Giammusso a GS.it: “Progetto ambizioso, questo stop non ci voleva. Voglio riportare la Nissa tra i professionisti”
“Il progetto quinquennale è quello di riportare questa squadra tra i professionisti”. Non usa me
“Il progetto quinquennale è quello di riportare questa squadra tra i professionisti”. Non usa mezzi termini il presidente della Nissa, Arialdo Giammusso, per illustrare il piano di rilancio della piazza nissena nel calcio che conta. Un piano ambizioso e a lungo termine, iniziato quest’anno, che dovrà continuare nelle stagioni che verranno. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:
Presidente, partiamo subito dallo stop al campionato. Come state affrontando questo periodo?
“È una situazione molto particolare, noi cerchiamo in ogni modo di tenere vivo e unito il gruppo perché è importante tenere alte le motivazioni dei ragazzi. Abbiamo continuato ad allenarci secondo quanto prescritto dalle normative Covid, allenamenti individuali rispettando tutti i parametri per garantire la sicurezza dei calciatori. Il gruppo così rimane coeso e di questo sono molto contento. I ragazzi sono molto motivati ma attendono di tornare a giocare, quella è la cosa più importante”.
Uno stop che vi è costato gli addii di Calaiò e De Luca…
“Gli addii ci sono stati perché i ragazzi volevano andare a giocare. Io non ho potuto trattenerli, sono andati via con la massima serenità. Io non posso prendermi la responsabilità di bloccarli anche perché non sappiamo se il nostro campionato continuerà, come si spera. Bloccarli alla Nissa sarebbe stata una responsabilità grave. Adesso però da qui non parte più nessuno, non possiamo smantellare una squadra”.
Anche altre squadre però hanno perso dei pezzi pregiati…
“In Eccellenza c’è molta incertezza, è molto difficile trattenere i ragazzi a meno che uno non si prende l’onere di trattenerli anche se non si gioca. I ragazzi vogliono giocare e poi essendo chiamati da una categoria superiore è chiaro che vadano lì”.
Torniamo a inizio stagione, la Nissa arriva in Eccellenza dopo la fusione con lo Sporting Vallone.
“La Nissa è una squadra blasonata, conosciuta nell’ambito del panorama calcistico regionale e quindi non potevamo scomparire dal calcio. Il progetto è nato lo scorso anno, quando io ero direttore generale e già dicevo che quest’anno bisognava disputare il campionato di Eccellenza. Siamo riusciti a riportare la squadra in un torneo che più si confà a quella che è la storia della squadra biancoscudata. Ma vogliamo continuare a scalare campionati. Abbiamo avuto l’opportunità di acquisire il titolo di Eccellenza tramite la fusione con lo Sporting Vallone che era intenzionato a mollare e la abbiamo colta”.
L’inizio di stagione dal punto di vista dirigenziale non è stato semplice. Come è arrivato alla carica di presidente?
“A inizio stagione ero direttore generale della squadra. Siamo partiti con una dirigenza, attraverso un progetto che prevedeva l’ingresso di nuovi soci. Io avevo dato il mio benestare, poi però ci sono state diverse vedute all’interno che hanno portato a un aut aut da parte mia. Sarei rimasto solo in determinate condizioni, quelle non c’erano anzi c’erano delle incompatibilità con alcuni dirigenti. Io sono andato via e poi mi hanno richiamato pregandomi di tornare. E sono tornato da presidente con una dirigenza di fiducia. Mi avevano seguito mister Bognanni e Mariano Cordaro e anche diversi calciatori in mia assenza stavano andando via. Ho scelto persone di massima fiducia, riconfermando mister Bognanni e nominando Giancarlo Bonsignore come direttore sportivo, persona stimatissima da tutti e che era già stato qui in passato. Stiamo facendo un bel lavoro, abbiamo costruito anche una sede, casa Nissa, dove i ragazzi potranno dormire e dove si trovano anche sale destinate allo svago oltre alla cucina. Questo è per i ragazzi che restano a Caltanissetta pur venendo da fuori. Abbiamo fatto importanti convenzioni, come quella col prof. Tamburo, famosissimo fisioterapista, che seguirà i ragazzi in caso di infortuni. E poi abbiamo chiuso accordi importanti, come quella con l’Udinese Academy per il settore giovanile. Ci sono tante cose in pentola…”.
Un progetto ambizioso, insomma…
“Il progetto è almeno quinquennale. Nel corso di questi cinque anni vogliamo provare a riportare la Nissa tra i professionisti. Faremo tutto il possibile affinché il nostro progetto possa attrarre altri imprenditori, amici, persone che vogliono spendersi per questa squadra. Io da solo non ce la farei. Sono convinto che altre persone sarebbero pronti a esprimere la loro vicinanza”.
Il fatto di giocare senza pubblico quanto può penalizzarvi anche nella realizzazione dei progetti?
“Tanto. Ai nostri livelli ci penalizza tanto perché una squadra come la nostra, che rappresenta un capoluogo di provincia, potrebbe benissimo portare allo stadio tremila persone. La squadra avrebbe una fonte di sostentamento economico attraverso il pubblico. Senza dimenticare gli sponsor che possono sposare il nostro progetto soprattutto se vedono un ritorno da parte della gente. È importante tornare a giocare con la gente allo stadio. Noi abbiamo uno stadio penso tra i primi cinque della Sicilia. Abbiamo tante potenzialità anche grazie alla centralità della nostra città”.
Tornando al calcio giocato, lo stop è arrivato nel vostro momento migliore…
“Purtroppo sì. Dopo una partenza un po’ altalenante, più dal punto di vista di afflato tra i dirigenti e la squadra, che da un punto di vista tecnico, stavamo cominciando a fare risultati. Bognanni aveva già massima fiducia da parte mia così come i ragazzi che seguono il mister. Avevamo ottenuto due vittorie e un pareggio importante con la Sancataldese, una squadra di tutto rispetto, con la quale abbiamo addirittura sfiorato la vittoria nonostante infortunati e varie assenze. Questo dimostra che la Nissa c’è, proveremo a dire la nostra nella parte restante di campionato”.
A tal proposito che notizie ci sono? Si riprenderà?
“Ciò che conta è quello che deciderà il governo Conte con il prossimo Dpcm. È inutile fantasticare, tutti desideriamo ricominciare a giocare, ma siamo in mano a ciò che deciderà il governo. Io penso sia importante riprendere anche attraverso i tamponi, se si riuscisse a trovare una formula per agevolare le squadre. Ma anche il pubblico dovrebbe esserci. Se lo stadio di Caltanissetta può ospitare 15mila persone, io non vedo perché non si dovrebbero poter ospitare 800 o mille persone mantenendo il distanziamento. Quali rischi si possono correre con l’utilizzo di tutti i dispositivi di protezione? La nostra volontà è quella di giocare al più presto e concludere, spero, entro il mese di giugno”.
Se si dovesse tornare a giocare, dove può arrivare la Nissa quest’anno?
“L’obiettivo primario è di ben figurare. Io non parlo di salvezza perché non penso che la squadra abbia di questi problemi. Voglio vedere come la squadra opererà con l’assenza dei due giocatori che sono andati via, anche se Calaiò poco ha influito sul rendimento perché è stato quasi sempre infortunato, giocando una sola gara di campionato. L’assenza più importante sarà quella di De Luca in avanti, ma abbiamo due bravi ragazzi, Calabrese e Velardi, che possono darci una mano. E poi il mercato è lungo, se sarà necessario arriverà qualche altro rinforzo per i vari settori del campo”.