Il ct della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha spiegato:
“Si va a ricevere l’affetto dei nostri connazionali a cui dobbiamo tantissime cose. Sono laggiù a lavorare e ci hanno aperto nuove frontiere e nuove conoscenze. Saranno due partite che ci permetteranno di organizzare qualcosa dal punto di vista tattico. Troveremo Chiellini e Cannavaro in America? Staccheremo qualche pezzo e se possibile lo inseriremo in qualche nostro calciatore, come si fa con un innesto in campagna…”.
“Acerbi? Il mio pensiero è racchiuso dentro il comunicato – le parole di Spalletti -. Non vorrei mai trovarmi in questa posizione, ma abbiamo la responsabilità di quello che è uno sport importantissimo e di quella che è la nostra nazione. Da quello che mi ha detto Francesco, però, non si tratta di un episodio di razzismo, quindi bisogna stare attenti anche quando si va a denunciare un episodio del genere. Abbiamo visto Francesco in difficoltà e ci dispiace da un punto di vista umano aver preso queste decisioni, ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti”.
“Lucca? Voglio vedere da vicino di che pasta è fatto. Chi è rimasto a casa non deve sentirsi vittima di una bocciatura, anzi è importante che i nostri calciatori esprimano una qualità continua. Immobile? Io so che lui è un calciatore importante per il suo club e per la Nazionale: ora è un momento che non riesce a esprimere il suo potenziale e penso che in questo momento sia giusto scegliere altri. Discorso valido anche per Scamacca: quando ho avuto a che fare con lui, non mi è sembrato che abbia espresso il meglio di sé, quando invece bisogna subito dare l’impressione di essere da Nazionale”.
“Bellanova e Folorunsho? Nessuno deve sentirsi blindato in questa Nazionale. Da un punto di vista mio è scontato e necessario sapere che ci siano figure che stanno venendo fuori. Dobbiamo essere pronti ad accogliere questi giocatori a braccia aperte, così come dobbiamo considerare calciatori che ci dimostrano come la fase offensiva li porti a ricoprire anche diversi ruoli. Gli esterni, per esempio, fanno sempre più deviazioni interne: questa è ormai la nuova frontiera del calcio europeo”.
“Lorenzo Pellegrini? Lo abbiamo atteso tantissimo, non ce l’ho mai avuto a disposizione. E’ un calciatore di cui è facile andare a valutare il livello: sa fare più cose. Non so cosa verrà fuori, ma lui è uno di quelli su cui ci si conta. Ha avuto problemi, li ha messi a posto: con la qualità che vuole Daniele De Rossi nella Roma si esprime a suo agio”.
“Il lavoro di De Rossi? Ho preso moltissimo di quello che ha fatto in questo periodo. Mi sembra un po’ Carletto Mazzone, quando esprime l’essere un po’ calciatore e un po’ allenatore. Sta facendo un lavoro eccezionale e non era facile in così poco tempo. A quelli che mi hanno messo a disposizione tutto quello che avevano auguro il meglio possibile”. Tra i protagonisti della Roma di De Rossi, anche Gianluca Mancini, chiamato al posto di Acerbi: “Gioca dentro, si inserisce, lo vedo a costruire e me lo ritrovo poi in area avversaria. Il fatto che non lo avessi chiamato non è una bocciatura neppure per lui, ma perché so benissimo quello che giocatori come Mancini, Politano ed El Shaarawy per fare altri esempi possono dare”.
“Difesa a tre? Ma io penso che il calcio sia una cosa fluida, non rigida. Si può passare da un sistema a un altro, questo 3-4-2-1 lo voglio valutare, dipenderà dalle caratteristiche di chi gioca. Abbiamo la possibilità, cambiando qualcosa, di essere più sorprendenti”.
“Sono le 22 ore in cui non si sta in campo a far vedere di che livello siamo. Non mi interessa se giochino o meno alla playstation, mi interessa che a una certa ora si vada a dormire. Se vai a disturbare quella che è la tua professione, ci entro dentro e non mi sta bene. Non lego i calciatori con un contratto: chi non vuole venire in Nazionale o utilizzare il tempo con cose che creano dipendenza può stare a casa”.