Considerato tra i migliori portieri della categoria, molti suoi colleghi lo hanno inserito nelle rispettive Top11 (CLICCA QUI), nella semifinale di Coppa è stato decisivo per la qualificazione del suo Licata in finale. Ci riferiamo a Pietro Iacono, esperto estremo difensore che con l’Eccellenza non c’entra nulla. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Pietro, partiamo da mercoledì: non ci credevano in tanti alla rimonta…
“Contava che ci credessimo noi, sapevamo che potevamo farcela perché siamo consci della nostra forza ed è andata bene”.
Tu sei stato il protagonista della gara. Nessun gol in partita, 3 rigori su 4 parati alla lotteria finale: fortuna, studio, intuito?
“Frazioni di secondo che mi hanno aiutato ad individuare il lato giusto in cui tuffarmi. Loro hanno tirato in tutt’altra maniera rispetto ai video che avevo visto, quindi c’è stato solo un mix di intuito ed una piccola dose di fortuna che non guasta mai”.
Hai avuto qualche battibecco con i tifosi mazaresi…
“A Mazara ho vinto un campionato, una Coppa Sicilia e sono arrivato in finale di Coppa Italia nella fase nazionale. Mi aspettavo un’accoglienza diversa ed invece sono stato trattato malissimo. Ho ricevuto insulti e sputi dalla mia gente, perché la considero tale, mi ha davvero creato una ferita che difficilmente si potrà rimarginare. Ho reagito perché quando non te l’aspetti fa molto male, soprattutto quando questi insulti arrivano dalla tua gente…”.
Sei considerato uno dei migliori portieri della categoria…
“Fa piacere quando i colleghi hanno stima e rispetto per il lavoro che fai. Questa cosa non mi pesa, anzi la pressione mi carica. Ti faccio un esempio. Se a Mazara nessuno mi avesse insultato avrei fatto una partita normalissima. Questo atteggiamento dei tifosi che non mi aspettavo mi ha dato una carica ed una determinazione in più. A 35 anni cerco di difendermi dai più giovani, ho un collega qui a Licata davvero forte, quindi devo essere sempre al top per mantenere il posto (ride, ndr)”.
Buon rapporto con Lo Verde?
“Giocherebbe in qualsiasi squadra. Ha delle capacità tecniche ed atletiche importanti, abbiamo un fantastico rapporto”.
A Mazara tante parate, quale la più difficile?
“Sulla punizione di Di Mercurio. Ho fatto un passo avanti per andare a chiudere, poi una deviazione ha cambiato la traiettoria e non era facile prenderla. In realtà forse la più difficile è arrivata su un’uscita, nella quale mi sono anche fatto male, ad anticipare Cortese che avevo visto tagliare con la coda dell’occhio. Se non fossi andato avrebbe fatto gol”.
A chi dedicare questa prestazione?
“Voglio dedicarla al mio preparatore, Pietro Catalano, che mi aiuta tanto e lavoriamo davvero bene. Poi non posso non dedicarla a mia moglie che è in dolce attesa”.
Si può dire che questo match potrebbe essere stato una svolta?
“Lo penso e ne abbiamo parlato anche nello spogliatoio. Potrebbe essere la partita che ci ha fatto finalmente acquisire consapevolezza nei nostri mezzi. Giocare davanti ad un pubblico come il nostro ci dà una spinta assurda, al solo pensiero vengono i brividi e sarà la nostra arma in più”.
Domenica una partita sulla carta agevole, c’è pericolo di sottovalutarla?
“Assolutamente no, anche perché siamo reduci da un po’ di gare dove non ci siamo espressi al meglio e non possiamo più permetterci passi falsi. Affronteremo il Monreale col coltello tra i denti e la nostra arma in più sarà il nostro pubblico che ci trascinerà”.
Siete passati da Galfano a Campanella, cosa è cambiato?
“Adesso ognuno di noi si è responsabilizzato. Spiego meglio. Se prima, inconsciamente, qualcuno poteva mollare un po’ sapendo che tanto le critiche sarebbero arrivate al mister, adesso siamo con le spalle al muro. O rendi o non sei da Licata”.
L’anno scorso hai assaporato la D…
“Con la Folgore abbiamo fatto un mezzo miracolo sportivo, ma io non sarei rimasto a prescindere perché c’era qualche incomprensione con il mister”.
E se quest’anno si dovesse ripetere la situazione c’è la voglia di continuare con questa squadra anche in D?
“Assolutamente. Cerco di fare bene settimana dopo settimana, poi a fine campionato la società tirerà le somme e se deciderà di continuare con me io sarò ben lieto di restare. Ancora però non abbiamo fatto nulla, c’è tempo per pensare al futuro”.
Può nascere la possibilità di concentrarsi solo su una delle due competizioni?
“Sarebbe una follia. Abbiamo una rosa ampia, i ragazzi che stanno in panchina giocherebbero titolari in qualsiasi altra squadra. Possiamo tranquillamente puntare alla doppia competizione senza precluderci nulla. Abbiamo la consapevolezza che possiamo giocarcela con il massimo delle possibilità con chiunque. Tu pensa, giusto per farti un esempio, che per adesso non abbiamo Riccobono che è un valore aggiunto per la categoria”.
Chi è il portiere più forte del girone?
“Un altro vecchietto, Ciccio Tarantino, che rispetto a me è pure un goleador (ride, ndr). Lo stimo tanto, siamo anche amici fuori dal campo. Cito anche Giovanni Maltese che è davvero un signor portiere”.
Chi vince il campionato?
“Eh, è presto (ride, ndr). Non mi sbilancio per scaramanzia, ma renderemo la vita difficile a tutti”.