Una stagione da cannibali. In Promozione è senza dubbio il Marina di Ragusa la squadra dell’anno. Gli iblei infatti hanno trionfato nel girone D ottenendo la promozione in Eccellenza con tre giornate d’anticipo e alzato la Coppa Italia di categoria, battendo in finale il Real Rometta e realizzando così il double. Ne abbiamo parlato con il direttore sportivo Nunzio Calogero. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:
Direttore innanzitutto complimenti per questi traguardi. Partiamo dalla festa organizzata per domenica, che evento sarà?
“Abbiamo vinto il campionato in anticipo, ma il presidente della Lega deve ancora premiarci perché non può farlo se la stagione non è finita. Noi abbiamo organizzato il tutto per domenica e premieremo anche i calciatori. La LND ci premierà per il campionato e per la Coppa Italia che ci riconsegneranno pubblicamente. La degna conclusione per una stagione straordinari”.
Da dove prendono origine i successi di quest’anno?
“Tutto parte dalla delusione della stagione scorsa. Eravamo partiti con alcune idee e obiettivi e poi abbiamo avuto delle problematiche. Già a marzo eravamo fuori dai play off e abbiamo cominciato a pensare come migliorarci. Abbiamo scelto un allenatore, Utro, che faccia di questo un vero lavoro, un vero professionista. E insieme a lui e al dg Postorino abbiamo posto delle basi più solide, con delle figure che non tutte le squadre di Promozione o Eccellenza hanno”.
Che bilancio può essere tracciato per la stagione appena conclusa?
“Fatte queste premesse, bisogna ammettere che ci vuole anche un pizzico di fortuna per raggiungere certi traguardi e prendere le persone giuste. Abbiamo badato a prendere uomini più che calciatori e il territorio in questo ci ha aiutato tanto. L’obiettivo principale era il campionato, a essere sinceri non pensavamo alla Coppa. Ci siamo resi conto che potevamo fare qualcosa di importante e così è stato. La Coppa è un torneo difficile invece: si gioca di mercoledì e in una categoria che rappresenta un dopolavoro non è semplice”.
E proprio in Coppa non avete avuto un cammino semplice…
“Per nulla. Abbiamo subito affrontato le più forti del nostro girone, ovvero Eubea, Santa Croce, Misterbianco e Floridia. Poi fuori dal nostro girone abbiamo beccato il Gangi e, in finale, il Real Rometta che aveva fatto otto vittorie e un pareggio nelle gare precedenti. I ragazzi hanno disputato gare epiche, come quella di Gangi, in cui siamo usciti tra gli applausi di tremila spettatori. E questo non è cosa da tutti i giorni”.
Avete anche sfiorato il triplete…
“Abbiamo sfiorato la ciliegina sulla torta. Siamo arrivati secondi assoluti (dietro la Nuova Sancis, ndr) per una differenza di 0,3 punti in Coppa Disciplina che comprende tutte le 64 squadre di Promozione. Per una squadra che lotta per vincere non è facile mantenere anche una certa calma e correttezza in campo, ma queste sono caratteristiche nel nostro DNA”.
Avete costruito una vera e propria corazzata con giocatori di categoria superiore, tanto che da qualche parte si è letto che eravate il Real Madrid della Promozione…
“Questo però lo hanno detto gli altri, non noi (ride, ndr)… Noi abbiamo sempre rispettato gli avversari restando umili ma consapevoli della nostra forza. Allenare giocatori di categoria superiore può essere molto più complicato di farlo con giocatori appartenenti alla categoria. L’anno scorso il Ragusa aveva grandi giocatori ma a vincere il campionato è stato l’Atletico Catania. Tornando a quest’anno, ogni tanto capitava di leggere che qualche dirigente dicesse che la sua era la squadra più forte della Promozione. Noi però non abbiamo mai risposto a nessuna provocazione, le risposte le abbiamo date sul campo”.
Nunzio passiamo anche alle note dolenti. Che mi dici sulla questione stadio?
“Questo è il capitolo più triste. Quest’anno forse siamo la società più vincente a livello regionale, ma ci troviamo senza impianto. Lo stadio doveva essere completato tra marzo e aprile, ma così non è stato. I lavori saranno fermi almeno fino a settembre e bisognerà aspettare la nuova amministrazione. Almeno per un altro anno quindi saremo costretti a giocare lontani dalla nostra città e dalla nostra comunità. E questo è deleterio e umiliante”.
A chi si può dare la colpa per questa situazione?
“I piccoli centri vivono di calcio, di sport e di assembramento e il nostro è un paesino di 2.500 abitanti. Io punto il dito contro la politica in generale, non mi riferisco né all’amministrazione passata né a quella che dovrà venire. Questo perché non si può privare un’intera comunità di questo sport”.
E quindi dove potrete giocare?
“Dovremo trovare una sede. Ragusa ci ha ospitato finora, ma l’anno prossimo proprio lì potrebbe esserci una nuova società e due squadre non potranno allenarsi al ‘Selvaggio’. Siamo costretti a trovare una nuova casa con tutte le difficoltà del caso, ovvero perdere sponsor, incassi, pubblico e tifosi la domenica. Non abbiamo ancora idea di dove potere andare, ma dovremo muoverci sul territorio con tutte le difficoltà del caso: Comiso ha una squadra in Prima Categoria, Vittoria non ha calcio ma l’impianto è gestito da una società di rugby. E poi bisogna vedere come sono messi questi campi anche per poter ospitare il pubblico”.
Parlando sempre di programmazione e futuro, voi puntate tanto sul settore giovanile.
“Assolutamente sì. Siamo arrivati in finale provinciale juniores, perdendo contro il Rosolini e poi giocheremo le fasi regionali come Pulcini, tutto questo anche senza avere un campo in cui allenarci a Marina. Inoltre siamo stati l’unica società in Promozione ad aver mandato due ragazzi in Rappresentativa per il Torneo delle Regioni in Abruzzo, un ’99 e un 2000”.
Cambiando argomento, obiettivi a lungo termine del Marina di Ragusa?
“La società è nata nel 2003. Abbiamo fatto un anno in Terza Categoria, due anni in Seconda e tre anni in Prima. Poi tre anni in Promozione e quest’anno abbiamo vinto il campionato. Vogliamo crescere e consolidarci perché siamo tutti dirigenti giovani”.
Concentrandoci sempre sul futuro, è tutto fatto per la conferma di mister Utro?
“Ci siederemo lunedì, ma già per certi versi ci siamo seduti. La voglia di società e allenatore è quella di proseguire assieme perché già l’anno scorso avevamo parlato di progetto a lungo termine. L’obiettivo della società è di tenerlo, lui è un allenatore giovane e con noi ha vinto i primi trofei. Con noi farebbe l’Eccellenza con una certa serenità, senza lo stress di dover vincere a tutti i costi”.
E per quanto riguarda la squadra?
“Tutto passa dal campo in cui giocheremo e dal budget che resterà a disposizione. Abbiamo la fortuna di non dover costruire una squadra di sana pianta, perché abbiamo lavorato tanto già quest’anno su questo. Dovremo cercare di confermare gran parte degli atleti di quest’anno e poi inserire tanti giovani”.
Se dovessimo fare qualche nome?
“Ci sono dei giocatori per noi fondamentali, ma cercheremo di confermare quasi tutta la squadra in blocco. Poi aggiungeremo qualcosa a livello di giovani di qualità. Lavoro su questo già da qualche settimana. Se poi ti devo dire un nome, ti dico che partiremo da capitan Pellegrino. Lui aveva detto che sarebbe stata la sua ultima gara, ma proveremo a convincerlo in modo da continuare con noi”.