Denuncia dalla Serie A: lotta in tribunale contro la Federazione | Esplode il caso
Rapporti sempre più tesi tra la Lega Serie A e la Figc: esplode un nuovo caso.
I rapporti tra la Lega Serie A e la FIGC sono diventati sempre più tesi negli ultimi anni, con divergenze su vari aspetti della gestione del campionato e del calcio italiano. Uno dei punti principali di scontro riguarda la distribuzione delle risorse economiche e dei diritti televisivi, con la Lega Serie A che spinge per una maggiore autonomia nella gestione dei propri introiti. La FIGC, tuttavia, mira a mantenere un controllo centrale per garantire un’equa distribuzione a tutti i livelli del sistema calcistico.
Le tensioni si sono acuite anche sul fronte della gestione delle competizioni e della regolamentazione. La Lega Serie A chiede più flessibilità per attrarre investimenti e migliorare la competitività del campionato, mentre la FIGC insiste sulla necessità di salvaguardare i principi di equità e integrità sportiva. Queste posizioni contrastanti spesso portano a lunghe trattative e scontri interni che rallentano l’implementazione di riforme.
Un altro tema delicato è quello legato ai calendari e alla gestione delle squadre nazionali. La FIGC vorrebbe un maggiore impegno dei club nel supportare la nazionale, mentre la Lega Serie A difende le esigenze dei club, che devono far fronte a stagioni intense con impegni ravvicinati. Questo ha generato incomprensioni e polemiche, specialmente durante i periodi di competizioni internazionali.
Queste divergenze hanno portato a un clima di sfiducia reciproca, che rischia di indebolire l’intero sistema calcio italiano. Senza una maggiore collaborazione, le possibilità di crescita e sviluppo per il movimento calcistico italiano potrebbero essere compromesse, rendendo necessaria una rinnovata intesa tra le parti.
Pronto il ricorso contro la FIGC
Gabriele Gravina ha presentato la sua proposta di modifica dello Statuto federale, che sarà votata lunedì in Assemblea, senza apportare cambiamenti rispetto a quanto discusso nei giorni precedenti con le componenti. Questa decisione ignora le richieste della Lega Serie A, che nell’assemblea di pochi giorni fa aveva chiesto modifiche per garantire una maggiore rappresentatività, anche in linea con quanto previsto dall’emendamento Mulè.
La proposta di Gravina concede alle Leghe piena autonomia nell’organizzazione delle proprie competizioni, pur mantenendo il potere del Consiglio Federale di coordinare l’attività agonistica e deliberare, in accordo con le Leghe, sull’ordinamento dei campionati. In caso di conflitti tra FIGC e Lega Serie A, si era inizialmente pensato di demandare la decisione alla Giunta Coni, ma la norma è stata riformulata prevedendo che, in mancanza di accordo, prevalga il regolamento esistente.
La Serie A vuole tutelarsi
La FIGC non potrà apportare modifiche senza l’approvazione della Serie A, ma lo stesso principio vale per la Lega, complicando ulteriormente l’avvio della riforma che la Serie A desidera. I club di A, con poche eccezioni, hanno chiesto un intervento per modificare questa rigidità, sollecitando Casini a intervenire, come ha fatto in più occasioni, anche tramite una mail inviata ieri. Gravina, però, non ha mostrato intenzioni di cambiamento, e secondo la Lega, la sua proposta mantiene l’attuale sistema senza garantire una reale autonomia.
È probabile che venga formulata una controproposta, che preveda un numero più ampio di consiglieri e un maggior peso elettorale, insieme a un impianto normativo che assicuri una reale autonomia al massimo campionato. Inoltre, la Lega ha in programma un ricorso al Tribunale FIGC per contestare la legittimità dell’Assemblea del 4 novembre, poiché avrebbe dovuto rispettare i pesi elettorali stabiliti dalla nuova legge. Questo passo serve a tutelarsi nel caso in cui le sue richieste vengano ignorate, con la possibilità di denunciare la FIGC per mancata applicazione della legge.