Il campione si è tolto la vita: trovato nella stanza d’hotel | Si ferma il campionato
Vicino al corpo senza vita in albergo un messaggio con scritto di chiamare Anna, colleghi e sportivi sconvolti dalla notizia.
Negli ultimi anni, il mondo dello sport è stato segnato da tragiche vicende legate al suicidio di atleti e calciatori, un tema spesso sottovalutato. Tra i casi più noti c’è quello di Justin Fashanu, calciatore inglese degli anni ’80, il primo a dichiararsi apertamente gay. Fashanu si tolse la vita nel 1998, dopo essere stato accusato di abusi sessuali, accuse che riteneva ingiuste e che lo avevano portato a sentirsi emarginato. Un altro esempio è quello del brasiliano Heleno de Freitas, stella degli anni ’40 e ’50, che lottò contro la depressione e la dipendenza da cocaina prima di togliersi la vita nel 1959.
Lo stress e la pressione psicologica sono tra i principali fattori che portano a queste tragedie. Robert Enke, portiere della nazionale tedesca, è un caso emblematico. Soffriva di depressione clinica, aggravata dalla morte della figlia, e si suicidò nel 2009 lasciando una lettera in cui spiegava il suo dolore. Anche l’ex difensore della Premier League, Gary Speed, sconvolse il mondo del calcio nel 2011: apparentemente felice e di successo, Speed fu trovato impiccato nella sua abitazione, lasciando amici e familiari senza risposte chiare.
Oltre ai calciatori, altri sportivi hanno vissuto destini simili. L’ex cestista della NBA Bison Dele, conosciuto per il suo talento e la sua personalità complessa, è scomparso in circostanze misteriose nel 2002, con ipotesi che includono il suicidio. Nel ciclismo, Marco Pantani, campione italiano, lottò contro la depressione e le accuse di doping, trovando la morte in un hotel nel 2004 per overdose ma in cause tutt’oggi misteriose.
Questi tragici episodi mettono in luce la fragilità che può colpire anche gli atleti più forti e ammirati. Il tema della salute mentale nello sport è ormai imprescindibile, e casi recenti, come quello del calciatore olandese Jody Lukoki nel 2022, sottolineano l’urgenza di un sostegno adeguato. L’obiettivo è garantire che nessun atleta debba affrontare il proprio dolore da solo.
La drammatica scena trovata
Siamo a Mosca, in un hotel del centro, la security entra in una delle camera e trova il corpo di un omone grande e grosso senza vita. Si tratta di Janis Timma, lettone classe 1992, giocatore di basket.
Timma ha iniziato la carriera da cestista in patria ma ha avuto esperienze anche in Grecia, Russia e Spagna dove stava militando con la canotta dell’Obradoiro. Per l’ala alto 2.03 m tante presenze anche nelle nazionali giovanili e in nazionale maggiore.
Le possibile cause del suicidio
Il mondo del basket è scosso dalla notizia della scomparsa di Janis Timma, 32enne lettone, che si è tolto la vita in un hotel a Mosca, in Russia. Accanto al corpo del cestista sarebbe stato trovato un telefono con ben visibile un messaggio “Chiama Anna” e un numero di telefono.
Sembrerebbe che Timma stesse vivendo un periodo difficile, tanto da farsi tatuare una serie di teschi sulla schiena, dopo la separazione con la moglie Anna Sedokova. Quest’ultima, ucraina, è una star della tv e cantante e sui social si è detta molto scossa.