Intervento diretto della FIGC: dieci punti di penalizzazione all’Inter | Stravolta la classifica
Visti gli ultimi avvenimenti i nerazzurri rischiano grosso se la Federazione dovesse prendere una posizione severa e drastica.
Negli ultimi anni, l’Inter ha affrontato una serie di difficoltà finanziarie che hanno messo a dura prova la solidità del club. Come molte squadre di calcio, anche i nerazzurri hanno risentito degli effetti economici della pandemia di COVID-19, che ha drasticamente ridotto le entrate derivanti dai biglietti, dal merchandising e dalle sponsorizzazioni. Tuttavia, i problemi finanziari dell’Inter non si sono limitati a questo periodo critico, ma affondano le radici in una gestione economica che per anni ha puntato su spese elevate e investimenti rischiosi, spesso senza un bilanciamento adeguato dei conti.
Uno dei principali ostacoli è stato il debito accumulato dal club, che ha portato a una forte dipendenza da prestiti e supporto finanziario esterno. La proprietà del gruppo Suning, sebbene inizialmente avesse portato un nuovo slancio economico, ha dovuto fare i conti con le restrizioni imposte dal governo cinese sugli investimenti esteri e con le difficoltà del mercato domestico. Questo ha costretto il club a ridimensionare le proprie ambizioni, cercando di mantenere competitività sul campo senza aumentare ulteriormente il deficit.
L’Inter ha dovuto adottare misure drastiche per affrontare la crisi. La vendita di giocatori chiave, come Romelu Lukaku e Achraf Hakimi, è stata un esempio lampante della necessità di generare liquidità immediata. Allo stesso tempo, il club ha cercato di contenere i costi riducendo gli ingaggi dei calciatori e puntando su giovani promesse o affari a parametro zero. Tuttavia, queste strategie non sono state sempre ben accolte dai tifosi, che hanno visto un indebolimento della squadra in momenti cruciali.
Nonostante le difficoltà, l’Inter è riuscita a mantenere un livello competitivo, conquistando trofei nazionali e raggiungendo traguardi importanti in Europa. Questo dimostra la capacità del club di navigare in acque difficili, ma sottolinea anche l’importanza di una gestione sostenibile nel lungo termine. Solo così l’Inter potrà garantire un futuro solido e ambizioso, sia economicamente che sportivamente.
L’ultras Beretta collabora
Le recenti dichiarazioni di Andrea Beretta, ex capo ultras della Curva Nord dell’Inter, hanno sollevato preoccupazioni all’interno del club nerazzurro. Beretta, attualmente collaboratore di giustizia, così come riporta “Sky Sport” ha affermato di aver interagito con l’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, nonostante fosse sottoposto a un Daspo.
Secondo Beretta, Marotta era a conoscenza del provvedimento restrittivo a suo carico e, durante una contestazione legata alla cessione di Lukaku, gli avrebbe detto all’ultrà di non fare casino e che magari la contestazione ci poteva stare, qualora i nuovi volti non avessero reso.
Cosa rischia l’Inter?
Marotta ha confermato di aver incontrato Beretta una sola volta in occasione della suddetta contestazione, specificando che l’incontro si è svolto alla presenza di numerose persone e che, prima di tale incontro, aveva informato per iscritto sia il Questore di Milano sia la Procura della FIGC, come confermato da fonti federali.
Ma l’Inter rischia qualcosa? Nonostante molte tifoserie avversarie chiedono sanzioni dure e penalizzazioni, il rischio di una punizione c’è ma esclusivamente pecuniaria. Possibili deferimenti e squalifiche per i dirigenti ed i giocatori che hanno avuto rapporti diretti con i tifosi, ma il club rischia solo una sanzione che può andare da 10.000 a 50.000 euro.