Extra Equipe, fucina di talenti. Calaiò: ‘’Progetto che può essere risorsa per il calcio siciliano’’
“Negli ultimi anni abbiamo sviluppato all’Equipe Sicilia oltre che un proget
“Negli ultimi anni abbiamo sviluppato all’Equipe Sicilia oltre che un progetto, proprio un contenitore di eventi. Perché, oltre al classico ritiro precampionato dei calciatori senza contratto, può offrire altre possibilità. Vedevo in giro allenarsi, da soli o proprio nelle comunità, tanti ragazzi extracomunitari così ho pensato di creare il progetto Extra Equipe. Abbinando la nostra ‘Equipe’ ad ‘Extra’ che oltre a ricordare la parola extracomunitario è il nome dell’Asd di Rachid Berrati (ex atleta italo-marocchino di corse di fondo e mezzofondo). Insomma è una costola dell’Equipe Sicilia in collaborazione con l’associazione sportiva Extra”. A parlare è Umberto Calaiò, agente di tanti calciatori e ideatore proprio del progetto Extra Equipe (nella foto l’amichevole con i ragazzi Under17 del Trapani).
OBIETTIVI: “Migliorare il percorso formativo di questi ragazzi extracomunitari che giocano a calcio ma magari non hanno un gran bagaglio di capacità tecnico-tattiche che offre il calcio italiano. È una sorta di scuola calcio. In poco tempo qualcuno è andato al Palermo, qualcun altro al Trapani e altri a Marsala e Mazara. Quindi se nel breve siamo riusciti a fare questo, nel lungo tempo andrà ancora meglio. Si deve sempre più lavorare per così dire in rete, tra comunità, Federazioni, enti preposti, affinché si faciliti l’inserimento di questi ragazzi. Poi ovviamente si seguirà anche l’iter del tesseramento, insomma ce li si ritrova pronti”.
STAFF: “L’attuale tecnico è Rosario Bennardo, coadiuvato da coach Abdullai. Il presidente dell’associazione Extra è il già citato Rachid Berrati che oltre ad essere stato un atleta, è un intermediario linguistico”.
AMICHEVOLI: “Abbiamo già giocato con il Trapani, ne faremo a breve anche con Palermo e Catania. Saremo in giro per fare visionare questi ragazzi”.
FASCE D’ETÀ E NAZIONALITÀ: “Sono quasi tutti nati tra il 1998 ed il 2002. Ci sono molti ragazzi dell’Africa sud sahariana come Mali, Gambia, Costa d’Avorio, Senegal, Ghana. Ovviamente non sono solo africani, perché ci sono anche un peruviano e un rumeno, cerchiamo di racchiudere tutti gli extra”.
COME VIVONO: “Loro arrivano con lo status di ‘rifugiato politico’ o ‘perseguitato di guerra’, le loro storie si somigliano sul piano dell’arrivo in Italia. Quindi attraversano il deserto, in Libia pagano per imbarcarsi su quelle bettole del mare e arrivano qui tra mille difficoltà. Adesso vivono giornalmente nelle comunità, andando a scuola, così da imparare la lingua e facendo attività sportive”.
DOVE: “Il progetto Extra è attualmente solo a Palermo per una questione logistica, ma l’idea è quella di espanderlo a tutta la Sicilia. Abbiamo appena iniziato e siamo in crescita. Gli allenamenti li sostengono al parco del Foro Italico, poi quando c’è la necessità facciamo delle amichevoli in giro”.
OSTACOLO LINGUA: “Non esiste. Il linguaggio del calcio è universale. Comunque abbiamo creato un glossario, con le parole chiave tradotte in italiano, inglese e francese. Ti posso dire che nel giro di 15/20 giorni questi ragazzi già masticano abbastanza bene la nostra lingua. Anche per noi è un arricchimento. I nostri tecnici cominciano a dare indicazioni anche in inglese o francese, tutto questo è molto bello, una vera e propria integrazione”.
CHI CE L’HA GIÀ FATTA: “Come accennavo prima ci sono alcuni ragazzi che fanno già parte di squadre. Per esempio Bakari è andato al Marsala. Msbah Lamarana e Gaston Gomez stanno facendo benissimo al Mazara, con un grande del calcio come mister Modica, tanto da essere convocati anche in Rappresentativa. Dampha è già al secondo anno al Trapani. Kebbeh è già tesserato col Palermo, Fallow è in attesa del tesseramento ma già da qualche mese si allena con la Primavera rosanero. Poi ci sono altri due/tre ragazzi del 2000 sui quali ci sono già un po’ di occhi addosso, che si sono messi in mostra nelle amichevoli che abbiamo fatto, e che penso a breve troveranno squadra”.
CONTROVERSIE: “Qualcuno continua a dire ‘Questi ci tolgono il posto’, ma è un’assurdità colossale. Questi ragazzi, chi più chi meno, sono in gamba ma non arriveranno certamente tutti ad obiettivi importanti. Questa deve essere una risorsa per chi effettivamente merita. Nella realtà delle cose, chi è più bravo gioca, a prescindere da dove viene. Purtroppo c’è chi dice o pensa quelle frasi lì ed è molto triste. Loro semmai devono essere uno stimolo per i locali a dare di più”.
PUNTI DI FORZA: “Questo ci tengo a sottolinearlo perché mi ha colpito tanto. La loro capacità di adattamento immediato e la loro voglia di far bene. Molti di questi ragazzini ne hanno vissute talmente tante, che non guardano ostacolo. Magari gli italiani hanno più principi tattici e sono più pronti nell’immediato, ma sono imborghesiti. Per esempio i ragazzini che si fanno portare il borsone dai genitori o che non vanno all’allenamento se non li accompagnano. Questi ragazzi ‘Extra’ viaggiano con i mezzi pubblici o a piedi, hanno più voglia di arrivare e spesso non hanno i genitori, quindi il calcio per loro è l’unica valvola di sfogo e forse l’unica ancora di salvataggio”.
FUTURO: “Immagino un centro di eccellenza, dove arrivano ragazzi selezionati da varie comunità che vengono formati da un punto di vista sportivo. Insomma come se fosse un’accademia dello sport, una sorta di college all’americana. Non è facile perché servono risorse e progetti dell’Unione Europea, ma se ci riuscissimo significherebbe avere, come tante altre nazioni, una risorsa importante di naturalizzati italiani, sia dal punto di vista calcistico che di altri sport”.
PROGETTO ‘PASSA LE SCARPE’: “L’obiettivo è raccogliere le scarpe usate dai vari centri sportivi o dai negozi che fanno operazioni di rottamazione, per potere fare avere a questi ragazzi la possibilità di indossare scarpe da calcio anche se usate. Abbiamo più o meno 100 calciatori, non abbiamo la possibilità di comprare le calzature a tutti ovviamente. Il nostro obiettivo è di installare una teca in quattro/cinque scuole calcio dove chi deve cambiare scarpe può metter lì quelle vecchie. Poi un nostro delegato le ritirerà consegnandole ai ragazzi Extra”.
SQUADRA DI ‘EXTRA’: “In Sicilia, nel catanese, c’è una squadra di Terza categoria composta soltanto da giocatori extracomunitari. In tanti si sono avvicinati alla nostra realtà visionando calciatori, non per fare una squadra solo di Extra ma con una buona rappresentativa. Questi ragazzi, ripeto, ne hanno passate di tutti i colori. Il calcio serve per tirarli via dalla strada, per dargli una possibilità”.
Qui di seguito il focus fatto dalla trasmissione “Mediterraneo” su Rai3 con protagonista il progetto ExtraEquipe.