Tra pochi giorni il suo Dattilo, dopo aver vinto un po’ a sorpresa i play off di Eccellenza A, parteciperà alla fase nazionale che dà l’accesso alla Serie D. Abbiamo fatto il punto della situazione con Michele Mazzara, patron gialloverde, queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Presidente, superata brillantemente la finale con il Licata sette giorni fa…
“Sono stato fiducioso per tutta la gara, ma onestamente quando abbiamo preso il gol all’85’ ho pensato che tutto sarebbe sfumato. Per fortuna nei supplementari è andata benissimo”.
Grandi complimenti ai tecnici Messina e Policani…
“Hanno collaborato alla grande. Qualche maligno ha sempre sostenuto che Policani è lì tanto per, cosa falsissima. Il mister, oltre che ad essere un guru con i giovani, segue la parte atletica della squadra. Se contro il Licata i ragazzi correvano fino al 120’ il merito è soprattutto suo. Sono felicissimo del loro operato, hanno amalgamato benissimo il gruppo e i ragazzi si trovano molto bene con entrambi”.
Adesso dovrete sfidare il Castrovillari…
“È un colosso, con una grande tifoseria, con le dovute proporzioni è come il Licata. Giocheremo l’andata in casa e cercheremo di sfruttare il fattore campo. Vogliamo andare sicuramente avanti, cercando magari di far divertire chi ci viene a guardare”.
Se sei scaramantico tocca ferro, ma metti che tutto va bene e sarà Serie D: che succede?
“Sicuramente per noi sarebbe un grandissimo salto. Mi metterei in ferie per un mese e lavorererei esclusivamente per la squadra e per garantire un futuro a questa società. Se succederà ci faremo trovare pronti”.
L’anno scorso la Folgore ha centrato l’obiettivo e poi purtroppo è scomparsa…
“Questa situazione da noi non avverrà mai, questo è poco ma sicuro. Noi siamo una realtà piccolissima, come magari è stato il Paceco quest’anno, ma loro hanno smantellato la squadra che è stata promossa e oggettivamente col senno del poi è stato un errore. Noi eventualmente non commetteremo questo errore, fermo restando che i nostri giocatori hanno degli impegni lavorativi quindi sarà tutto da valutare”.
Il Paceco quest’anno non ha potuto giocare nel suo campo ma in casa giocava a Trapani. Per voi ci sarebbe lo stesso problema…
“Se avessi il ‘Mancuso’ in gestione sinceramente farei un pensierino a sistemarlo per la Serie D, per renderlo omologabile. Non credo ci sia troppo da fare, probabilmente solo la tribuna ospiti e la recinzione degli spogliatoi che devono essere separati dal campo. Forse andare a pagare l’affitto del campo in un’altra città credo costi tanto quanto o giù di lì”.
A prescindere da come vada la fase nazionale, l’obiettivo è riconfermare Messina-Policani?
“È troppo presto per parlarne. Hanno sicuramente lavorato bene, sarà tutto vagliato e insieme agli altri soci prenderemo una decisione”.
Un possibile ritorno di Formisano sarebbe plausibile?
“Massimo è un amico, ci vediamo spesso. Viene a vedersi le nostre partite, di fatto è un nostro tifoso. Certo che potrebbe tornare, magari non il prossimo anno ma in futuro. Io gli ho sempre detto che se ha possibilità migliori della nostra, come sembrava l’estate scorsa Sant’Agata, ha tutto il mio appoggio perché è bravo e merita tanto”.
Un’ultima domanda: c’è un giocatore che vuoi confermare a tutti i costi? Un solo nome…
“Il portiere, Grimaudo. A prescindere se sarà Eccellenza o Serie D, voglio che resti perché oltre che essere un bravissimo giocatore è un grande uomo. La conferma però se la meriterebbero tutti i ragazzi, in questo finale di stagione abbiamo ritrovato un Iraci travolgente giusto per fare un nome. Per tutti loro vale sempre lo stesso discorso che faccio sempre, se hanno possibilità migliori della nostra, tecnicamente o economicamente, hanno tutto il mio appoggio se vogliono andare”.
Continuerai ad avere una gestione “familiare”?
“Assolutamente sì, io non obbligherei mai nessuno a restare qui se ha situazioni migliori della nostra. Qualche anno fa c’era un Under che aveva una richiesta dalla Leonfortese in D, io gli ho solo detto ‘Vai gioia mia, se credi che per te sia un salto di qualità’. Sono in società dagli anni ’80, per il Dattilo il rapporto umano conta prima qualsiasi altra cosa”.