Il calcio, è chiaro, si fa con i soldi ma le società per esistere hanno in primo luogo bisogno di una precisa identità legata al territorio ed oggi ad Agrigento si è avuta una pregevole testimonianza: passeggiare nel quartiere dello stadio Esseneto alle 14, dava una triste sensazione di ‘fine ciclo’, di vera e propria rassegnazione. Gli orologi dello sport agrigentino sembravano tornati indietro di tanti anni, con una città sostanzialmente indifferente ad un match di Lega Pro: poco traffico, nessun venditore di bandiere biancazzurre, pochi rumori tipici da stadio, nemmeno il brusio del pubblico che attende di entrare; un vero e proprio ‘de profundis’ dell’Akragas, un funerale di un ciclo di vittorie iniziato nel 2011 e che, per l’appunto, sembrava al capolinea.
Ed invece quell’Akragas oramai rassegnata alla retrocessione se non addirittura al fallimento, senza più un azionista di maggioranza e di fatto quasi senza una società, oggi è riuscita a ripartire proprio da Agrigento e dagli agrigentini: è del quartiere di Villaseta Riccardo Rotulo, classe ‘99 e per la prima volta titolare quest’oggi, non è nemmeno maggiorenne Filippo Caternicchia, subentrato nella ripresa, mentre è di Porto Empedocle Simone Sicurella, anche lui del 1999 e vero e proprio eroe di giornata.
L’Akragas si è riscoperta agrigentina ed Agrigento è tornata nuovamente a scaldarsi: pochi, come detto, i tifosi allo stadio ma non appena il pubblico si è reso conto della grinta dei giovani locali in campo l’eco dei cori della curva è tornato a farsi sentire anche fuori dall’Esseneto; non appena poi il giovane Sicurella, mentre l’arbitro era pronto a fischiare la fine del match, è riuscito a sfoderare un tiro che non ha lasciato scampo al portiere ospite, il boato del popolo akragantino è rimbalzato ben oltre il quartiere dello stadio ed è apparso come liberatorio per tutto l’ambiente.
Sul campo, non appena il pallone si è insaccato alle spalle del numero uno del Fondi, ha avuto inizio la favola di Simone Sicurella: segnare all’esordio in Lega Pro, sotto la curva sud dell’Akragas, è un privilegio riservato a pochi agrigentini e forse nella storia recente del calcio biancazzurro mai nessuno era riuscito in un’impresa simile. Un gol di rabbia, come lo ha definito lo stesso ragazzino classe ‘99 in sala stampa: “Ho pensato solo a far gol – ha dichiarato ai giornalisti – Il primo pensiero che ho avuto è stato quello di calciare verso la porta e sono contento di aver portato la squadra al pareggio”; una rete quindi, scaturita dalla fame agonistica di chi indossa una maglia che rappresenta il proprio territorio, in uno stadio che ha visto già da bambino ogni giorno ed in cui magari è andato a vedere le prime partite dal vivo assieme agli amici d’infanzia.
E’ solo un pareggio, dati alla mano, quello uscito fuori dall’Esseneto oggi ma lo si è festeggiato sotto la curva come la vittoria di un trofeo: il gol di Sicurella ha regalato all’ambiente certezze messe in dubbio dalla crisi societaria, ha fatto capire una volta e per tutte che la squadra onorerà maglia e campionato fino alla fine, ha reso quasi secondario lo sguardo alla classifica, oggi ad Agrigento l’importante era sudare e far tornare il pubblico ad essere orgoglioso di tenere per i colori biancazzurri. Una favola calcistica, quella di Sicurella, una nuova rinascita forse per l’Akragas; altro che ‘de profundis’, altro che fallimento, la squadra di mister Di Napoli ha battuto un colpo tenendo botta al forte Fondi, ha dimostrato di essere ancora in lizza per la salvezza e questo agli agrigentini è piaciuto e fuori dagli spogliatoi un buon numero di tifosi ha aspettato i giocatori per applaudirsi della prestazione.
Dopo le notizie dell’addio di Giavarini e dopo le cessioni eccellenti di gennaio, Agrigento sembrava destinata a fare l’ennesima figuraccia a livello nazionale ed invece ecco che un ragazzo agrigentino di 17 anni è riuscito a piegare le difese di una squadra che lotta per i play off ed altri suoi coetanei locali sono pronti a seguirlo ed a sudare fino alla fine; il nuovo corso biancazzurro quindi, riparte dai giovani cresciuti all’ombra dell’Esseneto e questo, a prescindere da come andrà a finire il torneo, è una notizia più che positiva per il movimento calcistico agrigentino ma anche siciliano visto che, in un’isola dove il professionismo si regge a fatica anche nelle grandi città, è di vitale importanza far esordire e mettere alla prova nuovi talenti locali.
Oggi è il giorno di Simone Sicurella, la prossima domenica potrebbe essere quello di altri giovani del vivaio biancazzurro; di certo, dalla crisi è nata anche l’occasione per mettere alla prova ragazzi agrigentini che sentono particolarmente il senso di appartenenza alla maglia e questo azzardo forzato ha già portato un punto in una classifica ferma da troppe settimane, così come ha smosso nuovamente l’entusiasmo della piazza: pochi ma rumorosi oggi all’Esseneto, riscoprire un’Akragas agrigentina potrebbe riportare anche i tanti tifosi persi lungo il corso di questi ultimi nefasti mesi.