era comunque l’obiettivo primario. Quest’anno ci troviamo primi in classifica e in finale di Coppa Italia. Eravamo partiti sapendo che il campionato sarebbe stato difficile, infatti nella partenza forse ha pesato un po’ la nostra poca esperienza, anche se tra i giocatori abbiamo un ottimo mix tra esperienza e gioventù. Domani sarà un privilegio giocare questa finale”.

La finale si giocherà a Biancavilla e non più a Licata. Per voi cambia qualcosa?

“Siamo arrivati qui grazie al lavoro del gruppo, del mio staff, della società e dei direttori. Ragioniamo domenica dopo domenica, adesso pensiamo a questa finale. Il cambio di campo non ci cambia niente. Un campo vale l’altro, una finale si può giocare ovunque e non ha importanza dove la giochi perché la partita è già ricca di emozioni e di significato. Il luogo cambia ben poco”.

Qual è la condizione psicofisica della tua squadra?

“Domenica scorsa abbiamo vinto in campionato una partita difficilissima e arriviamo da undici risultati utili consecutivi. Arriviamo bene a questo match, vogliamo comunque giocare da ‘incoscienti’ (ride, ndr). Giocheremo con la nostra mentalità, la ci attende una gara difficilissima e penso molto lunga”.

Affronterete un avversario molto complicato e preparato…

“Il Canicattì è stato costruito per competere su entrambe le competizioni. Hanno una grande organizzazione e la voglia di raggiungere risultati. Anche noi siamo molto organizzati, arrivare in finale passa anche da questo aspetto. Il Canicattì è una società ambiziosa, ha un tecnico preparatissimo che non lascia niente al caso. Hanno una squadra composta da ottimi giocatori che hanno qualità e orgoglio e che hanno fatto categorie superiori. Di fronte abbiamo una delle squadre più forti del girone A”.

C’è tra i biancorossi qualcuno che temi in particolare?

“Loro hanno dei giocatori chiave. Non c’è comunque un reparto in cui non sia forte. Davanti c’è Iraci che è un giocatore molto temibile. Ma parlare solo di Iraci e non parlare dei vari Maggio, D’Angelo, Tedesco, Iacopo, Caronia è quasi riduttivo. È una squadra completa in tutti i reparti e per noi sarà una sfida molto stimolante”.

Cosa significherebbe, per una realtà come il Marina di Ragusa, vincere questo trofeo?

“Se l’anno scorso mi avessero detto che io da allenatore sarei riuscito a raggiungere due finali consecutive, non so se ci avrei creduto. Questa finale per Marina significa tanto: nonostante si tratti di una piccola realtà, questo vuol dire che se in una società ci sono le persone giuste e i giocatori giusti con un certo tipo di mentalità, tutto si azzera al cospetto di altri avversari. La cosa fondamentale però è sposare la realtà in questione. Per Marina sarebbe un motivo di grandissimo orgoglio, se riuscissimo nell’impresa sarebbe qualcosa di veramente speciale. Per il Canicattì invece la Coppa sarebbe anche un modo per vincere qualcosa anche se pure per loro si tratterebbe di qualcosa di speciale, non lo metto in dubbio”.

E in caso di sconfitta invece?

“Siamo riusciti ad arrivare per due anni consecutivi in finale di Coppa Italia, questo vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di importante. Io non voglio pensare alla sconfitta, questa parola non mi piace. Raggiungere comunque due finali di Coppa è, al di là di tutto, qualcosa di molto importante. Vincerla però è tutta un’altra cosa è un’eventuale sconfitta non cambierebbe la storia di questo percorso stupendo. Le finali vanno giocate per vincerle, su questo non c’è dubbio. La seconda Coppa consecutiva sarebbe qualcosa di storico. E noi lavoriamo sempre al massimo delle nostre potenzialità, la nostra mentalità intanto ci ha portato fin qui”.

Questo Canicattì, secondo te, ha dei punti deboli?

“Tutte le squadre possono avere delle grandissime qualità e dei punti deboli. In una finale però tutto si azzera. È una partita a sé, una gara secca, non si può giudicare una squadra solo dalla finale. Si tratta di partite in cui i difetti possono diventare pregi e viceversa. Ci sono due squadre che avranno 110×60 m per dimostrare il loro valore. L’importante sarà stare sul pezzo”.

In campionato state facendo benissimo e ormai occupate la vetta della classifica da qualche settimana. Siete la vera sorpresa del campionato oppure ormai ti piace di più considerarvi come una solida realtà?

“Marina potrebbe essere considerata una sorpresa perché siamo una neopromossa e ci stiamo confrontando con realtà importanti, piazze che hanno diversi anni di esperienza e bacini d’utenza importanti. Noi abbiamo però un organico ricco di gente che ha orgoglio e giovanotti sconosciuti che stanno facendo benissimo. Abbiamo un mix composto anche da gente esperta che sta facendo bene”.

Eppure la partenza non era stata delle migliori…

“Il nostro club sta facendo le cose in maniera professionale. So che ci sono squadre che si allenano 6-7 volte la settimana. Noi ci alleniamo quattro volte. Grazie alla voglia dei miei calciatori, alla bravura del mio staff e del prof Sarò Marangio, grandissimo preparatore atletico che mi aiuta a gestire i carichi, stiamo facendo benissimo. Quei pochi allenamenti devono essere fatti bene anche perché in squadra c’è gente che fa anche altre cose e che è impegnata col lavoro. Anche a inizio stagione, quando eravamo terzultimi, non abbiamo mai cercato colpevoli. Abbiamo cercato di capire cosa stavamo sbagliando e siamo ripartiti. Siamo una squadra molto umile e che pensa a lavorare, sono molto fortunato ad allenare questo gruppo”.

Puntate molto sui giovani, tanto che in squadra sono proprio alcuni di loro che si stanno rivelando fondamentali. Qual è la vostra filosofia in merito?

“In questo siamo contentissimi. Abbiamo due classe 2000, che stanno giocando sempre, entrambi proprio nativi di Marina di Ragusa. È un paese di duemila abitanti che ha due talenti che qui vengono chiamati mazzariddari doc (ride, ndr). Si tratta di Alessandro Arena e Giuliano Carnemolla. In Coppa Italia, inoltre, abbiamo sempre giocato con Belluardo, un 2001, come terzino sinistro. E abbiamo sempre utilizzato quasi tutti i giocatori tra le gare della domenica è del mercoledì. Inoltre abbiamo anche Aliou, un ‘99 che abbiamo preso l’anno scorso e che ho avuto già ai tempi del Ragusa. E abbiamo fatto esordire Oro, un 2002 che fa parte degli Allievi e che ha già esordito in Eccellenza. Infine dalla Leonzio abbiamo anche preso un portiere 2001”.

Insomma, giovani fondamentali nel vostro percorso…

“Io ho un concetto ben chiaro, bisogna inserirli. E bisogna farlo quando le cose vanno bene. Quando le cose vanno male rischi di bruciarli. E invece vanno aiutati inserendoli in un contesto positivo. Solitamente invece quando le cose vanno male alcune società mandano a casa i giocatori e puntano sui giovani, mettendoli praticamente in un frullatore. La nostra bravura è quella di avere inserito i giovani in un percorso. E loro sono cresciuti tanto e possono ancora crescere tanto…”

Hai già in mente la formazione che manderai in campo?

“Ho tutta la rosa a disposizione. Nessuno dei miei è squalificato o infortunato, i ragazzi stanno tutti bene. Al campo ieri mi sono messo le mani nei capelli (ride, ndr): erano tutti contenti e felici, tutti correvano a duemila… A un certo punto mi sono detto ‘c…o e domani chi devo fare giocare?’… E non sto scherzando. Noi siamo veramente contenti di giocare questa partita, senza ansia e con tanta voglia. Sono tutti pronti e disponibili, ovviamente ho un’idea ma anche diversi dubbi”.

Quindi niente probabile formazione?

“Sì: Di Carlo tra i pali, al resto puoi pensare tu! Hai la fortuna e il privilegio di decidere la probabile formazione, così mi disorienti Terranova e io sono contento (ride, ndr). Giocherei volentieri con otto attaccanti, ma ci sono anche degli equilibri da rispettare. In ogni caso solitamente prediligo la qualità ma in questi casi si va anche d’istinto. A volte non si dorme la notte, ma anche noi allenatori non abbiamo la Bibbia. Tu vuoi dare qualche indizio a Terranova, ma non mi convinci…”.

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Di Noto Luca