Ennesimo malore in campo: spezzata una giovane vita | Società in lutto

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Lutto (Pixabay) Goalsicilia

Dramma durante la partita. Famiglia a pezzi, ambiente e spettatori sconvolti. Addio ad un giovanissimo. 

Il fenomeno delle morti improvvise tra i giovani sportivi rappresenta una realtà tragica e difficile da accettare. Questi eventi, spesso legati a problemi cardiaci non diagnosticati, colpiscono atleti apparentemente in ottima salute. Nel 2012, Piermario Morosini, calciatore italiano del Livorno, crollò improvvisamente durante una partita a causa di un arresto cardiaco. Un caso simile è quello di Antonio Puerta, calciatore del Siviglia, che nel 2007 perse la vita dopo un malore in campo dovuto a una displasia aritmogena del ventricolo destro, una patologia rara e silenziosa.

Anche nel mondo del basket non mancano tragedie. Il giovane cestista Hank Gathers, promessa del college basketball negli Stati Uniti, morì nel 1990 durante una partita per una cardiomiopatia ipertrofica non adeguatamente gestita. Più recentemente, il diciottenne Cameron Burrell, sprinter e atleta promettente, è deceduto nel 2021 durante un allenamento. Questi episodi dimostrano come, nonostante gli atleti si sottopongano a controlli medici periodici, alcune patologie restino difficili da individuare.

Gli sport acquatici non sono esenti da tragedie. Nel nuoto, il caso di Alexander Dale Oen, campione norvegese morto nel 2012 a soli 26 anni per un arresto cardiaco, ha scosso la comunità sportiva. Un altro esempio è quello di Fran Crippen, nuotatore statunitense che perse la vita nel 2010 durante una gara di fondo per complicazioni legate alla temperatura corporea e allo sforzo fisico eccessivo.

La prevenzione resta una sfida cruciale. Screening più approfonditi e tecnologie avanzate potrebbero aiutare a identificare rischi latenti. Tuttavia, è importante sensibilizzare anche gli atleti e le loro famiglie sull’importanza di segnalare eventuali sintomi come affaticamento insolito o palpitazioni.

Dramma in Piemonte

Siamo a Chivasso, in Piemonte, nella palestra dove giocano gli “Aquilotti” della Asd Basket. Nicolò Cazzamani, 9 anni, dopo l’allenamento si accascia. Corsa subito all’ospedale Regina Margherita di Torino dove i medici non possono nulla e il bambino muore per emorragia cerebrale.

Il presidente del club ha detto: “Un minuto prima rideva e scherzava, si è sentito male di colpo, ha iniziato a vomitare. Pensavamo ad una indigestione, ma quando è svenuto ci siamo seriamente preoccupati”. Mamma Sara e papà Luca sono distrutti e sconvolti, spiegano che non c’erano state avvisaglie.

Basket (LaPresse) Goalsicilia

L’indignazione del web

Ovviamente la notizia del piccolo Nicolò non ha scosso soltanto la famiglia, ma anche l’ambiente del basket e in generale tutti i cittadini. In molti sui social spiegano di non concepire come questo argomento sia diventato normale al giorno d’oggi.

Qualcuno scrive “Fino a poco tempo fa ci sarebbero state indagini e inchieste, perché oggi tutto questo è diventato normale?“. Infatti, purtroppo non è il primo caso negli ultimi mesi di giovanissimi sportivi che perdono la vita per malori improvvisi.