Lo Presti a GS.it: “Stagione positiva. Spiego situazione ripescaggi, campi, girone unico in Eccellenza…”
Con la stagione regolare dei campionati siciliani già in archivio, abbiamo deciso di fare il pun
Con la stagione regolare dei campionati siciliani già in archivio, abbiamo deciso di fare il punto della situazione con Santino Lo Presti, presidente della Lnd Sicilia. Tanti gli argomenti trattati, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Presidente, partiamo da un bilancio della stagione in Eccellenza…
“Un buon campionato. In uno dei due gironi fino alla fine c’è stato un bel duello per il primo posto. Siamo soddisfatti di ciò che è avvenuto, riscontriamo una diminuzione notevole delle violenze sia in campo che fuori, non solo in Eccellenza ma in generale. La Giustizia sportiva sanziona in maniera diversa quella nei confronti degli arbitri rispetto a quella per esempio dei dirigenti, ma per me andrebbero sanzionate allo stesso modo. Al di là di questo significa che il lavoro fatto dall’Aia con le società, da noi con dirigenti e calciatori, sta producendo i suoi frutti. Facciamo spesso incontri con le società anche se purtroppo non sono molto partecipati. Debbo dire che fin quando ci sarà anche solo un caso di violenza noi non molleremo”.
Cosa augurare a Marsala e Città di Messina che hanno fatto il salto in D?
“Auguro ad entrambe di fare una sana programmazione, onde evitare che per un anno si va avanti e poi si torna indietro. Abbiamo l’esempio positivo del Troina che sta lottando per fare un ulteriore salto verso la C. Dietro c’è una programmazione, una dirigenza seria e soprattutto nessuna follia. Auguro al Marsala e al Città di Messina di consolidarsi per almeno rimanere in D o chissà anche per andare oltre”.
Adesso saranno impegnate nella fase nazionale Dattilo e Sant’Agata…
“Mi auguro che anche loro possano ottenere il salto di categoria. Fermo restando però che non vorrei poi sentire lamentele per eventuali ripescaggi. L’anno scorso abbiamo avuto cinque promozioni dall’Eccellenza in D e siamo stati accusati che tutti questi ripescaggi abbassano il livello. Secondo me è esattamente il contrario, perché se nostre società riescono sempre ad imporsi anche alle fasi nazionali significa che in Sicilia c’è qualità”.
Ha citato il problema ripescaggi. Molti addetti ai lavori hanno lamentato la presenza di squadre in Eccellenza, ripescate, che non erano pronte soprattutto a livello economico. Come si può risolvere questo problema?
“Noi non abbiamo la Covisoc, ma nonostante ciò anche in C o in D tante squadre sono fallite. Figuriamoci se non succede tra i Dilettanti dove non ci sono questo tipo di controlli. La nostra graduatoria ripescaggi non prevede il parametro economico, probabilmente anche noi avremmo bisogno di inserire un criterio di questo tipo. Anche così però non si avrebbe la certezza assoluta che tutto procederebbe al meglio, ripeto guardando a cosa succede in C o in D dove esiste. Ad ogni modo esiste un regolamento e qualora decidessimo di modificarlo un paletto potrebbe essere messo, ossia una garanzia di tipo economico da parte della società”.
L’istituzione di una fidejussione per l’iscrizione potrebbe essere un’idea?
“Purtroppo il nostro territorio sta vivendo un periodo di crisi economica, questo si ripercuote sul calcio. Spesso le società hanno delle promesse da aziende per sponsor che poi vengono meno proprio per una situazione economica non stabile. Le devo dire che rispetto alla scorsa stagione non abbiamo avuto questa grande moria di società, certo però dovremmo capire e studiare se si può trovare un rimedio per evitare del tutto questa situazione”.
La possibilità di creare un girone unico di Eccellenza per accrescere il livello del campionato…
“Contesto il discorso del livello perché, come dico sempre, se noi abbiamo tutte queste squadre che ogni anno vanno in D il livello significa che è alto. Se noi diminuissimo da due a un girone l’Eccellenza significherebbe non avere più con certezza due squadre promosse più due ai play off nazionali, ma una e una. La Sicilia è una grande ragione, sarebbe una zappa sui piedi fare una cosa del genere. Poi significherebbe passare da 32 a 18 o 20 squadre, come fai a tagliare tutte queste compagini? Tra l’altro si penalizzerebbero quei piccoli centri che vivono di questo calcio. Forse in Promozione si potrebbe pensare a qualcosa, per questo abbiamo istituito una commissione che sta lavorando”.
Già dal prossimo anno potrebbe esserci qualche cambiamento?
“No no, noi lavoriamo a due anni di distanza perché il sistema deve essere messo a regime”.
Cambiamo argomento. Parliamo di campi, stadi ed impianti. La situazione non è proprio florida…
“Noi abbiamo 35 strutture sportive già finanziate dai fondi europei e messe in cantiere. Basterebbe avviare questo, perché di 35 strutture ben 29 sono impianti calcistici. Anche il Coni sta facendo un altro bando ad interessi zero per la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti. Ecco, se i comuni decidessero di fare un intervento attingendo a questi bandi e a questi fondi, piano piano si sistemerebbero tante cose. Il problema è che spesso le Amministrazioni comunali non hanno lo sport, nel nostro caso il calcio, tra le priorità. Oggi viviamo una situazione in cui alcune amministrazioni chiudono gli impianti, mentre per altri che sono aperti viene chiesto il rimborso spese. Oggi si pensa di risolvere i problemi economici di un Comune con quei quattro spiccioli che arrivano dal calcio, non rendendosi conto che anche il calcio ha i suoi problemi. Questo sport ha un ruolo sociale e le strutture andrebbero offerte”.
La Federazione può fare qualcosa?
“Insieme al Coni, grazie al credito sportivo, abbiamo messo a disposizione queste risorse per il nuovo bando a costo zero. Insomma stiamo lavorando”.
C’è un sassolino che si vuole togliere dalla scarpa per questa stagione?
“No no. Per carità ci sono tante cose che mi hanno dato fastidio, a volte si sbaglia l’atteggiamento ma va bene così. Per esempio nello scegliere i campi neutri cominciano delle diatribe infinite e poi si trova un’intesa al ribasso rispetto alla nostra proposta. Non ho sassolini perché cerco sempre di spiegare le scelte che prendiamo, che ritengo coerenti e leali. Fermo restando che siamo esseri umani quindi anche quelle scelte che sembrano giuste, all’atto pratico possono rivelarsi sbagliate. L’importante è che gli errori aiutano a migliorare e che se si commettono non sono fatti né in malafede né avendo dei preconcetti”.