‘Il Trapani visto da… Puccio’: “Contro la Spal, errore di Cosmi con Citro. Sul futuro del mister…”

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Nuovo appuntamento con la rubrica “Il Trapani visto da…” targata Goalsicilia.it

Nuovo appuntamento con la rubrica “Il Trapani visto da…” targata Goalsicilia.it. Protagonista Salvatore Puccio, che ci dice la sua sulla situazione in casa granata:

Salvatore, un altro pari anche contro la Spal. Come accogli questo punticino?

“Male! Se poi dobbiamo essere retorici, ti dico che un punto muove pur sempre la classifica. Solo che nella situazione in cui versa il Trapani, attualmente ultimo in classifica con appena 11 punti, dopo 15 partite giocate sono arrivati una sola vittoria, otto pareggi e sei sconfitte. Contro la Spal dovevano arrivare i 3 punti, a tutti i costi. Anche perché quei 10-15 minuti di gioco intravisti a Perugia, avevano fatto ben sperare e ridato fiducia a una piazza che l’altra sera si è presentata al “Provinciale” con più di 5.000 spettatori, convinti che la buona prestazione dei granata al “R. Curi” avrebbe avuto un seguito e che della Spal si sarebbe fatto un sol boccone. In effetti il seguito c’è stato, altri 10-15 minuti di bel gioco all’inizio del secondo tempo, ma solo dopo essere passati in svantaggio, con l’acqua alla gola, dopo l’ingresso in campo di una punta (finalmente), un rigore conquistato e un pareggio raggiunto. Stop, è finita lì, come in tante, troppe occasioni già successe quest’anno. Personalmente sono convinto che il pareggio contro i ferraresi non fa altro che prolungare l’agonia della truppa di Cosmi. Perché ci vuole proprio un atto di fede per sperare che qualcosa accada affinché questi atleti in maglia granata tornino ad essere gli undici leoni che nella scorsa primavera hanno trascinato Trapani alle soglie della serie A.”.

Cosmi ha rinunciato all’imprevedibilità di Citro nella formazione iniziale. Come giudichi questa scelta?

“Sbagliata! E non capisco perché Serse Cosmi abbia fatto trascorrere tutto il primo tempo per capire che la sua squadra stava giocando senza una vera punta. Perché erano sotto gli occhi di tutti le difficoltà di Scozzarella e compagni, arrivati alla trequarti avversaria, nel non sapere a chi dare la palla, perché, alzando la testa, non vedevano nessuna maglia granata in area avversaria. Ma questo perché? Perché Petkovic e Coronado, i due terminali offensivi del Trapani in quel momento, venivano sempre fuori dai 16 metri a ricevere il passaggio o giocare di sponda con i compagni, lasciando isolata l’area avversaria. Senza attaccanti non si va da nessuna parte. Prova ne sia che entrato Citro dall’inizio della ripresa le cose sono cambiate”.

Credi che a questo punto sia arrivato il momento di un cambio alla guida tecnica?

“È di poche ore fa un comunicato ufficiale del Trapani in cui la società ribadisce la propria piena fiducia nei confronti di mister Serse Cosmi. C’era da aspettarselo, perché tale decisione rientra nella diversità della società granata rispetto a tutte le altre società del panorama calcistico italiano. Ad oggi, se non intervengono fattori esterni, appare irreale pensare ad un esonero di Serse Cosmi. Cosa diversa sarebbe un gesto spontaneo del tecnico perugino. Se vuoi sapere il mio pensiero, sono combattuto tra il cuore e la ragione. Mister Cosmi è una persona fantastica, con un carisma fantastico, mai visto dalle nostre parti, che ha fatto sognare ad occhi aperti una città che non dimenticherà mai il condottiero di una fantastica cavalcata che si è interrotta solo a pochi centimetri dal traguardo. Deve restare assolutamente! Ma la mia ratio mi suggerisce ben altro: per salvare un patrimonio che per Trapani ha un valore esponenziale più grande rispetto a qualsiasi altra realtà della serie B, resta solo il tentare la carta del cambio della conduzione tecnica. Ma me lo suggerisce anche la dura legge del calcio. Ricordo che in una conferenza stampa, era il 12 novembre scorso, Serse Cosmi disse: “se il mio allontanamento servisse per la salvezza del Trapani, ci metterei un secondo a decidere”. Quelle non furono parole di circostanza ma venivano dal suo cuore esattamente come quando parlava dei tramonti trapanesi da far conoscere alla serie A. Forse quel momento è arrivato…”.

Da sottolineare la freddezza, la lucidità e il coraggio di Petkovic nel ripresentarsi sul dischetto dopo l’errore col Vicenza. Qual era l’atmosfera allo stadio nei secondi che hanno preceduto il rigore?

“Lì è stato davvero grande. I tre aggettivi che hai citato appartengono solo ai grandi giocatori. E Bruno Petkovic lo è. Questo giocatore ha l’indole del campione che quando vuole fa la differenza e il croato l’ha dimostrato ampiamente nello scorso campionato. Quest’anno non è sicuramente ancora entrato nella forma migliore, forse perché paga i postumi dell’intervento al menisco. Ma il valore del “predestinato” non si discute. Invece sugli spalti è calato il silenzio in occasione del rigore, si sono vissuti con ansia e trepidazione i secondi che hanno preceduto la trasformazione di Petkovic, perché era ancora recente il ricordo dell’errore dal dischetto, contro il Vicenza, dello stesso giocatore croato. Ma quest’anno, è l’intero arco dei 90′ che viene vissuto dai tifosi con la paura che la squadra sbagli un gol fatto o ne subisca uno al primo errore della difesa granata. Purtroppo è stato così fin qui”.

Adesso è veramente vietato sbagliare. Con quale spirito si deve presentare la squadra granata a Pisa?

“Credo sia già da un po’ che non si debba più sbagliare. Si guarda alla prossima trasferta di Pisa, altra squadra in grossissime difficoltà, con la speranza che possa avvenire questa benedetta inversione di tendenza. Lo spirito deve essere quello di una squadra che deve sempre credere nel proprio valore, non essere seconda a nessuno, avere autostima e consapevolezza nei propri mezzi. Ma ci vorrà davvero tanta fede per sperare in tutto ciò, perché la realtà dice ben altro. Dice che per tutte le ragioni di questo mondo, una squadra di eroi si è trasformata in una squadra senza anima che, quando va bene, gioca 10-15 minuti in una partita per portare a casa un pareggio. Il calcio, contrariamente a quanto molti pensano, è una scienza esatta, in cui alla fine contano solo i risultati. Possiamo affermare tutto e il contrario di tutto, ma l’unica cosa che conta, sono i risultati. E questi dicono che oggi il Trapani non è una squadra che non regge l’urto di questo campionato, ci sarà sempre qualcosa che andrà storto, si infortunerà l’unico giocatore che porta avanti la carretta, non ci verrà concesso un netto calcio di rigore nel recupero e chi più ne ha più ne metta, ma alla fine il risultato sarà sempre lo stesso. Comunque credo sempre che la speranza sia l’ultima a morire ed allora spero che all’”Arena Garibaldi” di Pisa i gladiatori granata domeranno i leoni neroazzurri”.