Maggio a GS.it: “Sono racinaro dentro, se non mi buttano fuori resto a Canicattì. Ripescaggio…”

Bandiera e capitano del Canicattì, non ha ancora del tutto smaltito la delusione per la mancata promozione. Abbiamo fatto il punto della situazione con Ciccio Maggio, da ben quattro stagioni in maglia biancorossa. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Capitano, partiamo proprio dalla delusione della finale persa ai rigori col Biancavilla…

“C’è ancora parecchia amarezza. C’è rammarico per non essere riusciti a dare quel qualcosa di più soprattutto in 11 vs 10, di fatto siamo stati eliminati senza prendere tiri in porta, fa male. Se poi ci aggiungiamo il palo di Iraci al 120’ e la lotteria dei rigori andata male… Niente, ci rimbocchiamo le maniche e pensiamo a ripartire”.

Quattro anni di fila a Canicattì, arriverà anche il quinto?

“Faccio un passo indietro, sono arrivato in Promozione ma sinceramente non ero convinto, anche perché giocavo stabilmente in Eccellenza. Mio padre mi disse invece di andare perché ‘Il pubblico ti amerà per quello che sei’, effettivamente sono stati anni spettacolari. Sono legatissimo a questi colori, ho dato tanto per questa maglia e ritengo Canicattì la mia seconda città a tutti gli effetti”.

Non mi hai detto però se resti o vai via…

“Il calcio è imprevedibile, ho ricevuto qualche chiamata da altre squadre siciliane del girone A e anche da una di Serie D del Nord, ma la mia priorità è Canicattì. Se non mi buttano fuori io resto qui (ride, ndr)”.

Hai avuto qualche contatto con la società per capire quale sarà il progetto?

“Onestamente no, però so che entro un paio di giorni si saprà qualcosa di più. Credo abbiano a breve una riunione anche per capire se fare richiesta di ripescaggio, magari non sarebbe bello quanto vincere sul campo ma è comunque una gran cosa. I presupposti ci sarebbero tutti, la società è sana e la tifoseria incredibile, sarebbe un peccato non presentare la domanda. Vedremo…”.

Avete giocato tutto il campionato a Ravanusa, vi ha in qualche modo penalizzati non giocare al “Bordonaro”?

“No, anzi. La squadra è stata costruita per giocare la palla, al ‘Bordonaro’ magari c’è più spirito battagliero ma puoi fare solo palla lunga e pedalare”.

Quanto ti è pesato quest’anno non avere mai esultato per un gol?

“Tanto (sorride amaramente, ndr). Come ti accennavo sono innamorato di questi colori e questa città, mi è dispiaciuto non segnare. Dall’altro lato però ho esultato tanto con i miei compagni, abbiamo vinto la Coppa, è mancata solo la ciliegina sulla torta purtroppo. Mi dispiace anche perché da 20 giorni sono papà di Beatrice e avrei voluto dedicare a lei la promozione”.

Cosa si può dire ai tifosi?

“Che sono innamorato di questa squadra quanto loro, mi sento racinaro dentro. Non credo il mio futuro sia in bilico, ma se dovessi andare via rimarranno sempre nel mio cuore”.

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Dario Li Vigni