Doping Sinner, la decisione | “Scelta politica”: il peggiore verdetto possibile
Pende ancora la richiesta di squalifica di uno o due anni per doping sulla testa del tennista italiano numero 1 al mondo.
Il 2024 è stato un anno straordinario per Jannik Sinner, che ha raggiunto traguardi storici nel tennis mondiale. Ha conquistato il suo primo titolo del Grande Slam all’Australian Open, battendo Daniil Medvedev in finale. Successivamente, ha trionfato al Miami Open, consolidando la sua posizione tra i migliori giocatori del circuito. Ha chiuso l’anno al primo posto del ranking ATP, diventando il primo italiano a raggiungere questa posizione.
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Tuttavia, la sua stagione è stata segnata da un episodio controverso legato al doping. Nel marzo 2024, Sinner è risultato positivo al clostebol, una sostanza vietata. Un tribunale indipendente ha stabilito che il tennista non aveva alcuna colpa o negligenza, attribuendo la positività a una contaminazione accidentale. Nonostante ciò, la World Anti-Doping Agency (WADA) ha fatto appello contro questa decisione, cercando di ottenere una squalifica di due anni.
Questo caso ha sollevato preoccupazioni tra i colleghi di Sinner riguardo alla possibilità di contaminazioni accidentali e alle risorse necessarie per difendersi da accuse di doping. Giocatori come Emma Raducanu e Andrey Rublev hanno espresso timori riguardo alle potenziali violazioni involontarie e ai costi elevati per proteggersi da tali accuse.
Nonostante queste difficoltà, Sinner ha continuato a brillare sul campo, ottenendo vittorie significative e consolidando la sua posizione di leader nel tennis mondiale. La sua resilienza e determinazione sono state evidenti, dimostrando la sua capacità di affrontare le sfide sia dentro che fuori dal campo.
Il ricorso WADA e il TAS di Losanna
La WADA ha quindi fatto ricorso contro l’assoluzione di Sinner appellandosi al Tribunale Sportivo di Losanna che sta cominciando a valutare tutte le carte e presto interrogherà testimoni e persone informate sui fatti.
Il tennista altoatesino, dato per scontato che non abbia volontariamente doping che gli avrebbe causato una squalifica fino a quattro anni, rischia comunque uno stop di uno o due anni se dichiarato colpevole di negligenza da parte dei giudici.
“Il peso politico nello sport è fondamentale”
A parlare è Alex Schwazer, maratoneta italiano medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino, che ha detto addio alle competizioni vista la squalifica per doping: “Le sanzioni non sono uguali per tutti gli atleti. Sinner può difendersi da solo, altri atleti sono sportivamente morti in silenzio. Jannick è sicuramente innocente, ma a livello di giustizia sportiva e doping l’iunocenza conta poco”.
“Sinner è stato difeso dalla Federtennis, mentre la Fidal sul mio caso è stata sempre in silenzio per tutelare gli altri atleti. Se alzi la voce puoi ricorrere in altre ritorsioni, è sempre il solito problema, c’è troppa politica anche nello sport“.