“Ero quasi morto”: il campione del mondo rivela tutto | Ho fatto le trasfusioni prima della partita

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Ambulanza (LaPresse) Goalsicilia

La confessione del campione che ammette di avere pensato di morire e sfiorato la morte prima di essere salvato.

Nel mondo dello sport, ci sono storie di atleti che hanno sfiorato la morte, spesso dimostrando una forza straordinaria nel superare situazioni critiche. Uno dei casi più celebri è quello di Fabrice Muamba, calciatore del Bolton, che nel 2012 collassò in campo per un arresto cardiaco durante una partita. Sopravvisse miracolosamente grazie all’intervento immediato dei medici. Anche Christian Eriksen ha vissuto un’esperienza simile durante Euro 2020, quando un arresto cardiaco lo colpì durante il match tra Danimarca e Finlandia. Il soccorso tempestivo in entrambe le situazioni è stato decisivo.

Gli incidenti in gara o in allenamento rappresentano un altro pericolo costante per gli sportivi. Alex Zanardi, ex pilota di Formula 1 e campione paralimpico, è sopravvissuto a un drammatico incidente automobilistico nel 2001, perdendo entrambe le gambe ma continuando la sua carriera sportiva con straordinaria determinazione. Nel motociclismo, Mick Doohan, cinque volte campione del mondo, rischiò di perdere la vita nel 1992 dopo un grave incidente che gli provocò gravi danni a una gamba. Grazie a un intervento innovativo, non solo sopravvisse, ma tornò anche a vincere.

Altri atleti hanno affrontato situazioni pericolose fuori dal contesto sportivo. Serena Williams ha rischiato la vita nel 2011 a causa di un’embolia polmonare, ma è riuscita a riprendersi e a tornare ai vertici del tennis mondiale. Anche Pelé, il leggendario calciatore brasiliano, superò una grave infezione urinaria nel 2019, scongiurando una complicazione potenzialmente letale.

Questi episodi non solo evidenziano i rischi legati alla vita degli sportivi, ma ispirano per la loro resilienza. Felipe Massa, sopravvissuto a un colpo devastante al cranio durante il Gran Premio d’Ungheria nel 2009, tornò in pista nonostante la gravità dell’incidente. Analogamente, Adriano Malori, ciclista italiano, riprese a camminare e a pedalare dopo un violento incidente nel 2016 che gli aveva causato gravi danni cerebrali.

La vita sregolata di Iron Mike

Mike Tyson è stato uno dei pugili più dominanti della storia, diventando il più giovane campione del mondo dei pesi massimi a soli 20 anni. Con una carriera costellata da vittorie memorabili e un’aggressività unica sul ring, Tyson ha segnato un’epoca, guadagnandosi il soprannome di “Iron Mike”.

Al di fuori del ring, la sua vita sregolata ha spesso rubato la scena. Condanne penali, dipendenze e scandali finanziari hanno oscurato il suo talento, rendendo la sua storia un mix di trionfi e cadute.

Mike Tyson (LaPresse) Goalsicilia

“Otto trasfusioni, stavo morendo”

A confessare un periodo drammatico è stato lo stesso Mike Tyson in un’intervista. Queste le sue parole: “Andavo in bagno e c’era puzza di catrame, lo scorso giugno stavo morendo, vomitavo sangue. Ne avevo perso circa la metà, mi hanno fatto otto trasfusioni”.

“Al dottore ho chiesto se stessi morendo, mi ha risposto che c’erano delle opzioni. Non potevo crederci, sono quasi morto. In meno di due settimane ho perso 25 chilogrammi, non riuscivo a mangiare, solo liquidi. Sono ripartito e non mi sono arreso”.