Dimissioni in massa dei dirigenti: c’entra il nuovo stadio | Esplode il caso in Serie A

212
Società convocate d'urgenza
Rischio fino a 3 punti di penalizzazione – GoalSicilia.it (Foto LaPresse)

Si dimettono i vertici. L’acquisto dello stadio è in una fase di stallo.

Il calcio italiano affronta da anni il problema degli stadi obsoleti, che rappresentano una delle principali difficoltà strutturali del sistema. Molti impianti sono stati costruiti decenni fa e non sono stati adeguati agli standard moderni in termini di comfort, sicurezza e sostenibilità. Questo limita l’esperienza dei tifosi e incide negativamente sugli incassi, dato che la capienza e le strutture interne non sono all’altezza delle principali arene europee. La mancanza di investimenti per la ristrutturazione o la costruzione di nuovi stadi penalizza anche la competitività economica dei club italiani.

Un altro problema è l’eccessiva burocrazia che rallenta o blocca i progetti di rinnovamento degli stadi. Le lunghe procedure amministrative, unite a vincoli urbanistici e ambientali, rendono complesso ottenere le autorizzazioni necessarie per avviare lavori di ristrutturazione o costruire nuovi impianti. I club devono confrontarsi con enti locali, sovrintendenze e ministeri, che spesso impongono tempi dilatati e ritardi, disincentivando gli investimenti privati.

Questo problema ha fatto sì che molti club italiani si trovino in una situazione di stallo, costretti a giocare in stadi che non permettono di massimizzare i ricavi o di offrire una struttura adeguata ai tifosi. In molti casi, gli stadi non appartengono nemmeno alle società sportive, ma sono di proprietà comunale, limitando la libertà di azione dei club per modernizzarli o modificarli.

La carenza di stadi moderni ha anche un impatto negativo sulla capacità del calcio italiano di attrarre grandi eventi internazionali, come le finali delle competizioni UEFA o i campionati europei e mondiali. Senza infrastrutture all’altezza, l’Italia fatica a competere con altre nazioni che hanno investito in impianti di nuova generazione.

Il ‘caso’ del Ferraris

L’amministrazione comunale ha confermato di aver ricevuto due offerte per l’acquisto dello stadio “Luigi Ferraris”, una da CDS Holding il 4 ottobre e l’altra dal Genoa il 15 ottobre. Entrambe le proposte prevedono la possibilità di coinvolgere le due squadre di calcio, Genoa e Sampdoria, nella nuova società che si formerebbe per gestire l’operazione di acquisto e riqualificazione dell’impianto.

Queste offerte rappresentano un passo importante verso la riqualificazione completa dello stadio Ferraris, necessaria per renderlo conforme agli standard moderni e competitivo per ospitare eventi internazionali. Tale intervento è cruciale anche per le ambizioni di Genova di essere una delle città ospitanti degli Europei di calcio 2032, obiettivo su cui il sindaco sta lavorando insieme al governo per garantire una visibilità internazionale alla città.

Stadio ferraris
Stadio ferraris – fonte laPresse – goalsicilia.it

I vertici si sono dimessi

In seguito alla presentazione delle offerte, il presidente e il CEO di Genova Stadium, Francesco De Gennaro e Andrea Cardinaletti, si sono dimessi dai loro ruoli nella società formata da Genoa e Sampdoria per l’acquisto e la gestione dello stadio. La decisione è arrivata dopo che solo il Genoa ha formalizzato una proposta per l’acquisto dell’impianto.

Le dimissioni indicano un cambio di strategia nella gestione dell’acquisto dello stadio, con il Genoa ora in prima linea nella trattativa per diventare proprietario del Ferraris e portare avanti il progetto di ristrutturazione.