“L’ha fatto apposta”: autogol sotto inchiesta | Immagini assurde, la partita era decisa
Incredibile autorete del portiere: compagni, avversari e spettatori sconvolti. Palla all’incrocio nel tentativo di rinviare.
Le autoreti fanno parte di quegli episodi clamorosi e curiosi presenti nel mondo del calcio, diventando spesso oggetto di discussioni, scherno e meme da parte dei tifosi. Alcuni restano nella storia per la loro goffaggine o imprevedibilità. Ad esempio è iconico l’autogol di Chris Brass, nel 2006, protagonista in una squadra minore delle serie inglesi. Nel tentativo di liberare l’area con una rovesciata, goffamente colpì il proprio viso deviando la sfera nella propria porta. È famosa anche la prodezza di Frank Sinclair, allora al Leicester, che nel 2002 segnò un’incredibile autorete da centrocampo nel tentativo di fare un retropassaggio verso il proprio portiere. Anche nel calcio italiano ci sono esempi simili, per esempio nella stagione 1999/2000, il laziale Paolo Negro trafisse Peruzzi nel derby contro la Roma.
Purtroppo, qualche volta alcuni autogol sono entrati nel mirino degli uffici d’inchiesta perché sospetti di volontarietà e collegati al calcioscommesse. Uno dei casi più celebri riguarda Charles Sibanda, giocatore dello Zimbabwe, che in una partita contro il Brasile nel 2010 segnò nella propria porta in modo molto sospetto, facendo sollevare interrogativi sulla correttezza della partita. Soprattutto negli anni ‘80, in Italia e in Serie B, alcuni autogol vennero collegati al calcioscommesse perché collegati a risultati improbabili.
Nella maggior parte dei casi, anzi nella quasi totalità dei casi, l’autogol è frutto di un errore tecnico o della sfortuna. Ad esempio, nel Mondiale del 2014, il brasiliano Marcelo inaugurò la competizione con un gol nella propria porta contro la Croazia regalando la vittoria agli avversari. Un episodio tragico legato agli autogol riguarda Andres Escobar, giocatore della Colombia che nel Mondiale di USA 94 contribuì all’eliminazione sfortunata della propria squadra e questo gli costò la vita al rientro nella propria nazione.
Comici, o drammatici, gli autogol fanno parte del calcio capace contemporaneamente di emozionare e sconvolgere l’una o l’altra parte. Questi episodi sono un’ulteriore conferma dell’imprevedibilità di questo sport.
L’autogol alla Fantozzi
Siamo in Inghilterra, si sta giocando la partita tra Gloucester e Walton&Hersham gara d’alta classifica della settima serie, siamo al minuto 4 e la partita è ancora ferma sullo 0-0. Il portiere Jared Thompson riceve un retropassaggio da sinistra e si defila alla sinistra della propria porta.
L’estremo difensore è cresciuto nel Chelsea, dove ha anche vinto la Youth League e ha indossato per 18 volte la maglia della nazionale inglese U18, insomma non è uno degli ultimi arrivati. Riceve la sfera, alza la testa, prende la mira per allargare sulla fascia opposta, ma colpisce la sfera con un esterno destro incredibile che infila la sfera all’incrocio opposto.
“Oh mio dio” che eurogol
Lo sgomento di tutti quando la palla gonfia la rete è lampante, i compagni di Thompson hanno le mani tra i capelli, i telecronisti urlano “Oh my god” mentre il portiere è visibilmente contrariato, per usare un eufemismo.
Questa rete dello 0-1 permette agli ospiti di dilagare nella prima frazione chiudendola sullo 0-4. Il Gloucester però nella ripresa ha un piglio totalmente diverso e comincia a risalire la montagna lentamente, trovando anche il definitivo 4-4 in pieno recupero. Qualcuno può anche avere pensato “L’ha fatto apposta“, ma in realtà volendolo fare crediamo che su 100 volte in 99 non ci sarebbe riuscito.