FIFA sotto pressione: sciopero inevitabile dei calciatori | Il reclamo ufficiale
Malumore e malcontento tra calciatori e addetti ai lavori, il massimo organismo calcistico internazionale dovrà intervenire.
Ci sono tanti mugugni nell’ambiente dei calciatori professionisti, sempre più considerati robot e meno esseri umani. Basti pensare che alcune squadre nell’ultima stagione hanno dovuto giocare fino a oltre 50 partite, se a a queste si aggiungono gli impegni con le nazionali,. significa che molti atleti hanno dovuto scendere in campo praticamente una volta ogni tre giorni per tutta la durata della stagione.
Non è casuale che oggi gli infortuni sono molto più frequenti rispetto anche soltanto a 15/20 anni fa. Nonostante il miglioramento delle tecniche e del supporto della tecnologia nella preparazione, soprattutto gli infortuni muscolari per ogni squadra sono all’ordine del giorno.
Il malcontento generale nasce perché il calcio sta diventando sempre più business e meno sport, privilegiando lo “Show must go on” e spremendo i calciatori fino all’ultima goccia. Così le Leghe europee, con il sindacato europeo dei calciatori, hanno scritto una lettera alla Commissione Europea per chiedere aiuto.
Il malcontento nasce perché la Fifa nelle proprie decisioni sul calendario, non coinvolge abbastanza giocatori e tecnici, privilegiando l’aspetto economico delle competizioni. Il reclamo sottolinea il conflitto di interessi che nasce dal duplice ruolo della FIFA come organizzatrice di competizioni e organo di governo del calcio. Secondo i firmatari, questa condizione infrange le leggi sulla concorrenza dell’Unione Europea.
E le partite continuano ad aumentare
Un punto chiave della denuncia riguarda le competizioni internazionali maschili, tra cui la Coppa del Mondo FIFA 2026 e la nuova Coppa del Mondo per club del 2025. Si sottolinea che l’intasamento del calendario mette a rischio la salute dei calciatori, oltre a minare la stabilità economica delle competizioni nazionali, tanto amate dai tifosi di tutto il mondo.
La denuncia, formalizzata alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea, è il risultato di una lunga riflessione. Infatti, l’azione legale era stata già approvata a luglio, in seguito alle crescenti preoccupazioni espresse dai calciatori riguardo al sovraccarico di partite e agli effetti negativi sulla loro.
La possibilità di uno sciopero
Tramite il proprio rappresentante Umberto Calcagno, anche i calciatori italiani hanno detto la propria. Il presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) ha dichiarato: “Penso che questo intervento della Commissione europea possa essere un’opportunità per tutto il sistema e che la Fifa non voglia una mediazione solo di facciata.
A “Calciomercato.com” ha continuato a spiegare: “Mi auguro non si arrivi al punto in cui è necessario uno sciopero del mondo del calcio per risolvere i problemi,, finora non c’è mai stata questa necessità e sarebbe un punto di non ritorno”.