L’erede di Albertini dal carattere duro: tra amaranto e bianconero, ecco chi è Ciccio Cozza
Prima il colpo di fulmine poi il colpo di scena. La Sicula Leonzio decide di col
Prima il colpo di fulmine poi il colpo di scena. La Sicula Leonzio decide di colorire di classe e fascino il girone I di Serie D. Perché a sedere sulla panchina lasciata vuota da Seby Catania, sarà un ex giocatore di A tutto brio e classe. Bandiera della Reggina ma non solo, Ciccio Cozza si vestirà del secondo bianconero della sua carriera.
Nato a Cariati nel 1974, cresce calcisticamente nella Reggina per poi attirare le attenzioni del Milan. Berlusconi lo designa come erede di Albertini, il campo però non gli sorride e dopo solo una presenza ufficiale in rossonero, Ciccio si fa le ossa in prestito tra Lucchese, Vicenza, Cagliari e Lecce. La svolta arriva nel 1999 quando Foti lo riporta a Reggio. Campionato di Serie B vinto e Reggina per la prima volta in Serie A. La prima stagione in massima serie Cozza comincia come riserva di un giovanissimo Andrea Pirlo per poi piano piano imporsi e scrivere pagine importanti nelle successive stagioni degli amaranto. Dopo una breve parentesi al Genoa, passa al Siena dove, prima nel 2005 e poi nella stagione 2006/2007 è uno dei principali protagonisti della parentesi in Serie A dei senesi. Chiude la carriera da calciatore nel 2010 alla Salernitana.
Appesi gli scarpini al chiodo, Cozza opta per l’odiata panchina. Comincia come collaboratore tecnico di Atzori proprio alla Reggina per poi la stagione successiva passare al Catanzaro: la prima stagione ottiene la promozione in Lega Pro, al secondo anno arriva l’esonero. Sfortunate anche le successive esperienze con Pisa e Reggina. Nel 2015/2016 viene chiamato a guidare l’Asd Reggio Calabria, si piazza quarto in Serie D e perde la semifinale play off con quella che potrebbe essere l’avversaria principale nella sua prossima avventura, la Cavese.
Un carattere duro e particolare ha portato Cozza ad un rapporto di odio amore con i tifosi della Reggina prima e del Siena poi. Il numero 10 non ha mai calato la testa di fronte a nessuno, che fossero offerte non gradite o contestazioni non condivise. Il suo credo tattico è fatto di ripartenze veloci, il modulo preferito è il 4-3-3 anche se non disdegna il 4-2-3-1.
Cozza riparte ora dalla Sicilia. Attraversare lo stretto per diventare grandi. La Leonzio ha scelto il carisma e non l’esperienza, ha scelto la classe e il fascino di uno che il bianconero lo conosce bene. Ma questa è l’ora della svolta, Cozza e la Leonzio devono guardare al futuro e che sia bianco o sia nero, l’importante è vincere insieme.