Frisenda a GS.it: ”Tifosi e Raffaele punti di forza dell’Igea Virtus. Troina e Acireale…”

Dopo una vita nei campi di calcio, Rino Frisenda, da qualche anno ha smesso e ha un’attività a Barcellona Pozzo di Gotto. Proprio con l’ex attaccante di Acireale, Crotone e Igea Virtus, Goalsicilia.it, ha dato uno sguardo al campionato di Serie D e non solo.

Vai mai allo stadio “D’Alcontrs” a vedere giocare l’Igea?

“Quest’anno è capitato una volta sola, di recente ho visto Igea Virtus-Troina e mi sa che sarebbe stato meglio se non ci fossi andato vista la sconfitta (ride ndr)”.

Ti aspettavi questo cammino così importante dell’Igea negli ultimi anni?

“Sono una società molto organizzata che fa stare tranquilli i giocatori, c’è un grande gruppo e ciò che li stimola di più è la presenza dei tifosi: sono sempre presenti e numerosi ogni domenica e anche in allenamento, li seguono ovunque. Poi la percentuale più alta la dò al lavoro dell’allenatore”.

Mister Peppe Raffaele ti ha allenato all’Orlandina…

“Un allenatore che ti fa dare il massimo in tutto e per tutto e ti fa migliorare tantissimo. E’ un tecnico di altra categoria ed è il punto di forza della squadra”.

Il mister può ambire a qualcosa in più della Serie D?

“Secondo me merita e merita di salire già da due tre anni. E’ mancata solo la possibilità giusta, serve solo un po’ di fortuna. Da anni mostra di essere un grande tecnico e un grande motivatore. Si ritrova però in una piazza importante come Barcellona e non è niente male”.

Che impressione ti ha fatto il Troina?

“I numeri dicono che hanno un pochino mollato nel girone di ritorno. Quando hanno giocato qui a Barcellona non mi hanno fatto una cattiva impressione, anzi mi è sembrata una buona squadra con belle individualità: dietro sono abbastanza cattivi e davanti molto pericolosi. La squadra è quadrata, avranno perso un po’ di fiducia, hanno perso in casa due/tre gare che sono invece fondamentali se vuoi vincere il campionato”.

Chi non trova mai pace è il tuo ex Acireale…

“Non si può capire, bisognerebbe chiederlo alle società che si sono succedute in questi anni. Ai miei tempi c’erano Pulvirenti e Lo Monaco, era una società solida e non avevamo di questi problemi. Dopo il loro addio invece ogni anno è la stessa storia. C’è un pubblico caldo che sarebbe disposto a seguire la proprietà però il problema è che vedi sempre la stessa roba e poi la gente si stanca”.

Non sarà la pressione della piazza a spaventare gli imprenditori?

“Non credo, bisognerebbe trovare una persona seria. Poi il problema del calcio di oggi è proprio questo: ci sono sempre meno persone serie che tengono alla piazza, alla categoria e che vogliono vincere. C’è tanta gente che non mantiene più la parola ed è per questo che ho lasciato il calcio”.

Ad Acireale non hai avuto una parentesi fortunatissima…

“Sono stato sfortunato perché ho rotto il ginocchio però sono stato bene: una piazza fantastica, bellissimo giocare lì, la gente ci seguiva e l’organizzazione societaria ci permetteva di fare bene”.

Ci sarebbe uno spiraglio aperto al ritorno al calcio? Magari in panchina o dietro una scrivania…

“Non sono più interessato come prima. Da quando ho smesso non ci penso più, ho preso una decisione e non torno indietro. Io sono sempre stato una persona di parola, una stretta di mano per me vale più di mille firme e non mi piaceva più tutto quello che ruota attorna al calcio”.

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Damiani Vittorio