MESSINA – Niente da fare. L’ennesimo tentativo di salvataggio si è concluso con un nulla di fatto. Il Messina non ha rispettato la scadenza federale per il pagamento degli stipendi di febbraio e dei contributi da novembre a oggi: mancavano 312mila euro. Una cifra non raggiunta nonostante i frenetici tentativi messi in campo negli ultimi giorni da Comune, imprenditori e notaio.

Come riporta la Gazzetta del Sud, ieri, negli uffici del notaio Bernardo Maiorana, era tutto pronto per effettuare i bonifici, ma i fondi non sono mai arrivati. Il risultato: il club sarà nuovamente deferito e la penalizzazione, secondo le attuali interpretazioni normative, scatterà nel prossimo campionato. L’agonia, dunque, prosegue, anche se la corsa alla salvezza sul campo resta tecnicamente aperta.

Fallimento su più fronti
Una sconfitta per tutti: per il sindaco Federico Basile, che non è riuscito a chiudere l’accordo con l’imprenditore Francesco Barbera e altri operatori locali; per la proprietà di maggioranza AAD Invest, che replica nel peggiore dei modi l’esperienza negativa già vissuta al Deinze; e per Pietro Sciotto, socio di minoranza ed ex patron, che chiude otto anni di gestione nel silenzio e nell’inazione.

Nonostante gli sforzi per costituire una cordata, con quote da 25mila euro e appelli pubblici, l’iniziativa si è rivelata poco partecipata e, forse, lanciata fuori tempo massimo. Ora si affaccia una prospettiva inquietante: una penalizzazione certa nel 2024/25, debiti da saldare entro il 30 maggio e una società sempre più sola, gravata da un carico che scoraggia ogni potenziale acquirente.

Il futuro è un’incognita
Nei giorni scorsi si era parlato di contatti con cordate americane e lombarde, poi sparite. Difficile, in queste condizioni, immaginare chi possa ancora farsi avanti per rilevare il Messina. La sensazione, conclude la Gazzetta del Sud, è quella di una sconfitta corale: «Colpa di tutti, colpa di nessuno. Forse».