Licata, Cannavò a GS.it: “Un sogno essere il miglior marcatore della storia del club. La Serie C con questa maglia…”

Diceva Enzo Ferrari che “se puoi sognarlo, puoi farlo”. Se questa frase la trapiantiamo nel contesto calcistico calza a pennello con la storia di Antonio Cannavò. Il quale sognava di diventare un calciatore di spessore, ma non poteva minimamente immaginare di entrare nella storia di un club blasonato come il Licata indossando le vesti di miglior mattatore di tutti i tempi, davanti a Antonio Parla fermo a quota 68 reti in carriera con questa maglia. 

La Serie D si è fermata per dare spazio alle oltre cento partite rinviate dall’inizio della stagione. A Licata preferivate continuare o va giusto così?

“In questo momento è giusto che la preferenza riguardi la salute di tutti gli addetti ai lavori che gravitano attorno alla Serie D. Allo stesso tempo con i protocolli giusti si deve necessariamente riprendere perché è un campionato nazionale e importante: non può subire nuovamente la situazione della scorsa stagione”. 

Questa decisione presa dalla LND può scaturire dal fatto che alcune società non abbiano attuato i protocolli? Purtroppo, anche per mancanza di fondi nelle proprie casse…

“È un momento difficilissimo per chi fa calcio, non ci sono gli incassi domenicali, che sono una fetta importante delle entrate di una società dilettantistica. Però, allo stesso tempo, ci sono società che hanno preso le dovute precauzioni e che hanno rispettato tutti i protocolli che subiscono un danno. Spero di ripartire al più presto e, soprattutto, di proseguire fino al termine della stagione regolare senza ulteriori stop”. 

Voi calciatori vedete gli spettri dello scorso campionato nei termini di un possibile nuovo blocco totale della D che comporterebbe, in alcuni casi, al non pagamento degli emolumenti pattuiti ad agosto? 

“La paura che si possa ripetere la situazione accaduta in precedenza c’è. Parlando personalmente posso dire che, qui a Licata, il presidente ci ha sempre sostenuto e ci ha aiutati tantissimo a superare l’emergenza dei mesi scorsi. Anzi, la società licatese deve farsi un plauso per come ha gestito il tutto”. 

Scendendo di categoria la situazione è ancora più drammatica: si rischia di avere un’ecatombe se i campionati non dovessero ricominciare…

“Sì e mi dispiace moltissimo perché conosco diversi amici che militano in Eccellenza che vivono soltanto di calcio. Questa situazione è diventata una mina vagante che rischia di distruggere il calcio dilettantistico”. 

Parliamo adesso di calcio giocato perché il tuo nome è stato inciso a caratteri cubitali nell’albo d’oro dei migliori marcatori della storia del Licata: quota 71 reti in quattro stagioni, meglio di Antonio Parla fermo a 68. Da ragazzino avresti mai immaginato di riscrivere la storia di un club di questo calibro?

“Non lo pensavo minimamente, non perché non potevo riuscirci, piuttosto perché quando ho firmato con questa società mi ero messo completamente a disposizione dell’allenatore. Dopo quattro lunghissime stagioni posso affermare di essermi cucito addosso questa maglia così gloriosa per il calcio siciliano. Rimanere in questa squadra è stato il mio chiodo fisso per tutto questo tempo e non lo nego: hanno sempre puntato su di me. Se ho raggiunto questo traguardo è grazie a compagni che mi hanno sempre sostenuto e hanno giocato per me”. 

Macchia il tuo curriculum pieno di gol l’esperienza con il Palazzolo in D, stagione 2017/2018, dove mettesti a segno solo una rete in 15 presenze. Eri stato additato, da alcune voci di corridoio, come non adatto alla quarta serie; poi li hai screditati con i numeri, step by step…

“L’esperienza di Palazzolo, paradossalmente, mi è servita tantissimo per migliorare. C’era un allenatore che aveva puntato su altri giocatori, ma nonostante questo io mi sono comportato sempre da professionista. Allenandomi con lo stesso impegno, giornalmente. A chi aveva messo in giro quelle voci dico che nel calcio c’è un solo giudice: il campo. Sul terreno di gioco puoi rispondere alle critiche”. 

L’anno scorso contro il Palermo grande festa di sport…

“Vedere tutta quella gente al ‘Dino Liotta’ è stata un’emozione unica. Posso dire con franchezza che neanche in Serie C si vedono stadi così gremiti. E soprattutto abbiamo scritto una pagina importante battendo i rosa…”

Sogni la Serie C con il Licata?

“Non lo nego (ride, ndr). Sarebbe il regalo più bello di sempre”. 

Se non con il Licata il professionismo potrebbe aprirsi per te passando attraverso altre porte?

“Ho ricevuto diverse offerte quest’estate da club professionistici, ma ho voluto dare priorità al Licata. Se diventerò un professionista sicuramente è perché l’ho meritato. Però, sono convito che non bisogna fare il passo più lungo della gamba, non è necessario strafare. La pazienza è la virtù dei forti”. 

Girone I 2020/2021 molto equilibrato, più squadre momentaneamente in vetta alla classifica a pari punti. Tra queste, leggermente più staccati, ci siete anche voi. Obiettivo finale? 

“Puntiamo sempre alla quota salvezza. Tutto ciò che verrà dopo sarà un di più per noi. Lo scorso anno abbiamo fatto benissimo, speriamo di ripeterci allo stesso livello anche in questa stagione”. 

Ultima: chi vedi favorita per la volata finale?

“È difficile lasciarsi andare con i pronostici dopo così poche giornate, ma ti dico Acr Messina”. 

Fabrizio Frasca

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