BARCELLONA POZZO DI GOTTO – “C’era una volta la gradinata”, scrive la Gazzetta del Sud evocando con malinconia quel settore dello stadio che un tempo rappresentava il cuore pulsante del tifo organizzato giallorosso. Oggi, invece, è diventato simbolo di sconforto e silenzio. La salvezza conquistata contro la Sancataldese dovrebbe essere motivo di festa, ma l’ambiente intorno all’Igea Virtus racconta una realtà diversa: presenze scarse, entusiasmo in calo e un futuro incerto.
Nonostante i risultati sul campo e il grande lavoro della società, il pubblico continua a latitare. È Antonio Russo, direttore generale del club, a lanciare un grido d’allarme al termine dell’ultima partita, durante quella che era stata annunciata come la “Giornata Giallorossa”: «Non possiamo essere soddisfatti della risposta del pubblico, soprattutto in gradinata. I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Davanti a simili presenze, è difficile mantenere questo giocattolo a Barcellona», ha dichiarato amareggiato.
E non è solo un problema numerico, ma di identità collettiva. La squadra è in Serie D, una categoria difesa con sacrificio e impegno, ma che rischia di perdere senso senza il sostegno della città. «Servirebbe forse l’ingresso libero per vedere più gente allo stadio», ha commentato con sarcasmo il dg, che però non chiude le porte alla speranza: «Auguriamoci che prevalga il buon senso e che si capisca cosa c’è in gioco. Ma la città deve rispondere in modo diverso».
Nei prossimi giorni la società terrà una conferenza stampa per chiarire i contorni della situazione e, forse, per mettere in discussione il progetto stesso. «Non so se il gioco vale la candela», ha aggiunto Russo, facendo intendere che gli sforzi fin qui sostenuti potrebbero non bastare più.
Durante la stagione solo in rare occasioni si è superata quota mille spettatori – come nelle gare contro Reggina e Sant’Agata – ma è mancata quella continuità e compattezza che un tempo caratterizzavano il tifo barcellonese.
Ora la palla passa proprio ai tifosi. Perché se è vero che la società ha fatto il possibile, è altrettanto vero che il calcio, senza passione condivisa, rischia di svuotarsi. Barcellona deve decidere se vuole davvero tenersi stretta l’Igea Virtus.