Nell’ultima stagione ha collezionato venticinque presenze in Lega Pro con la maglia del Messina, dove si trovava già dall’anno prima, disputando una stagione positiva. In sede di mercato, secondo alcuni rumors, aveva attirato su di sé l’interesse di squadre come il Catania del suo ormai ex allenatore, Cristiano Lucarelli, ma non solo. Rimasto svincolato dopo la rinuncia del club peloritano a iscriversi in serie C, Andrea De Vito vuole assolutamente rilanciarsi. Con lui abbiamo parlato della sua situazione, ma anche della fine del Messina e della serie C che verrà. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Andrea, la prossima serie C potrebbe essere per così dire anomala…
“Questa cosa del format a 57 squadre per me è un’assurdità. Già hanno ridotto gli over da 16 a 14 e già ci sono tanti posti di lavoro in meno. Se tu fai il conto di due posti per 60 squadre già sono 120 posti di lavoro che si vanno a togliere, se poi si tolgono altre tre squadre ci sono altri 45 posti in meno. So che ci sono squadre che vogliono essere riammesse o ripescate e spero che il format a 60 squadre venga confermato”.
Quanto ti dispiace per com’è finita a Messina?
“Per il Messina mi dispiace tantissimo, perché ero legato alla piazza e a me è successa tutta una cosa particolare: gennaio, avendo capito la situazione, avevo chiesto la cessione, quindi per me oltre al danno c’è la beffa. Sono contento di essere rimasto perché abbiamo fatto qualcosa di importante, però allo stesso tempo facendo così non ho tutelato la mia famiglia e chi non mi ha fatto andar via ha capito che avevo ragione, perché adesso potevo andare in una squadra importante e avere un contratto importante e adesso mi ritrovo svincolato”.
C’è qualche rimpianto dunque?
“Ho perso otto mesi e adesso anche se ho qualche richiesta devo trovare la soluzione più giusta per me. Io penso che quando ci si trova in determinati situazioni è giusto anche far valere il lato umano, nel senso che finché ho capito che la barca poteva tenere a Messina ho fatto in tutti i modi per farla restare a galla, quando ho capito che si trattava di un fallimento pilotato, cosa che mi è successa due anni fa a Varese, ho chiesto la cessione perché, ti ripeto, volevo tutelare la mia famiglia. Invece c è stato qualcuno che mi ha proprio impedito di andare via, mi ha braccato e mi ha tenuto al Messina, quindi io adesso mi ritrovo un po’ in difficoltà, perché ho perso sei mesi di contratto, il contratto tutto di quest’anno e adesso devo trovare una soluzione entro fine agosto”.
Tra Stracuzzi e Proto quanto ti senti preso in giro?
“Diciamo che ci siamo sentiti presi in giro tanto, perché se ti vengono fatte delle promesse che poi non vengono mantenute… Ci sono sei ragazzi, come per esempio Palumbo che si è fatto male, che si è rotto il crociato giocando per loro. Voglio dire che noi abbiamo dato tutto ed eravamo disposti anche a farci male rischiando le nostre caviglie, ci hanno detto che prendevano i nostri stipendi soltanto se ci fossimo salvati, ci siamo salvati ma non è successo neanche questo. Quindi, ripeto, oltre il danno la beffa. Ci sono ragazzi che sono stati lasciati in mezzo a una strada, questo non mi sembra neanche giusto”.
La nuova proprietà sta contattando qualcuno dei vecchi, Maccarone, Rea, non c’è la possibilità che tu possa ripartire dalla serie D a Messina?
“Io adesso sto iniziando a guardarmi intorno perché richieste ne ho avute abbastanza ma sto aspettando quella giusta, perché tra B e C ho fatto 90 partite. Sono stato due anni a Messina e con mille difficoltà abbiamo raggiunto sempre gli obiettivi, il Messina è una piazza importante. Adesso io sto aspettando e sto valutando, cercando di trovare la soluzione giusta”.
C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere sul tuo passato al Messina?
“A livello collettivo ci hanno fatto un danno enorme, a livello personale ancora di più, perché potevo andare via a gennaio e qualcuno in tutti i modi si è opposto, adesso io mi ritrovo svincolato senza un contratto importante. Comunque vado avanti, aspetto l’offerta giusta e soprattutto adesso che il format a mio avviso è giusto che la serie C rimanga a 60 squadre perché ci sono squadre come la Vibonese, ad esempio, che ha sempre pagato fino a giugno, è sempre stata regolare coi conti e se vuole essere riammessa o ripescata è giusto che lo sia, anche perché se no si tolgono troppi posti di lavoro”.
Cosa pensi della regola degli under?
“Io penso che se un giovane è forte allora è giusto che giochi: in serie A non c è la regola degli under, quindi se un giovane gioca in serie A è forte, la stessa cosa di meritocrazia deve valere anche per la serie C, se un giovane è forte gioca, non perché è giovane e perché per prendere i contributi si deve necessariamente far giocare”.
C’è qualcosa che vuoi dire ai tifosi?
“Da parte dei tifosi mi sono arrivati molti messaggi, sono stati più che altro messaggi di ringraziamento, ma sono io che ringrazio loro perché sono veramente gli unici che ci sono stati vicini dall’inizio alla fine. Quindi li ringrazio, sono stati fantastici e spero che possano presto ritornare dove meritano, nelle prime due categorie del panorama calcistico italiano”.