Sfiorare la A, buttare giù lacrime di dolore e ripartire lì dove da anni fai e rifai bene. La Serie A non è la dimensione del Trapani, lo sa la società, lo sa la squadra, lo sanno i tifosi, lo sa la città. Le lacrime versate a giugno allora sono lacrime di felicità per un’impresa che Cosmi e i suoi ragazzi più che sfiorato, hanno realizzato. Perchè arrivare alle spalle di chi in A ci è davvero salito, per una realtà come quella granata è tanta roba.
Siamo voluti partire da lontano per raccontare questo inizio di stagione. Un inizio di stagione che sembrava maledetto: prima la serie di pareggi consecutivi, poi qualche brutta sconfitta. Gli infortuni e una macchina a fuoco, Trapani sembrava non volersi risvegliare. L’emorragia però si è chiusa nel turno infrasettimanale: al Provinciale arriva un Benevento neopromosso ma con le credenziali da grande. Citro lo rispedisce in Campania con un colpo di testa che vale i primi tre punti stagionali e una scrollata di polvere e nervosismo. Nelle ore precedenti la gara però, chi c’era, racconta di un episodio che avrebbe risollevato le sorti del gruppo. Cosmi e la squadra infatti, sono stati a colloquio con il comandante Morace. Da Berlusconi che scende in elicottero a Milanello, a Moratti che scende negli spogliatoi di San Siro per dare la scossa all’Inter: di presidenti che hanno preso in pugno la situazione ce ne sono stati tanti. L’ultimo, con le dovute proporzioni, è stato Morace a Trapani. Il comandante, viste le acque agitate in cui naviga la sua squadra, è salpato dalla Spagna alla volta della Sicilia per incontrare il suo timoniere Cosmi e i suoi ragazzi. Al tecnico è stata rinnovata la fiducia, ai giocatori è stato chiesto attaccamento alla causa. Alla causa e alla maglia, perchè Trapani è della sua gente e perchè Trapani magari non è da Serie A, ma in B ci sta bene e la B è un patrimonio da conservare. Il comandante Morace ha sottolineato questi concetti e infuso fiducia a tutti, caricando i giocatori e l’ambiente.
Un segnale forte da parte di chi è a capo della società, un segnale che ci voleva e che può dare la svolta. Non un esonero, non una scelta avventata, ma un gesto da grandi presidenti. Il Trapani rimane ultimo in graduatoria ma è vivo. Da oggi si naviga a vista, nella speranza di giungere presto verso acque più tranquille.