L’arbitro fischia il fallo: aggredito in campo dai tifosi | Partita sospesa e rissa
Ennesima aggressione ad un direttore di gara durante la partita, colpito in faccia cade a terra e sospende la gara.
Gli episodi di aggressioni agli arbitri sui campi da gioco stanno diventando sempre più frequenti, generando allarme tra gli addetti ai lavori. Durante una partita amatoriale in provincia di Napoli, un arbitro è stato colpito al volto da un calciatore espulso pochi minuti prima, riportando la frattura del setto nasale. A Torino, invece, un giovane direttore di gara è stato inseguito fuori dal campo da alcuni tifosi infuriati per una decisione controversa, trovando rifugio negli spogliatoi.
Un altro caso emblematico si è verificato in Puglia, dove un arbitro donna è stata insultata pesantemente e successivamente spintonata da un allenatore. A Milano, un direttore di gara è stato aggredito verbalmente e poi fisicamente da un genitore di un giovane calciatore durante un torneo giovanile. Questi episodi non solo minano il rispetto per chi svolge un ruolo cruciale nel regolare il gioco, ma alimentano una cultura tossica intorno al mondo dello sport.
Le conseguenze di queste aggressioni sono gravi sia a livello personale che professionale. A Roma, un arbitro ha deciso di abbandonare la carriera dopo aver ricevuto minacce di morte in seguito a una partita controversa. In Sardegna, un giovane arbitro ha riportato un trauma psicologico che lo ha costretto a un lungo periodo di terapia. Tali situazioni evidenziano il bisogno urgente di protezioni migliori per questi professionisti.
Nonostante alcune iniziative, come campagne di sensibilizzazione e pene più severe, gli episodi continuano a verificarsi. A Bologna, ad esempio, un arbitro è stato picchiato da più giocatori al termine di una gara accesa. A Genova, un altro ha subito un’aggressione fisica che ha richiesto l’intervento dei carabinieri. È evidente che servano interventi concreti e strutturati per prevenire e reprimere questi atti inaccettabili, proteggendo chi si impegna per il rispetto delle regole.
Il fuorigioco e l’aggressione
Siamo al minuto 84 della gara tra Locorotondo e Sava, campionato di Promozione pugliese, gli ospiti conducono per 1-0. La squadra di casa trova il pari, ma la direzione di gara annulla tutto per fuorigioco. Le proteste in campo sono veementi ma classiche e composte.
Un dirigente dei locali lascia la panchina, si avvicina al direttore di gara protestando in modo esagerato. Così il signor Albione di Lecce estrae dal taschino il cartellino rosso e lo sventola in faccia al tesserato del Locorotondo. Da qui il disastro.
Pugno in faccia e gara sospesa
Una volta ricevuto il cartellino rosso il dirigente del Locorotondo si avvicina minacciosamente all’arbitro che stava annotando sul taccuino il provvedimento e improvvisamente gli scaglia un colpo sul viso che lo fa cadere a terra.
I giocatori bloccano il dirigente infuriato, neanche con poca fatica, mentre altri aiutano l’arbitro leccese a rialzarsi visibilmente scosso. Dopo qualche istante di riflessione il direttore di gara fischia in anticipo la fine della gara e lascia il campo per raggiungere gli spogliatoi.