Il proverbio “Sembrare e non essere è come filare e non tessere” si adatta perfettamente alla situazione che coinvolge l’AAD Invest Group. Presentatosi come un colosso finanziario capace di sostenere senza difficoltà un club di Serie C, la realtà ha, purtroppo, rivelato una facciata ben diversa.
Dopo aver mancato la scadenza cruciale di lunedì scorso per il pagamento di contributi e ritenute – un errore che comporterà al Messina pesanti punti di penalizzazione e ridurrà drasticamente le possibilità di salvezza diretta – la fiduciaria lussemburghese guidata da Doudou Cissè ha nuovamente disatteso le aspettative. Oggi, infatti, non è stato onorato neanche l’impegno preso dal notaio Magno con l’ex presidente e proprietario Pietro Sciotto per il pagamento della prima rata di 1 milione e 250 mila euro, prevista per l’acquisizione dell’80% delle quote. Un epilogo prevedibile, viste le prime avvisaglie, nonostante le smentite di facciata.
Ora Sciotto, moralmente responsabile di aver avviato questa trattativa senza considerare adeguatamente le esigenze del territorio, potrà attivare la clausola presente nell’atto notarile. Tuttavia, più che per riappropriarsi delle quote, questa mossa servirà a gettare le basi per una risoluzione della questione in tribunale e per avviare una richiesta di risarcimento danni.
Nel frattempo, il Messina sembra abbandonato al proprio destino. Diverse figure chiave hanno già preso le distanze dall’AAD Invest Group: tra questi, Thiam e il commercialista Francesco La Fauci, che avevano collaborato con la fiduciaria lussemburghese ma che ora rifiutano qualsiasi associazione con essa.
Nonostante il caos gestionale, i tesserati e i tifosi rimangono fedeli al club. Lunedì sera, infatti, i sostenitori biancoscudati saranno presenti allo stadio per incoraggiare la squadra nel delicato match casalingo contro il Trapani.
In bilico, invece, la posizione del presidente Stefano Alaimo. Se le somme promesse non dovessero arrivare – qualcuno ipotizza persino entro domani – non è escluso che possa rassegnare le dimissioni, stanco di fungere da parafulmine in una situazione sempre più insostenibile. Dopo gli entusiasmi iniziali, il rischio di un nuovo vuoto di potere sembra sempre più concreto.