Isgrò a GS.it: ­“­Spero la mia storia possa essere da esempio per tanti. Qui sto benissimo, quel gol al Catania…“

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Umiltà e classe. Un sognatore rimasto sempre coi piedi per terra e che, in silenzio e senza pret

Umiltà e classe. Un sognatore rimasto sempre coi piedi per terra e che, in silenzio e senza pretese, si è guadagnato una bella esperienza. Antonio Isgrò, dopo tanti anni tra Due Torri, Igea Virtus e Sant’Agata, in estate è stato ingaggiato dal Potenza di mister Peppe Raffaele e ai microfoni di Goalsicilia.it, parla di questa sua esperienza.

Dopo tanti anni di Eccellenza e Serie D, l’estate scorsa, scrivi una bella storia con il passaggio in Serie C…

“Spero possa essere da esempio per tutti quei giovani che giocano in categorie più basse, di crederci sempre, fino alla fine. Io adesso ho avuto questa possibilità ma come me, ci sono tanti giocatori che potrebbero fare categorie superiori…”

Da siciliano, quel gol al Catania è un po’ la firma del destino…

“Mamma mia, te lo giuro, non potete immaginare l’emozione (sorride ndr). Allo stadio c’era la mia famiglia, mi hanno sempre seguito in tutte le mie avventure nelle categorie inferiori, è stata una gioia immensa per me e per loro. Poi c’era mio figlio, siamo uno pazzo dell’altro, andare ad esultare sotto di loro è qualcosa di meraviglioso”.

Importante in questo tuo passaggio al Potenza è stato mister Raffaele…

“Il mister mi ha dato una grande opportunità e lo ringrazierò sempre, magari senza di lui non avrei mai fatto questa categoria…difficile che una società vada a pescare un giocatore in categoria inferiore alla mia età. È stata una scommessa per tutti e devo dire che alla fine il mio contributo l’ho dato”.

Anche quella di Raffaele è una scommessa vinta dal Potenza…

“Assolutamente sì, lui migliora ogni anno di più. Ha una grinta e un carisma che trasmette alle sue squadre che rispecchiano il suo carattere, è un allenatore che ti fa rendere al cento per cento”.

Qual è il segreto di Potenza, piazza che da due anni a questa parte, sta facendo grandi cose?

“C’è una città unita alla squadra, i tifosi sono sempre vicinissimi a noi. Poi tutti sono umili, si godono il momento, è una famiglia, tirano tutti dalla stessa parte: l’unione e la passione fanno la differenza”.

Questo virus che blocca i campionati, in un momento molto bello per te, sembra quasi uno scherzo di cattivo gusto…

“Ti rendi conto? Questo intoppo non ci voleva (ride ndr). Però l’importante che si superi tutto a livello sanitario, io cercherò di dare sempre il massimo”.

Qual è il tuo auspicio per il futuro?

“Mi godo il momento, certo qui mi trovo benissimo, ho un bel rapporto con la società e i tifosi mi vogliono bene, mi chiedono sempre come mai non avessi mai giocato in categorie superiori (ride ndr)…Ho sempre 33 anni, però non mi dispiacerebbe rimanere un altro anno”.

Il rammarico è forse quello di ‘essere arrivato’ tardi…

“Io penso che magari, avessi giocao in C dieci anni fa, sarebbe andata male e oggi non sarei qui. Sono contento di quello che ho fatto, evidentemente doveva andare così. Non mi era stata data mai la possibilità, l’ho avuta adesso e sono felice”.

(Foto Puccio Rotella)