Dopo il disastro in campo gli insulti: tifosi esclusi a vita dallo stadio della Juve | Tutto ripreso sui social
Becero comportamento di alcuni pseudo-tifosi contro un calciatore giovanissimo, si richiede un provvedimento drastico.
Il DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura adottata per prevenire comportamenti violenti o discriminatori durante gli eventi sportivi. Introdotto in Italia alcuni anni fa, vieta ai soggetti ritenuti pericolosi di accedere a stadi e impianti sportivi per un determinato periodo, spesso accompagnato dall’obbligo di presentarsi in commissariato durante le partite. Lo scopo è garantire la sicurezza e preservare lo spirito sportivo, punendo episodi di razzismo, violenza o insulti particolarmente gravi.
Un esempio emblematico riguarda i cori razzisti rivolti a giocatori come Romelu Lukaku, attaccante all’epoca dell’Inter. Nel 2023, il calciatore belga è stato oggetto di insulti discriminatori da parte di una parte dei tifosi avversari, episodio che ha portato all’applicazione di provvedimenti contro alcuni sostenitori e chiusure parziali dello stadio. Gli insulti razzisti, come imitazioni di versi di animali, sono tra i motivi principali per cui scatta il DASPO, colpendo i responsabili di comportamenti inaccettabili.
Anche gli insulti di natura territoriale sono un problema ricorrente nel campionato italiano. Cori come “Vesuvio lavali col fuoco”, rivolti ai tifosi del Napoli, hanno causato sanzioni e denunce. Questo tipo di offesa non colpisce direttamente un calciatore, ma crea un ambiente ostile che influisce negativamente sullo svolgimento delle partite. Tali comportamenti spesso portano a misure disciplinari contro i tifosi e le società sportive.
Infine, anche gli insulti personali possono scatenare reazioni. Nel caso di Zlatan Ibrahimović, in passato bersaglio di cori e offese riguardanti la sua origine e personalità, si sono verificati episodi di tensione dentro e fuori dal campo. Questi insulti, pur non sempre razzisti o discriminatori, sono punibili perché minano il rispetto reciproco e il fair play nello sport.
Gli insulti social
Si sta giocando Juventus-Bologna, l’esterno basso sinistro Cambiaso si fa male e Motta manda in campo il giovane Jonas Rouhi. Lo svedese, ormai in pianta stabile in prima squadra, è un classe 2004 e si sta affacciando per le prime volte al calcio “dei grandi”.
La sua prestazione non è certo impeccabile, qualche appoggio sbagliato di troppo e qualche lettura non corretta. Sicuramente però tutto ciò non giustifica la valanga di insulti social ricevuti dal calciatore, che si è visto costretto a bloccare i commenti per evitare di leggerne ancora.
“Juve dovrebbe bandire questi tifosi”
“Che un giovane calciatore sia costretto a disattivare i propri social a causa dei tanti insulti ricevuti è assurdo. La Juventus dovrebbe attivarsi per identificare i responsabili e bandirli dallo Stadium“.
“Criticare è un conto, giudicare è ok, ma insultare non è ammesso. In particolare i giovani calciatori vanno provati e sostenuti, un tifoso perbene deve incoraggiare e spronare, non insultare”. A scriverlo sui social è il collega giornalista Graziano Campi.