Il nerazzurro rivela tutto sul mister: “È malato, sapeva già tutto” | Annuncio che spiazza il club
Rivelazione senza peli sulla lingua del calciatore che in un’intervista fa importanti rivelazioni.
Gli allenatori che restano per lungo tempo alla guida di un club o di una nazionale rappresentano figure emblematiche nel mondo del calcio, capaci di costruire un’identità forte e duratura. Uno degli esempi più celebri è Sir Alex Ferguson, che ha guidato il Manchester United per 27 anni, vincendo 38 trofei e lasciando un’impronta indelebile nella storia del club. Un altro esempio iconico è Arsène Wenger, che ha allenato l’Arsenal per 22 anni, trasformando il club londinese con il suo approccio innovativo al gioco e alla gestione dei giocatori.
Nel calcio italiano, Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti sono esempi di allenatori legati a progetti a lungo termine, ma è Giovanni Trapattoni a rappresentare la stabilità con i suoi lunghi anni alla guida della Juventus e successivamente della Nazionale italiana. In ambito internazionale, anche Joachim Löw ha incarnato questa idea, rimanendo sulla panchina della Germania per 15 anni e vincendo il Mondiale 2014, consolidando uno stile di gioco che ha fatto scuola in tutto il mondo.
Il legame tra un allenatore e il club o la nazionale non si basa solo sui risultati, ma anche sulla capacità di creare un’eredità culturale. Guy Roux, per esempio, ha guidato l’Auxerre per ben 44 anni, trasformando una squadra di provincia in una realtà solida del calcio francese. In Sudamerica, Óscar Tabárez ha diretto la Nazionale uruguaiana per oltre 15 anni, ridefinendo la “garra charrúa” con uno spirito moderno e competitivo.
Oggi, allenatori come Diego Simeone all’Atletico Madrid (dal 2011) e Gareth Southgate con l’Inghilterra dimostrano come la continuità sia ancora un valore. Questi tecnici non solo garantiscono stabilità, ma plasmano una visione a lungo termine, creando identità di gioco e cultura calcistica che resistono alle mode e alle pressioni del cambiamento.
Conte garanzia, chi è allenato da Gasp è fortunato
In una lunga intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” è tornato a parlare Goran Pandev, ex attaccante tra le altre di Lazio e Inter del triplete, simbolo del calcio macedone per anni. Per lui in quasi 20 anni di carriera oltre 650 presenze da professionista e quasi 150 gol.
Pandev ha parlato degli attuali protagonisti della Serie A lanciando una chicca su Simone Inzaghi, suo ex compagno ai tempi della Lazio: “Chi prende Conte in panchina ha una garanzia, secondo me si gioca lo Scudetto con Atalanta e Inter”.
Il tecnico dell’Inter è “malato”
Pandev parla anche dell’Atalanta: “Per un attaccante, essere allenato da Gasperini, è una fortuna. Ti cambia la vita, si capiva da tempo che in lui c’era qualcosa di speciale”.
Non manca una battuta su Simone Inzaghi, suo compagno ai tempo della Lazio: “Era un malato del calcio già a quel tempo. Sapeva tutto di tutti, gli chiedevi di un giocatore di Serie C e ti faceva una relazione. Un predestinato”.