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Fair Play Finanziario: Sanzioni in arrivo, Roma sotto pressione, la Juventus si riorganizza

Il Fair Play Finanziario (FPF), introdotto nel 2010 dall’UEFA sotto la guida di Michel Platini, ha rappresentato un punto di svolta per il calcio europeo. Nato con l’obiettivo di contrastare spese eccessive e bilanci in rosso, questo sistema regolamentare si è evoluto nel tempo per affrontare le sfide economiche di un settore sempre più globalizzato e influenzato da investitori internazionali. Oggi, il FPF è entrato nella sua quarta fase, introducendo criteri più rigorosi per garantire la sostenibilità dei club. In questo contesto, le prime sanzioni previste entro il 2025 stanno già creando divisioni significative tra club virtuosi e quelli in difficoltà, con un quadro che riflette profondi cambiamenti nel panorama calcistico europeo. Nonostante le nuove regole, il fascino del calcio rimane immutato, così come l’interesse per aspetti collaterali come le scommesse calcio, che continuano a essere un fenomeno popolare e radicato.

La quarta fase del Fair Play Finanziario

Il nuovo sistema di regolamentazione del Fair Play Finanziario si basa su quattro pilastri fondamentali:

  • La riduzione dei debiti, che devono essere saldati entro 90 giorni con sanzioni immediate per i trasgressori.
  • Un limite massimo di deficit triennale pari a 60 milioni di euro.
  • L’introduzione di un tetto globale per stipendi, commissioni degli agenti e mercato, fissato al 70% dei ricavi.
  • Sanzioni progressive, predefinite e trasparenti, che consentono ai club di sapere esattamente a cosa vanno incontro in caso di violazioni.

Questo approccio si è reso necessario per mitigare gli effetti devastanti della pandemia, che ha messo in crisi anche le società più solide. Lo slogan “Spendi quanto puoi permetterti” sostituisce la precedente filosofia “Spendi quanto incassi”, segnando una svolta verso una maggiore responsabilità finanziaria.

Le italiane tra virtuosità e criticità

La maggior parte dei club italiani ha dimostrato una notevole capacità di adattamento alle nuove regole del FPF. Lazio, Fiorentina, Napoli, Atalanta e Bologna presentano bilanci in ordine, con spese contenute e ricavi in crescita, anche grazie alle recenti performance nelle competizioni europee. Il Napoli, nonostante l’assenza dall’Europa per questa stagione, si prepara a rientrare tra i protagonisti continentali il prossimo anno.
Situazione altrettanto positiva per il Milan, che ha rispettato pienamente i parametri del settlement agreement con l’UEFA, tagliando i costi e incrementando le entrate. Anche l’Inter, dopo il passaggio alla gestione Oaktree, ha intrapreso un percorso virtuoso, con un equilibrio economico che si rafforza grazie ai cospicui incassi derivanti dalle coppe.
La Juventus: Verso un recupero complesso
Il percorso della Juventus è più articolato. Le sanzioni per falso in bilancio e plusvalenze hanno avuto un impatto significativo, aggravato dall’esclusione dalle competizioni europee per una stagione. Tuttavia, la nuova dirigenza ha avviato un processo di risanamento, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2025. Nonostante un deficit ancora elevato di 199 milioni di euro, il club torinese beneficia del supporto della proprietà, che continua a immettere capitali nelle casse societarie.

La Roma: Una situazione delicata

Il caso più critico tra le italiane è quello della Roma. Con un debito complessivo di oltre 600 milioni di euro e un deficit annuale di 81 milioni, il club dei Friedkin fatica a rispettare i parametri intermedi del suo settlement agreement. La scadenza del 2025 rappresenta un punto cruciale: se il deficit supererà i 40 milioni al prossimo controllo, l’esclusione dalle competizioni europee per la stagione 2026-2027 diventerà inevitabile. Un contesto che impone decisioni strategiche a breve termine per evitare conseguenze drastiche.
Lo scenario europeo: Tra crisi e risanamento
Fuori dall’Italia, il panorama europeo offre uno spaccato variegato. I club tedeschi, guidati dal Bayern Monaco, e il Real Madrid continuano a rappresentare modelli di gestione finanziaria, con bilanci solidi e ricavi in costante crescita. Il Paris Saint-Germain, un tempo noto per le spese folli, ha adottato un approccio più sobrio, ridimensionando gli stipendi e puntando su una strategia sostenibile.
In netto contrasto, il Barcellona affronta difficoltà enormi, con perdite significative e un modello di ricavi basato sulla vendita di diritti tv e merchandising che non convince gli organi di controllo. Anche il Lione rischia grosso, con una possibile retrocessione condizionale decretata dall’ente di vigilanza francese. Infine, il Chelsea e altri club inglesi come l’Aston Villa e il Manchester United si trovano a dover affrontare le conseguenze di anni di spese eccessive e ammortamenti insostenibili.

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